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Non
si capisce a quale presunto malinteso, fra aerei e edifici, possa fare
riferimento Attivissimo, ma nessuno ha mai pensato che questa foto
ritraesse il davanzale di una finestra. |
A proposito di questo frammento, si è argomentato che era un falso perché nello schema di colorazione degli aerei della American Airlines non ci sono zone in cui c'è del rosso con una banda bianca seguita dal colore del metallo lucido. Non è vero: zone di questo tipo ci sono, e sono quelle della scritta, come mostrato qui sotto.
La scritta “American Airlines”:
lettere rosse, bordate di bianco, su sfondo color metallo lucido.
Appunto.
Nel più classico debunking di
bassa lega, Attivissimo sceglie un falso problema, per poi fingere di
risolverlo con grande abilità. Nessuno ha mai argomentato che
quello "era
un falso perché nello schema di colorazione degli aerei della
American Airlines non ci sono zone in cui c'è del rosso con
una banda bianca seguita dal colore del metallo lucido". Solo un
cretino lo farebbe. L'argomentazione, ben più acuta, era che la lettera rossa di cui si vede una parte sul pezzo di lamiera, e che si trova a notevole distanza dal punto di impatto, e sulla sua SINISTRA (rispetto alla direzione di marcia), non può che essere la "N" della scritta "American" che sta sulla fiancata destra dell'aereo. Ecco il perchè: Sulla fiancata sinistra di tutti i B-757 American (a destra nelle foto sopra) lo spazio fra la lettera "N" e il portellone è molto minore di quello che si vede nel rottame fotografato sul prato, mentre sulla fiancata destra c'è lamiera a sufficienza fra la lettera "N" e il portellone. Sotto vedete altri B-757 della American, che presentano tutti la stessa distanza minima fra la "N" finale e il portellone, sulla fiancata di sinistra. Sarebbe quindi come dire che un'automobile si è schiantata contro in muro, disintegrandosi nel nulla, mentre un pezzo della portiera destra si salvava, finendo a decine di metri sulla sinistra del punto di impatto. Tutto è possibile, naturalmente, ma le stranezze in questo caso sembrano motliplicarsi di minuto in minuto. |
Un frammento di metallo talmente lucido da
produrre un riflesso di sole sul muro (vedi foto sotto).
Cioè,
siccome è lucido,
allora era un 757? |
Lo stesso frammento, visto con un'altra
angolazione del sole, mostra una lettera C.
E' metallo lucido con
una C rossa sopra: che sia un pezzo della scritta “American
Airlines”?
Supponiamo
che si trattasse davvero di un aereo diverso da un Boeing 757, come
sostengono i complottisti. Secondo voi, quelli che lo
hanno preparato, cosa ci hanno scritto sopra? "American Airlines", o
"Benvenuti a Disneyland"? E di che colore lo avranno mai dipinto?
Bianco e rosso su metallo lucido, oppure arancio e pistacchio
fosforescente su sfondo nero pece? |
In primo piano, altri frammenti metallici,
recanti
i classici segni di rivettatura tipici delle parti d'aereo.
Sullo
sfondo, un altro pezzo dall'aria molto metallica.
La freccia
indica un punto in cui compare ancora lo schema di colorazione rosso
bordato di bianco, che coincide con quello della American Airlines.
Attivissimo
continua a comportarsi come se qualcuno avesse sostenuto che il
Pentagono è stato colpito da una pallina da golf. E' ovvio che si trattasse di
un aereo, è ovvio che gli
aerei abbiano delle parti in lamiera, è ovvio che le lamiere abbiano le
rivettature, ed è altrettanto ovvio, come giè detto sopra, che in ogni caso ciò che ha colpito il
Pentagono portasse la scritta American Airlines. E' l'unico
fatto, fra l'altro, su cui tutti i testimoni concordano. Perchè allora Attivissimo fa questi sforzi titanici per "dimostrare" ciò che tutti danno invece per scontato? E perchè invece non ci dice cosa stano facendo quei signori, che spostano con grande disinvoltura degli elementi che appartengono alla "scena del crimine"? Lo sanno tutti che nulla di tutto ciò deve essere spostato nè toccato, finchè i rilievi scientifici e fotografici siano stati completati. Tutti, a quanto pare, meno Attivissimo. |
Ancora un frammento. Notate la curvatura, i
tubi e
i rivetti: non ha l'aria di essere un pezzo di edificio, vero?
