LA
STRANA GIORNATA
DEL
PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Prima di addentrarci negli attentati veri e propri, ci sembra
importante conoscere meglio il contenuto di questa pagina, che potrebbe
offrire un valido sfondo a tutto il resto della giornata.
Molti sostengono che George Bush sia in realtà un
presidente-burattino, piazzato alla presidenza dal padre,
governato al laccio corto da Karl Rove e Dick Cheney, e perlopiù
ignaro di tutto ciò che gli avviene intorno. Se questa pagina
non lo conferma al cento per cento, di certo non fa nulla per fugare i
sempre più diffusi sospetti in quel senso.
***
Nell' inverno del 2001, con lo stemperarsi dell'impatto emotivo
generato dagli attentati, i giornalisti di mezzo mondo si ritrovarono a
cercare di ricostruire i mille pezzi di quell' incubo collettivo. E uno
degli elementi che faticavano particolarmente a mettere insieme, erano
proprio i movimenti di George W. Bush nella giornata degli
attentati. Talmente tante erano le voci - spesso contraddittorie - che
circolavano sui suoi spostamenti, che ci vollero alcune settimane per
dipanare la matassa.
Quelli che seguono sono estratti di un lungo articolo pubblicato il 16
dicembre 2001 dal Sunday Telegraph di Londra, uno dei primi che appunto
ricostruì per intero quella strana giornata del presidente
americano (Qui
l'originale).
Revealed:
what really went on during Bush's 'missing hours'
By William Langley (16/12/2001)
Rivelato: cosa è realmente successo durante le "ore mancanti" di
Bush.
I
PARTE - LA REAZIONE
Three months after the attacks
on the Twin Towers there remains a
mystery as to what happened to the President that day. William Langley
pieces together the vital moments in the transformation of a presidency.
A tre mesi dagli attentati rimane denso il mistero su cosa sia
accaduto al presidente quel giorno. William Lagley ricostruisce qui i
momenti cruciali che hanno trasformato una presidenza.
A little after 6am on September
11, 2001, President George W Bush awoke
in the magnificent surroundings of the Colony Beach and Tennis Resort
on Longboat Key, a spindly coral island in the Gulf of Mexico, off
Sarasota, Florida.
Poco dopo le 6 del mattino dell'11 Settembre 2001, il presidente
George W. Bush si è svegliato nello spettacolare scenario del
Colony
Beach and Tennis Resort di Longboat Key, una sottile isola corallina
nel Golfo del Messico, al largo di Sarasota, in Florida.
His first stop of the day was
to be at the Emma E Booker Elementary School in Sarasota - a 25-minute
drive from the Colony.
Il primo appuntamento della giornata per il presidente era alla scuola
elementare Emma Booker di Sarasota, a 25 minuti di distanza dal Colony
Resort. [Molte isolette vicino alla costa sono collegate alla
terrraferma con lunghi ponti].
Mr. Bush arrived at the school,
just before 9am, expecting to be met by
its motherly principal, Gwen Rigell. Instead he was pulled sharply
aside by the familiar, bulky figure of 51-year-old Karl Rove, a veteran
political fixer and trusted aide of both Mr Bush and his father, George
Sr.
Bush è arrivato alla scuola poco prima delle 9, aspettando di
trovare
la materna figura della preside, Gwenn Rigell. E' stato invece tratto
da parte dalla più nota e tozza figura di Karl Rove, 51 anni,
scafato
faccendiere della politica e fido braccio destro sia di Bush che del
padre, George Senior.
Mr. Rove, a fellow Texan with
an expansive manner and a colourful turn
of phrase, told the President that a large commercial airliner
(American Flight 11) had crashed into the North Tower of the World
Trade Centre.
Rove, un texano estroverso dal linguaggio colorito, ha detto al
presidente che un grande aereo commerciale (il volo American 11) si era
schiantato nella torre nord del Word Trade Center.
