Se c'è qualcuno che ancora non ha capito quale sia l'importanza del cosiddetto "media news cycle", ovvero il ciclo giornaliero delle news americane, vorrei offrirgli questa breve riflessione.

Io per abitudine guardo la CNN almeno un'ora al giorno. Nell'arco di quell'ora, infatti, mi rendo conto di quale sia il ciclo particolare delle news di quel giorno (dopo un'ora le notizie cominciano a ripetersi, e a meno di eventi eccezionali non cambiano più fino al giorno dopo). Partiamo quindi dal clamoroso scoop del Washington Post, che lo scorso venerdì (7 ottobre) ha reso pubblico il video del 2005 nel quale Donald Trump si vantava di poter fare alle donne tutto quello che vuole, "perché tanto lui è famoso".

Non appena compresa l'importanza della notizia Trump è corso ai ripari, e nel giro di 8 ore (venerdì sera) ha pubblicato su Facebook un video nel quale "si scusava" per quelle dichiarazioni, giustificandosi con il fatto che "però Bill Clinton ne racconta di molto peggio, quando andiamo insieme a giocare a golf".

Il sabato mediatico è quindi trascorso a decidere se le scuse di Trump fossero sufficienti (e sincere), oppure no. Poi c'è stato il confronto diretto con la Clinton, domenica sera, e l'argomento ha occupato una sana mezz'ora del dibattito a reti unificate.

Durante questo dibattito il moderatore, Anderson Cooper, ha avuto l'astuzia di chiedere a Trump se le sue fossero state "soltanto vanterie", oppure se avesse fatto davvero quelle brutte cose alle donne. Trump (è caduto nella trappola) e ha negato di averle fatte veramente, dicendo che in fondo si trattava solo di "locker room talk" (discorsi da spogliatoio, tipicamente maschili).

A partire da lunedì, quindi, hanno iniziato ad uscire allo scoperto diverse donne che accusavano Trump di averle molestate sessualmente nel corso degli anni.

Il focus del "news cycle" si è quindi spostato su ciascuna di queste donne, e sulla credibilità delle loro accuse. Trump sopsteneva che fossero state pagate per mentire, mentre le donne sostenevano di essere state realmente molestate.

Siamo andati avanti così per diversi giorni, con nuove donne che uscivano allo scoperto praticamente ogni giorno, ciascuna riempiendo il news cycle con la propria vicenda personale. Ad oggi siamo arrivati a 9 donne diverse che accusano Trump di averle molestate sessualmente.

E ora che il filone delle accusatrici sembra estinguersi, l'argomento è passato in mano agli sportivi. Proprio mentre scriviamo queste righe, alla CNN stanno intervistando diversi sportivi famosi, i quali si fingono offesi e indignati dalle parole di Trump. "Non è vero che negli spogliatoi facciamo questi discorsi - dicono gli eroi nazionale del baseball e del basket - Noi siamo persone serie, rispettiamo le donne e negli spogliatioi parliamo soprattutto di sport".

Certo, come no. E 'l mi babbo è Michael Jackson.

Grazie quindi a questo mix di ipocrisia politically correct e di mastodontico spin mediatico, siamo arrivati al decimo giorno consecutivo in cui sulle televisioni americane non si parla d'altro che delle molestie sessuali di Trump.

Guardate che non è affatto poco, per una nazione che sceglierà il proprio presidente fra meno di tre settimane.

Massimo Mazzucco