No.
E nemmeno di una piscina gonfiabile, se è solo per quello. In compenso,
pare un pezzo di fusoliera molto piccola per un 757 (la
curvatura, molto pronunciata, assomiglia molto di più a quella di un
caccia, volendo). *** |
Notate l'abbondanza di rottami
davanti
alla facciata e sullo spiazzo dell'eliporto, e la vicinanza della
strada e delle auto private. La facciata non è ancora crollata.
Ancora rottami.
Naturalmente gli
appassionati di ipotesi di complotto potranno argomentare che quei
pezzi potrebbero essere stati messi lì da "qualcuno".
Veramente
gli "appassionati di ipotesi del complotto" argomentano solo che i
pezzi non siano necessariamente quelli di un Boeing. Il resto, lo
fa tutto Attivissimo. |
Come ci sarebbero riusciti
sotto il
naso delle migliaia di persone
che transitano sull'autostrada di fronte al Pentagono è un
vero mistero, ma questo non turba i complottisti.
Ah,
ecco svelato l'arcano! Ecco a cosa serviva "la vicinanza
dell'autostrada": a risolvere - nuovamente - un problema che nessuno si
era posto! Ma anche volendo, come farebbe mai uno che passa in autostrada, per quanto "vicino al Pentagono", ad accorgersi che qualcuno sta spostando dei pezzi che non deve toccare, quando lo stesso Attivissimo pubblica una foto grossa come una casa (più sopra), in cui avviene esattamente quello, e manco se ne accorge? |
Tanto per darvi un'idea di quanto siano vicine al Pentagono le
zone visibili ai civili, guardate l'immagine qui sopra e quella qui
sotto (l'originale
ad alta
risoluzione è disponibile presso Mccullagh.org):
l'edificio sullo sfondo è il Pentagono, e si vede bene lo
squarcio prodotto dall'impatto. Le strutture in alto sono le luci dei
cartelli dell'autostrada che passa in
fianco al Pentagono.
Il Pentagono sorge in mezzo alla città.
L'ubicazione molto centrale del Pentagono è ben visibile anche in questa foto da satellite (tratta da CNN, http://www.cnn.com/SPECIALS/2001/trade.center/sat.pent.photo.html).
Notate quanto è vicina all'autostrada la
facciata ferita del Pentagono.
Pazzescamente
vicina, una cosa mostruosa. La si può quasi sentire urlare, da tanto è
vicina. Ma teniamola bene presente, questa "vicinanza", perchè ci tornerà utile al momento di trovare per Hani Hanjour lo spazio sufficiente, fra la collinetta col quadrifoglio (sotto) e la facciata del Pentagono, per allineare in perfetta orizzontale un aereo lanciato a 800 Km. |
Presso Spaceimaging.com, che è anche la fonte originale
dell'immagine precedente, c'è una foto risalente a quattro giorni prima dell'attentato,
utile per capire la geografia della zona d'impatto. Qui sotto ne mostro
la porzione centrale.
Il Pentagono,
ripreso
dal satellite quattro giorni prima dell'attentato. Fonte:
Spaceimaging.com.
In ogni caso non c'è da aspettarsi un'abbondanza di
rottami all'esterno del Pentagono.
Ma come, non aveva appena scritto sopra "Notate l'abbondanza di rottami davanti alla facciata"? Boh. |
L'aereo
ha fatto quello che le leggi
della fisica gli imponevano di fare: è penetrato
in gran parte nell'edificio, esattamente come tutti purtroppo
abbiamo visto accadere al World Trade Center.
Micidiali,
queste "leggi della fisica". Quando ti impongono qualcosa, non c'è modo
di ribellarsi. Anche se ti chiedono di agire contro se stesse, si può
solo inchinarsi e obbedire. Avremmo infatti, secondo Attivissimo, che l'aereo è "penetrato in gran parte nell'edificio", e che ciò sarebbe avvenuto "esattamente come al World Trade Center" .... |
Le
sue parti sporgenti più fragili (ali e deriva) si sono accartocciate e
frammentate impattando contro l'esterno dell'edificio, che è costruito
in cemento armato e kevlar e quindi
assai più robusto del WTC.