It might have been an accident
- as Bush has since said, he saw footage
of the crash on a TV in the school "and I used to fly myself, and I
said: 'There's one terrible pilot. It must have been a horrible
accident.' " But Mr Bush soon learnt that it wasn't.
Poteva essere stato un incidente - come avrebbe detto in seguito,
Bush
aveva visto l'incidente in un televisore della scuola - "io stesso ho
volato e mi sono detto: Che cane di pilota. Deve essere stato un
incidente orribile." Ma Bush avrebbe presto saputo che non si trattava
di un incidente. [Suggeriamo di prendere particolare nota di questo
passaggio.]
At 9.03, as the President sat
smiling anxiously in a class of
seven-year-olds, United 175 smashed into the WTC's South Tower. At 9.05
the White House Chief of Staff, Andrew Card, 53, another long-time Bush
friend and confidante, leaned in close to the President and whispered:
"A second plane has hit the World Trade Centre. America is under
attack."
Alle 9.03, mentre il presidente sedeva in sorridente attesa nella
classe di seconda elementare, il volo United 175 si schiantava nella
Torre Sud. Alle 9.05 il Capo del Personale della Casa Bianca, anch'egli
da tempo amico intimo di Bush, Andrew Card, si chinava all'orecchio
del presidente e gli diceva: "Un'altro aereo ha colpito il World Trade
Center. L'america è sotto attacco."
A questo punto è
accaduto l'inverosimile. Sotto gli occhi delle
telecamemere, Bush è rimasto immobile al suo posto per sei
interminabili minuti, durante i quali ha addirittura ripreso la lettura
delle fiabe con gli scolari che era stata interrotta dall'ingresso di
Card. Nel frattempo seguiva con la coda dell'occhio il suo personale
fuori campo che, come avremmo saputo in seguito, gli mostrava dei
cartelli con scritte del tipo DON'T SAY ANYTHING YET (non dire ancora
niente).
Ecco il
filmato originale, che mostra la
reazione
di Bush all'annuncio di Andy Card (questo avviene a circa 15
secondi dall'inizio).
Richiesto in seguito di una spiegazione per quel lunghissimo momento di
incertezza, Bush avrebbe detto che lo ha fatto soprattutto per non
spaventare i bambini, e poi perchè, essendo lui molto cosciente
della
presenza delle telecamere, non voleva dare a chi lo stesse vedendo
l'impressione di una situazione fuori controllo. (Forse dimenticava che
in quello stesso momento, sugli schermi di tutte le TV del mondo,
stavano già ripassando all'infinito le immagini del secondo
aereo che
vira sopra Manhattan e punta deciso sulla Torre Sud). |
At
that moment in Washington, 900 miles north, a squad of Secret
Service agents stormed into the office of Vice-President Dick Cheney.
Seated in front of a television set watching CNN, Cheney, 60, who, like
Bush knew only the barest details of events, was seized by the arms,
legs and his belt and physically carried through 150 yards of
corridors, then taken by lift, down to the Presidential Emergency
Operations Centre (PEOPS) - a subterranean bunker capable of
withstanding an overhead nuclear explosion.
Nello stesso momento, a Washington, 900 miglia più a Nord, una
squadra
del Servizio Segreto irrompeva nell'ufficio del vice-presidente Dick
Cheney, che stava seguendo le notizie in TV sulla CNN. Sessantanne,
anch'egli come Bush all'oscuro dei particolari della situazione,
è
stato sollevato di forza per braccia, gambe e vita, fisicamente
trasportato lungo 150 metri di corridoio, e poi portato con l'ascensore
al Centro di Operazioni Presidenziali di Emergenza (PEOPS), un bunker
sotterraneo in grado di resistere anche ad una esplosione atomica
direttamente al suo esterno.
