Con questo discorso
al Congresso, il Presidente Roosevelt annunciò al mondo
l'ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. (Ciò
che non disse, è che i giapponesi avevano già dichiarato
guerra agli Stati Uniti da qualche ora).
Durante l'attacco da
parte dei giapponesi, gli americani persero più di tremila
uomini e una dozzina di preziose navi da guerra, che risultarono
completamente distrutte dall' incursione dei kamikaze.
Gli americani
infatti non si aspettavano minimamente di essere attaccati, e molti
marinai morirono mentre ancora stavano prendendo il sole sulla tolda
delle loro navi. Le stesse navi poi erano disposte l'una dietro
l'altra, in due file parallele (parte bassa della foto), e ciò
si tradusse per i caccia giapponesi in un vero e proprio tiro al
bersaglio ad occhi chiusi.
L'"infamia" subita
fu sufficiente a giustificare, agli occhi della popolazione americana,
un ingresso in guerra che li avrebbe poi portati a stabilire il
controllo su gran parte di quella fetta di mondo.
***
Solo molti anni
più tardi, gli storici hanno cominciato a portare alla luce dei
fatti che dipingono un ben diverso ritratto di quella storica giornata.
Sei mesi prima
dell'attacco, inspiegabilmente, gli alti comandi di Washington avevano
fatto ritirare i radar della difesa aerea del porto, mentre era stata
sospesa ogni attività di decodifica delle comunicazini radio dei
giapponesi sulla costa opposta. Lo stato di apparente sicurezza aveva
poi indotto i comandanti delle navi ad assumere la posizione di
allineamento descritta sopra, che è conosciuta come una classica
posizione di pace.
Si seppe invece in
seguito che Roosevelt aveva parlato personalmente con Yamamoto, il
quale lo aveva chiaramente minacciato di attaccare la sua flotta a
Pearl Harbour, almeno una settimana prima che ciò accadesse.
Quando infine, la
mattina del 7 Dicembre, la notizia che i giapponesi stavano puntando su
Pearl Harbour giunse a Washington, si innescò una stranissima
sequenza di intoppi, malintesi e ritardi, che fece sì che
l'allarme per i marinai arrivasse al porto quando i primi caccia erano
già in vista delle navi.
Tra i disguidi
più curiosi, ricordiamo che la stessa dichiarazione di guerra,
regolarmente consegnata quel mattino dagli ambasciatori giapponesi al
governo americano, rimase a lungo su un tavolo della Casa Bianca, a
causa della improvvisa scomparsa del traduttore ufficiale. E quando il
messaggio di allarme finalmente partì per Pearl Harbour, dovette
viaggiare sui vecchi fili del telegrafo, poichè risultò
che i ponti radio con le Hawaii erano stati improvvisamente interrotti.
Il messaggio fu infine consegnato a mano, da un fattorino in
bicicletta, quando ormai era troppo tardi.
In conclusione,
gli storici concordano ormai sul fatto che l'attacco a Pearl Harbour
sia stato fortemente "voluto" da parte degli americani, che prima
provocarono i giapponesi fino a farli cadere nella trappola, e poi
fecero di tutto per impedire che le vittime si potessero organizzare
per potersi difendere.
Evidentemente si
volle una mattanza vera e propria, con le vittime ignare ed indifese,
per scatenare nella popolazione quel tanto di indignazione in
più che sarebbe servito a giustificare l'entrata in guerra di un
colosso come l'America contro l'Impero del Sol Levante.
***
Ricordiamo infine -
anzi, anticipiamo, per chi ancora non lo sapesse - che dopo l'11
Settembre 2001 moltissimi politici ed altri importanti personaggi
americani hanno definito quegli attacchi "la Pearl Harbour del 21simo
secolo".
|