Tentativo di riassunto della questione "coni di luce"



Purtroppo ieri ho perso un'altra giornata, per stare dietro a problemi del sito molto meno "nobili", e a questo punto ripartire dai punti che avevo lasciato in sospeso diventa ridicolo, anche perchè molti li avete già superati per conto vostro. Soprattutto, è proseguito e si è molto meglio definito il discorso di Rigel della "teoria angolare".

Talmente ben definito, devo dire, da sembrare vero pure a me, almeno ad una prima lettura.

In realtà, tornandoci sopra, non sta in piedi per una serie di motivi, e nell'elencarli ora mi accorgo di averlo già fatto in qualche modo già prima, ma informa intuitiva, e non articolata.

Sono 3 OBIEZIONI ALLA TEORIA ANGOLARE, che chiamerò, tanto per capirci: Confronto Terra-Luna, estremismo, e problema destra-sinistra.

Confronto Terra-Luna: Rigel lo avrà anche spiegato, ma io non ho ancora capito perchè il fenomeno dovrebbe verificarsi sulla Luna ma non sulla Terra. A quel che mi risulta infatti, l'atmosfera costituisce un notevole filtro in ogni senso e in ogni direzione. E cioè, maggiore è lo strato attraversato, e maggiore è la "ritenzione" di luminosità che essa opera su qualunque immagine la attraversi. A rigor di logica quindi, se il fenomeno di degrado suggerito da Rigel fosse vero, sulla Terra mi aspetterei - a parità di ampiezza campo/angolo incidenza/lux - un'oscurità ancora più accentuata nelle zone più lontane dell'inquadratura, che non sulla Luna. Ma ciò non sembra proprio che accada.



Queste sono tutte foto scattate verso il tramonto, con luce radente (lo si vede dalla lunghezza della ombre), e non c'è inquadratura che possa raggiungere distanze maggiori di quelle di un deserto.





Questa addirittura ripropone una situazione simile a quelle con presenza di astronauti:



In nessun caso si verifica il fenomeno descritto da Rigel. Ma anche se io avessi capito male la spiegazione per cui sarebbe la mancanza di atmosfera a fare la differenza...

ESTREMISMO

... resta il fatto che staremmo parlando di differenze minimali, probabilmente nemmeno percettibili all'occhio umano. Mentre qui non si tratta di giustificare un degrado che sta praticamente all'infinito della focale, ma di fare dieci metri passando direttamente dalla luce al buio!



Questo è un BARATRO, in termini fotografici, altro che degrado (sotto, un particolare non ingrandito dell'originale. Quella violacea, pentagonale, è la chiazza di rifrazione all'interno dell'obiettivo.)



Prima però che RIGEL si senta in dovere di rispiegarmi daccapo perchè secondo lui la teoria sta in piedi lo stesso, sottopongo la terza obiezione, che mi sembtra la più ingombrante di tutte:

DESTRA-SINISTRA: Come si vede chiaramente dalla stessa foto sopra (la penultima, in campo largo, non l'ingrandimento qui sopra), la zona di terreno A, a sinistra, dista dall'obiettivo quanto la zona B, a destra, ma quest'ultima è decisamente più luminosa della prima. Che fine ha fatto, in questo caso, la "teoria angolare" di cui stiamo discutendo?

La stessa domanda la si può porre per moltissime altre foto che presentano simili differenze destra-sinistra:









Qui stiamo parlando di due o tre stop di differenza, non di noccioline. Nemmeno le prime pellicole dell'ottocento erano così brutali nel contrasto fra luce e ombra.

Direi quindi, prima di passare alle famose "7 possibilità alternative" listate da Rigel, di farcela fuori una volta per tutte, in un senso o nell'altro, con questa teoria angolare, perchè rischia di "inquinare" (in senso ideologico) tutto il resto della discussione.