Non solo risulta difficile credere che Cheney, in quel momento
comandante in capo effettivo della nazione, se ne stesse tranquillo
alla TV a riguardare la scena dell'impatto, ma ricordiamo anche che
egli è notoriamente debole di cuore - viaggia con 4 bypass con
stimolatore elettronico incorporato - mentre non ha mai mostrato la
minima difficoltà a camminare normalmente. (Si potrebbe pensare
che il
desiderio di farlo apparire più "vittima" degli eventi di quanto
in
realtà lo fosse - excusatio non petita? - abbia partorito questa
scenetta decisamente poco credibile).
At
9.12 Mr Bush left the classroom. […] In a small, back office, the
President scribbled a brief statement in black felt tip on a yellow
legal pad. "Today," he declared on nationwide television, "we have had
a national tragedy. Two airplanes have crashed into the World Trade
Centre. We're going to hunt down and find the folks who committed this
act. Terrorism against our nation will not stand."
Alle 9.12 Bush esce dalla classe. In un piccolo ufficio nel retro, il
presidente scrive una frase in pennarello su un block-notes giallo.
"Oggi - dichiara poi in TV - c'è stata una tragedia nazionale.
Due
aerei si sono schiantati nel World Trade Center. Perseguiremo e
troveremo i responsabili di queste azioni. Il terrorismo contro la
nostra nazione non potrà esistere".
L'ha scritto, quel messaggio, o è stato scritto per lui? Notiamo
infatti come Bush si sia miracolosamente ripreso dall'esitazione
precedente, ed abbia già addirittura raggiunto le sue
conclusioni sulla
matrice ultima di quegli eventi. (E' vero che a quel punto di
incidenti non si poteva più trattare, ma da lì a decidere
che si tratta
di "terrorismo contro la nazione" da sconfiggere ce ne passa).
Scopriamo infatti nel paragrafo successivo che…
Before
making his first statement, Mr Bush had spoken to Dick Cheney
and watched a recording of events at the World Trade Centre. He seemed,
to those around him, to be rigid with rage.
… prima di fare l'annuncio in TV, Bush ha parlato con Cheney ed ha
visto una registrazione degli attacchi al World Trade Center. E'
apparso, a quelli che gli stavano intorno, livido di rabbia.
Mentre Bush si trasferisce all'aeroporto (9.36), il Pentagono sta per
essere colpito dal terzo velivolo.
Donald
Rumsfeld, the Secretary of Defence, was in his office on the
eastern side of the building, in a meeting with Christopher Cox, the
defence policy committee chairman of the House of Representatives. Mr
Rumsfeld, recalls Mr Cox, watched the TV coverage from New York and
said: "Believe me, this isn't over yet. There's going to be another
attack, and it could be us."
Donald Rumsfeld, il ministro della difesa, si trovava in quel momento
nel suo ufficio nella part est dell'edificio (sul lato opposto di
quello colpito) con Cristopher Cox, presidente della commissione
strategie difensive della Camera dei deputati. Cox ricorda che
Rumsfeld, nel guardare in TV le immagini da New York ,
abbia commentato: "Credimi, non è finita. Ci sarà
un'altro attacco, e
potrebbe essere contro di noi".
Moments later, the plane hit.
Mr Rumsfeld ran to the point of impact
and helped load the wounded on to stretchers before retreating to the
secure National Military Command Centre, beneath the building. There,
he refused entreaties to evacuate even as the Centre filled with smoke.
Pochi istanti dopo, il Pentagono veniva colpito. Rumsfeld si è
precipitato sul luogo dell'impatto e ha dato una mano a caricare i
feriti sulle barelle, per poi rifugiarsi nel Centro di Comando
Nazionale Militare sotterraneo.
Avremmo quindi il Ministro della
Difesa di una nazione sotto attacco
multiplo che 1) sta osservando alla TV le ripetizioni dei filmati dello
schianto di New York, 2) mostra invidiablili capacità
divinatorie nel
prevedere sia che ci sarà un altro attacco, sia il luogo esatto,
e 3) con tre aerei già andati a segno,
ed un quarto che sta puntando dritto su Washington, preferisce andare a
caricare i feriti sulle barelle, piuttosto che cercare finalmente di
coordinare la difesa della nazione di cui sarebbe incaricato.