...
anche se il Pentagono "è assai più robusto del WTC"? Bisogna forse
dedurre che le leggi della fisica si sono dovute adattare, a seconda
dei casi, per farli entrare tutti e due? |
Si intravedono alcuni di
questi
frammenti nei fotogrammi del filmato dell'impatto, presentato
nelle pagine successive. Inoltre alcuni
testimoni, le cui parole sono raccolte dai siti citati all'inizio di
quest'indagine, parlano di una pioggia
di frammenti minuscoli di
lamiera,
descritti come "coriandoli". Altri testimoni parlano di una bombola
d'ossigeno e di un frammento talmente grande da essere sorvegliato da
una guardia che impediva a chiunque di toccarlo (testimonianze citate
dal sito complottista It was a plane bomb):
Quelli
più piccoli invece si potevano tranquillamente portare a casa come
souvenir. |
(La citazione che segue, anche se è su fondo grigio,
appartiene alla pagina originale di Attivissimo).
Some heavy debris were flung quite far :
|
Proprio in virtù di questa
maggiore robustezza del Pentagono, soltanto
le parti più solide del velivolo avrebbero potuto penetrare
nell'edificio senza ridursi in mille pezzi.
Fermi
tutti! Contrordine! Prima l'aereo era "penetrato in gran parte
nell'edificio", ma ora "soltanto le parti più solide del velivolo
avrebbero potuto penetrare nell'edificio"? Se 2+2 fa sempre
quattro, vuol dire che le "parti più solide del velvolo" costituiscono
allora la "gran
parte" dell'aereo? E infatti: |
I motori e il carrello, per
esempio, sono
una massa metallica estremamente robusta, in leghe ad altissima
resistenza, per cui è plausibile che abbiano potuto attraversare
l'edificio relativamente indenni, come palle di cannone. Infatti
frammenti di almeno uno dei motori sono stati trovati nello spazio fra
gli anelli del Pentagono.
Prendiamo nota delle "palle di cannone", e prendiamo anche nota che... |
Anche la fusoliera, pur
essendo
relativamente fragile, avrebbe avuto comunque una notevole forza di
penetrazione, in quanto si sarebbe accartocciata longitudinalmente,
costituendo complessivamente una massa metallica con un "effetto
ariete" non trascurabile. Questo
spiega le dimensioni relativamente modeste e il contorno poco netto
della breccia d'impatto.
...
la fusoliera, "accartocciandosi longitudinalmente", spiega le
dimensioni modeste della breccia d'impatto (che sarebbe il buco, si
immagina). |
L'assenza
di bruciature
sui frammenti visibili nelle foto è spiegabile considerando la
meccanica dell'impatto. L'aereo, pieno di carburante, ha iniziato a
penetrare nell'edificio per pura forza meccanica: il carburante ha
preso fuoco negli istanti immediatamente successivi,
ossia quando i serbatoi squarciati l'hanno esposto all'aria. Non poteva
prendere fuoco prima per mancanza d'ossigeno. In altre parole, la palla
di fuoco si è sviluppata necessariamente dopo
che l'aereo aveva iniziato a frammentarsi e quindi i frammenti
all'esterno del Pentagono sarebbero stati proiettati all'indietro
dall'energia dell'impatto prima
che la palla di fuoco si sviluppasse, cadendo lontano dalla zona
successivamente interessata dal calore.
