Per la prima volta nella storia, l’Iran ha attaccato direttamente Israele. Lo ha fatto lanciando uno sciame di missili e droni che, secondo Israele, sono stati “quasi tutti” intercettati. Pare infatti che una base dell’IDF nel sud del paese sia stata colpita, senza però provocare morti. Al di là dei danni effettivi causati dall’attacco, alcune cose sono chiare:

1) L’Iran ha avuto il coraggio di fare quello che molti pensavano non avrebbe mai fatto: attaccare Israele in modo diretto, invece di usare gli Hezbollah del Libano per farlo.
2) Israele è stata in grado di difendersi, ma solo con l’aiuto tecnico militare degli americani. E’ stato infatto lo stesso Biden a dichiarare che Israele ha respinto l’attacco “con l’aiuto degli Stati Uniti”.
3) Joe Biden ha anche dichiarato che “gli Stati Uniti non parteciperanno ad azioni offensive cotro l’Iran”.

La trappola di Netanyahu quindi alla fine non ha funzionato. Il PM israeliano infatti, dopo aver provocato l’Iran con la distruzione della loro ambasciata in Siria, sperava di coinvolgere gli americani in una contro-vendetta militare contro Teheran. Invece pare che tutto di fermerà qui, almeno per ora.

Gli iraniani hanno deciso di correre un rischio calcolato, e lo hanno fatto nella giusta misura da poter salvare la faccia, pur senza offrire a Israele “motivi di sdegno” sufficienti a reagire. Ora toccherà nuovamente a Netanyahu fare una mossa d’attacco, se vuole davvero provocare una escalation militare. Ma sembra di capire che gli USA gli abbiano detto “per ora basta così”.

Si può quindi dire, almeno per ora, “uno a uno e palla al centro”. Vedremo nei prossimi giorni quanto Netanyahu sia disposto a mettere a rischio la pace mondiale, pur di mantenere in qualche modo in vita la sua ormai finita carriera politica.

Massimo Mazzucco