Il terrorismo mondiale negli ultimi 15 anni sembra essersi articolato in tre fasi diverse.

La prima fase è stata quella in cui si è voluto creare il nuovo brand internazionale del cosiddetto "terrorismo islamico". L'evento madre ovviamente è stato l'11 settembre, il quale a sua volta era stato ottimamente preparato dalla false flag del primo attentato alle torri gemelle, otto anni prima. Una volta che i media mondiali si sono bevuti la messinscena dell'11 settembre, è stato universalmente stabilito che il terrorismo islamico esisteva, e da quel giorno tutta la geopolitica mondiale ha cominciato a ruotare intorno a questa nuova realtà, con le invasioni dell'Afghanistan e dell'Iraq a farla ovviamente da protagoniste.

Poi è arrivato l'attentato di Londra del 2005, e con questa terza false flag clamorosa è stato stabilito non soltanto che il terrorismo islamico esisteva, ma che avrebbe potuto continuare a colpirci in ogni momento, in ogni parte del mondo. Grazie a questo, i vari governi occidentali hanno ottenuto di poter dare numerosi giri di vite ai diritti civili dei propri cittadini. Questo ha portato alla chiusura della prima fase.

Nella seconda fase i grandi burattinai del terrorismo mondiale hanno iniziato a godere dei frutti di ciò che avevano seminato. [...]

Ogni volta che era necessario, negli Stati Uniti arrivava puntuale un comunicato di Bin Laden, inteso a mantenere viva la paura nella popolazione. E quando non c'era un comunicato di Bin Laden, c'era sempre un imbecille pronto a farsi beccare con le mutande piene di esplosivo mentre si imbarcava su un aereo internazionale. Qualunque attentato succedesse nel mondo - ci veniva detto - era sempre fatto da qualcuno che era in qualche modo "collegato ad Al Queda".

E così sono passati gli anni, con una popolazione occidentale alla quale veniva regolarmente ricordato che esiste un "pericolo islamico". Israele ne ha approfittato per far passare sotto silenzio la sua truculenta repressione nella striscia di Gaza. Staterelli minori magari ne approfittavano per regolare dei conti interni, facendo ricadere il tutto sotto la bandiera del terrorismo. Diversi equilibri nelle nazioni africane venivano alterati con la scusa del terrorismo. E poi naturalmente c'è stata l'ISIS, che ha raccolto l'eredità di una Al Queda ormai logora e senza più credibilità, rilanciando in Occidente la paura dei tagliagole.

E così, da un'operazione all'altra, siamo arrivati all'anno funesto 2015, nel quale sono stati perpetrati i due attentati in Francia (Charlie Hebdo e Bataclàn) che hanno stabilito definitivamente che da oggi anche noi europei dobbiamo avere costantemente paura. E gli attentati di Bruxelles hanno fatto da perfetto corollario ai primi due.

Ora però questa seconda fase sembra terminata, o meglio, sembra che sia sfuggita di mano ai suoi creatori, per dare luogo ad un'ondata di attentati fai-da-te che diventa sempre più difficile da catalogare all'interno di categorie ben precise.

Talmente poco ortodossi sembrano essere questi terroristi dell'ultima ora, che i media si sono affrettati ad inventare un nuovo termine: il terrorista " radicalizzato rapidamente". Come se il terrorista fosse una specie di bibita liofilizzata contenuta in bustina, nella quale basta versare un po' d'acqua per "radicalizzarlo" dalla sera alla mattina.

In realtà gli ultimi episodi - quello di Nizza, il treno in Germania, e per ultimo la strage di Monaco - mostrano chiaramente che ormai le redini del controllo sono sfuggite a chi questo terrorismo l'aveva inventato, e gli episodi di emulazione - impossibili per loro stessa natura da catalogare - rischiano di diventare la caratteristica predominante di questa terza fase.

Una fase in cui chiunque abbia una pistola si disegna in casa una bandiera dell'ISIS e poi esce per massacrare la zia che gli ha rotto i coglioni, oppure per fare fuori una scolaresca solo per fnire il giorno dopo sui giornali.

In altre parole, come era già successo in passato, gli americani hanno creato il mostro, e ora il mostro gli sta scappando di mano.

Ne saranno felici i neocons, storici fautori del caos totale.

Massimo Mazzucco