Praticamente,
prima salta via
tutto quello che deve saltare, il più lontano possibile, e dopo arriva la palla di fuoco. In
tutti gli altri incidenti aerei, invece, l'aereo si distrugge mentre comincia a bruciare. In questo caso, ecco dimostrato come la palla di fuoco ritardataria, non avendo più trovato niente contro cui accanirsi, se la sia presa con l'ambiente circostante. Nel riquadro in alto vedete un monitor reso praticamente irriconoscibile dalla micidiale "palla di fuoco". Due piani più sotto, e cioè al livello stesso a cui è "penetrato l'aereo", vedete un grosso tomo enciclopedico, completamente carbonizzato dall'incendio devastante. Questo dopo che il "poderoso impatto" causato da 100 tonnellate di acciaio, lanciate a 800 Km/h, non lo ha nemmeno fatto cadere dallo sgabello su cui stava appoggiato. Ma la cosa più interessante, che sottolineiamo, è che "l'aereo ha cominciato a penetrare nell'edificio per pura forza meccanica". Più avanti cercheremo di far quadrare questa dichiarazione con tutto il resto. Già da ora si pone invece un problema di fondo: se abbiamo ben capito, alcune parti dell'aereo, quelle più fragili, si sono praticamente vaporizzate all'impatto, mentre quelle più robuste hanno penetrato l'edifico come palle di cannone. E quelle intermedie? Non ce ne sono? E' possibile che un aereo sia fatto solo o di parti "fragilissime", o di parti "robustissime"? Cosa avviene, al momento dell'impatto? C'è per caso una specie di controllore, sulla superficie dell'edificio, che smista il traffico dei vari pezzi? Lei cos'è? Ala sinistra. Fragilissima. Via, sbriciolarsi tutta. Lei cos'è? Motore destro. Robustissimo. Dentro tutto. Mi raccomando, non mi lasci fuori nemmeno una vite, chiaro? Lei cos'è? Carrello destro. Segua quel motore, ma si fermi un pò prima di lui. Mi faccia uno o due anelli al massimo, poi caso mai si faccia scoppiare una gomma, che sembra più realistico. Lei cos'è? Timone di coda. Fragilissimo. Sbriciolarsi tutto, via! Ma guardi che io sono alto quasi sei metri! E chissenefrega? Non lo sa lei che è fatto quasi tutto il "leghe leggerissime" di alluminio? Piuttosto, stia attento a non segnarmi la facciata, quando sbatte, che dopo mi tocca anche ripulire. Avanti un altro: lei cos'è? Fusoliera. 47 metri di acciaio incazzatissimo, piena zeppa di passeggeri e bagagli. Accartocciarsi longitudinalmente, in quel buco lì. Ma quale buco? Quell'affare lì? Ma come faccio io a entrare lì dentro, scusi? Si arrangi, ci deve stare. Altri buchi non ce n'è, quindi veda lei. O si accartoccia longitudinalmente, o si vaporizza come tutti gli altri. Ma scusi, non potrei invece spezzarmi in un paio di tronconi, come succede di solito, e restare qui fuori a guardare? No, non si può. Questo non è in incidente come tutti gli altri. E comunque sul prato non c'è posto, è già tutto prenotato dai "mille frammenti piccolissimi" che stanno per arrivare. E poi alle sei c'è il torneo di golf. Quindi, di spezzarsi oggi non se ne parla nemmeno. Che fa, accartoccia? E certo che accartoccio! Mica posso vaporizzarmi, scusi, se no poi i resti dei passeggeri come fanno a ritrovarli tutti? Ah già, giusto. Bene, si accartocci allora, ma si ricordi di lasciarmi fuori un pezzo di lamiera rivettata, quello sopra il portellone destro. E perchè? Non lo so, istruzioni speciali. Quello deve andare a finire là in fondo, in mezzo al prato. Ma perchè lui sì, scusi? Cos'avrebbe, di così diverso dal resto? Ma cosa vuole che ne sappia io, oggi gira così e basta. Piuttosto, ci lasci su almeno un pezzo della "N", sul frammento, se non dopo magari non si capisce che eravamo della American. Ma come faccio a mandarlo di là, mi scusi, è dalla parte opposta! Piuttosto ci mando il portellone sinistro, no? No, quello no. Ho detto il destro, e non si discute. Avanti un altro. Lei cos'è? Alettone sinistro. E cosa ci fa qui lei? Non doveva nemmeno arrivare intero fino alla parete, bastava lo spavento. Ma veramente io avrei una bella dorsatura d'acciaio, guardi qui. Ho appena fatto fuori uno stormo di pellicani... Macchè pellicani e pellicani! Sparisca piuttosto, che qui fra un pò... Mi lasci almeno provare a distruggere una finestra, perfavore. Vedrà che non la deludo. Sì, proprio quelle! Ma lo sa almeno che qui le finestre sono tutte rinforzate in kevlar? Via, via, sbriciolarsi tutto, senza pietà. E si sbrighi a sparire, le ho detto, che qui fra un pò ci arriva una bella palla di fuoco che cerca qualcosa da bruciare. Ci manca pure quella, oggi! (Torna all'articolo) |
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