di Giorgio Cattaneo
«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d'accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l'impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita ad avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che - là fuori - c'è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell'insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all'autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all'imposizione "militare" del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?
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di Riccardo Pizzirani
Questa mattina è stato rilasciato sul Corriere della Sera l’elenco in bozza dei 557 progetti finanziati dal Recovery Fund del Covid-19. Si tratta dell’accordo che il Governo italiano ha attivato nei confronti dell’Unione Europea e che ha sostituito il MES, sostanzialmente identico, ma con un nome ormai ampiamente squalificato.
Abbiamo quindi ricevuto 80 miliardi di sussidi a fondo perduto (di tasse anche nostre, già versate) e 120 miliardi di prestiti che andranno restituiti nel resto del corso della nostra vita; è quindi di fondamentale importanza capire come è stato proposto di spendere questi soldi.
Anche il metodo di rilascio di questo elenco lascia parecchie perplessità: sembra il più classico dei trucchi della rana bollita: si buttano sul piatto proposte spesso irricevibili, poi se nessuno dice niente le si applica, se invece qualcuno protesta si dice che era solo una bozza di lavoro non definitiva.
E non depone certo a favore della trasparenza del “Governo che non agisce con il favore delle tenebre” il fatto che il link sia sparito dalla prima pagina del Corriere della Sera già nel primo pomeriggio!
L’elenco dei progetti è molto lungo, 28 pagine e 557 progetti, quindi non è stato possibile al momento analizzarli tutti nel dettaglio (anzi, su questo aspetto chiediamo l’analisi e l’apporto di tutti). Vediamo però i primi che ci sono saltati all’occhio, grazie all’analisi preliminare dell’utente Ste_79: c’è comunque parecchio di cui stupirsi.
Volete la dimostrazione che quello italiano è un popolo di coglioni? E’ facile. Solo un mese fa eravamo tutti qui a discutere dei famosi verbali del comitato tecnico scientifico. Se ne parlava dappertutto, sui giornali, nei talk show, sui telegiornali, nelle strade e nei bar. Tutti volevano sapere che cosa mai ci fosse di così imbarazzante in quei benedetti verbali da tenerli secretati.
La pressione pubblica cresceva, e l’opposizione arrivò addirittura a spiegare in Parlamento uno striscione con su scritto “che cosa avete da nascondere?” Poi i famosi verbali furono desecretati, e l’attenzione pubblica fu immediatamente convogliata su quello che contenevano: il CTS diceva di non chiudere l’Italia, ma il governo lo ha fatto lo stesso. Perchè lo ha fatto? Oppure, il CTS diceva di chiudere le zone di Nembro e Alzano, ma il governo non l’ha fatto. Perchè non l’ha fatto? Eccetera eccetera.
Dopo tre giorni era tutto finito. Le polemiche ovviamente portarono ad un nulla di fatto, e l’attenzione si spostò altrove.
Ieri Francesco Carbone si è recato sul raccordo anulare di Roma per mettere in atto la protesta da lui annunciata nei giorni scorsi. Ma quando si è fermato ad un autogrill, è stato “intercettato” da una pattuglia della polizia, che lo ha prima trattenuto per oltre due ore, con una serie di scuse ridicole (lo scopo era quello di evitargli di raggiungere il luogo della protesta) , fino a riuscire a creare l’incidente per avere una scusa per arrestarlo. Mission accomplished. Il video si interrompe pochi secondi prima dell’arresto. Potete leggere il resto della vicenda qui.
Nel secondo anniversario del crollo del ponte Morandi, Claudio Morgigno presenta un grande lavoro di ricostruzione e di analisi dettagliata di tutti i filmati finora resi pubblici sul crollo del ponte. Con la scoperta finale che ci sono altri video, tuttora secretati, che il pubblico italiano non è stato ritenuto degno di vedere.
Scoppia lo “scandalo” dei parlamentari che hanno usufruito del bonus per le partite Iva, e ricomincia immediatamente la solita sceneggiata all’italiana: "Chiedano scusa agli italiani – sbraita Di Maio - restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore". "Questi deputati chiedano scusa – gli fa eco Fico - e restituiscano quanto percepito". "Non possiamo permettere che questi comportamenti disonorevoli vanifichino tutto il nostro lavoro” chiosa Vito Crimi, capo politico dei 5 stelle. “Si tratta di una vera vergogna” dice sdegnato Zingaretti.
Nessuno che si domandi chi è l’idiota, fra le loro stesse fila, che ha fatto questa legge imbecille.
Prima hanno detto che non potavano pubblicarli, "per motivi di sicurezza". Poi, di fronte alle proteste piovute da ogni parte, hanno detto "va bene li pubblichiamo".
Ed oggi che vengono pubblicati scopriamo che sono solo cinque. (E due dei 5 non sono nemmeno completi).
Nemmeno nelle repubbliche delle banane la popolazione viene impunemente presa in giro in questo modo.
Amaro sfogo dell'avvocato Taormina sullo strapotere del governo e sulla fine della nostra democrazia.
Video-messaggio di Massimo Mazzucco, trasmesso alla Camera dei Deputati il 30/7/2020, nell'ambito della conferenza stampa "Coronavirus: emergenza sanitaria o democratica?" promossa dall'On. Sara Cunial.