L'ALTRA AUSCHWITZ
(questa pagina è in preparazione)



E' impossibile comprendere le vicende storiche dei Balcani senza tener conto di un passato ormai millenario, nel quale diverse etnie e diverse religioni hanno lottato aspramente - e continuano a lottare - fra di loro per ottenere la supremazia sul territorio. Ogni azione di oggi trova le sue ragioni in un gesto di ieri; ogni gesto di ieri trova le sue ragioni in una azione dell'altroieri... e così via, in una catena praticamente infinita di violenze, conquiste, vendette, massacri e distruzioni che risale addirittura al 6° secolo d. C.

Considerata "l'ultimo baluardo" contro il cristianesimo ortodosso fin dai tempi dell'Impero Austro-Ungarico, le regione serbo-croata

(continua...)





Donne e ragazze serbe verso il campo di concentramento.




A Gradina, dove avveniva la maggior parte delle esecuzioni, il fiume Sava continua a portare alla luce corpi delle vittime.




A SINISTRA: Una sega, un coltello e una pistola saranno usati contro questo contadino serbo.
A DESTRA: In uomo viene preparato dagli Ustasha per essere decapitato.




Fosse comuni con le ossa dei prigionieri uccisi a Gradina.




Nei campi di Jasenovac e Stara Gradiska morirono circa 8.000 bambini.




Il francescano Miroslav Filipovic legge la Messa durante una celebrazione a Banja-Luka. Alla sua destra l'Ustasha Velikii Zhupan, governatore di Banja-Luka, che tiene in mano una corona di frumento.




A SINISTRA: la pagina racconta di come Miroslav Filipovic, frate francescano, divenne il direttore del campo di concentramento di Jasenovac.

A DESTRA: la pagina cita un articolo di Corrado Soli sul Resto del Carlino del 18 sett. 1941, nel quale l'autore dice: "Ci sono state bande di massacratori che erano e verosimilmente lo sono ancora capeggiate e infiammate da sacerdoti e monaci cattolici."




SOPRA: L'arcivescovo Stepinac con Andrije Artukovic, Ministro degli Interni della Repubblica Croata.
SOTTO: L'arcivescovo Stepinac saluta Ante Pavelic in occasione dell'anniversario della Repubblica Croata.




SOPRA: L'arcivescovo Stepinac indossa le medaglie Ustasha mentre porge gli auguri di buon anno ad Ante Pavelic.

SOTTO: Citazione del pio cattolico Dr.  Mile Budak, Ministro dell'Educazione e della Cultura: "La base del movimento Ustasha è la religione. Per le minoranze come i serbi, gli ebrei e gli zingari abbiamo tre milioni di pallottole. Uccideremo una parte dei serbi. altri li deporteremo, e obbligheremo il resto ad accettare la religione cattolica. La nuova Croazia sarà liberata da tutti i serbi al suo interno, e arriverà entro 10 anni ad essere cattolica al 100%."




A SINISTRA, SOPRA: Ante Pavelic e l'arcivescovo Alojzije Stepinac nella cattedrale di Zagabria poco prima della messa rituale in occasione dell'apertura del parlamento.
A SINISTRA, SOTTO: L'Arcivescovo Stepinac partecipa personalmente alla sepoltura del criminale ustasha Marko Dosen.

A DESTRA, SOPRA: Stepinac, arcivescovo di Zagabria,  in conversazione con i generali Ustasha Stancer e Sertic.
A DESTRA, SOTTO: l'arcivescovo Stepinac (in prima fila al centro) durante una sessione del parlamento Ustasha, del quale era membro regolare insieme ad altri 10 prelati.




A SINISTRA, SOPRA: L'arcivescovo Stepinac ha preparato una colazione per un gruppo di emigranti Ustasha al loro ritorno dai campi speciali in Italia e Ungheria.
A SINISTRA, SOTTO: L'arcivescovo Stepinac e Pavelic in conversazione amichevole.

A DESTRA, SOPRA: L'arcivescovo Stepinac e altri dignitari ecclesiastici attendono Ante Pavelic, il suo governo e i suoi delegati sul sagrato della cattedrale di S. Marco a Zagabria, per la messa rituale in occasione dell'apertura del parlamento, nel 1942.
A DESTRA, SOTTO: Pavelic arriva alla cattedrale di Zagabria nel giorno dell'apertura del parlamento croato, e viene ricevuto dall'arcivescovo Stepinac.







A SINISTRA, SOPRA: Prigionieri del campo di Jasenovac vanno ai lavori forzati.
A SINISTRA, SOTTO: Prigionieri di Jasenovac costruiscono una diga.

A DESTRA, SOPRA:  Il monaco ustasha Rendic, uno dei dirigenti del campo di Jasenovac.
A DESTRA, SOTTO: Il monaco francescano Filipovic, conosciuto come "Fratello Satana", divenne il comandante dei campi di Jasenovac e Stara Gradiska, e gli fu assegnato un alto grado militare Ustasha.



Ante Pavelic con l'episcopato della Chiesa cattolica ad un ricevimento in occasione del suo compleanno.



Ante Pavelic circondato dal clero croato nell'aprile 1942.




A SINISTRA, SOPRA: Suore che marciano con i legionari nazisti croati (Ustasha).
A SINISTRA, SOTTO: Suore presentano il saluto fascista.

A DESTRA, SOPRA: Pio XII ha nominato Stepinac il più alto vicario militare. Il vicario si occupava del morale delle truppe di tutte le unità armate Ustasha. Ante Pavelic riceve un gruppo di frati francescani dalla Bosnia-Herzegovina.
A DESTRA, SOTTO: Ante Pavelic con suore di Duvno e Livno.




A SINISTRA: Ante Pavelic con il nunzio apostolico Marcone (a sin.) e il suo segretario Massucci (a destra).
A DESTRA: Giovani Ustasha accolgono l'abate Marcone e Pavelic con il saluto fascista, all'uscita della cappella privata di Pavelic, dove egli si faceva confessare ogni giorno.




SOPRA: Il nunzio apostolico, abate Marcone (in bianco). Alla sua destra Andije Artukovic, Ministro degli Interni della Repubblica Croata, e alla sua sinistra Alojzije Stepinac.
SOTTO: Il nunzio apostolico Marcone (con l'abito bianco dei Domenicani), con accanto l'arcivescovo Stepinac, circondati da rappresentanti militari della Germania e della Croazia.

Tutte le immagini sono tratte dal libro "The Jugoslavian Auschwitz and the Vatican", di Vladimir Dedijer

Gli originali si trovano nell'archivio storico della Cinemateca Jugoslava di Belgrado.




SOTTO: ingrandimento del risvolto di copertina