O forse aveva anche intuito che quell'attacco
sarebbe stato l'ultimo della serie? Poco dopo infatti, alle 10.10, il
volo UA93 diretto su Washington precipita in una zona rurale della
Pennsylnania, dopo essere esploso con tutta probabilità a circa
mille
metri d'altezza. (Il raggio dei detriti era di circa 8 miglia, in una
giornata senza vento).
II
PARTE - IL RITORNO
A questo punto inizia
l'odissea nei cieli americani del Presidente
degli Stati Uniti. Decollato in gran fretta dall'aeroporto di Sarasota,
Air Force One riceve un misterioso segnale d'allarme dalla Casa Bianca,
e punta dritto verso il cielo con i quattro super motori Rolls Royce al
massimo della potenza.
I giornalisti a bordo (AF1 viaggia regolarmente con uno staff di
giornalisti che seguono ovunque il presidente) hanno raccontato con
visibile apprensione che sembrava di trovarsi su un missile Saturn in
partenza per lo spazio. In quel momento nessuno sapeva dove l'aereo
fosse destinato - nemmeno il pilota stesso. Solo una volta arrivato a
40.000 piedi - quota massima consentita per un 747 - l'aereo ha ripreso
un assetto di volo più regolare, mentre veniva finalmente
raggiunto dai
due caccia di scorta partiti quasi contemporaneamente dalla vicina base
di Jacksonville.
Mr
Cheney, a former Defence Secretary, urged the President to head for
the Offutt Air Force base near Omaha, Nebraska, which he knew from
experience had a highly sophisticated strategic command centre.
Cheney, ex ministro della difesa, insisteva perchè Bush andasse
alla
base di Offutt in Nebraska, che sapeva avere, per sua passata
esperienza, un sofisticatissimo centro di comando strategico.
(Ma c'è bisogno di essere stato ministro della difesa, come
vicepresidernte, per sapere dove si trovano i tuoi centri di comando
migliori?)
For
much of the next two hours the presidential jet appeared to be
going nowhere. The journalists on board - all of whom were barred from
communicating with their offices - sensed that the plane was flying in
big, slow circles.
Per quasi tutte le due ore seguenti sembrava che l'aereo non fosse
diretto in nessun luogo in particolare. I giornalisti a bordo, a cui
era stata proibita qualunque comunicazione con i loro uffici, avevano
la chiara sensazione di star girando in tondo.
As the President and
Vice-President continued to discuss the options,
the Secret Service was coming ever more firmly down on the
Vice-President's side in recommending against an early return to
Washington. (The Secret Service maintained a large field office inside
the World Trade Centre, and initially many agents were thought to have
been killed. This may have been a factor in Secret Service thinking.)
Man mano che la discussione fra presidentre e vice-presidente
proseguiva [su dove dirigersi], i servizi segreti [a bordo con Bush]
prendevano un posizione sempre più forte a favore del Vice nel
raccomandare di evitare un rientro affrettato su Washington.
At 10.20 a report came in that
a huge car bomb had gone off outside the
State Department in Washington. It wasn't true, but it changed the
picture once more.
Alle 10.20 era giunta
notizia dell'esplosione di una autobomba
fuori
dal Ministero degli Esteri. La notizia era falsa, ma aveva nel
frattempo cambiato di nuovo la carte in tavola.
A questo punto Bush viene portato prima alla base militare di
Barksdale, in Louisiana. Una volta a terra, si rende conto che il
segnale di allerta nazionale era stato alzato a Defcon Delta, il
massimo livello di allerta possibile, previsto in caso di guerra
atomica. I confini con Messico e Canada erano stati chiusi, e tutti gli
aerei ovviamente fermati a terra.
Da qui in poi, l'articolo prosegue con Bush che insiste
per tornare a tutti i costi a Washington, mentre ne viene tenuto
lontano da misteriosi avvisi di pericolo per il suo aereo, comunicati
da Cheney, che
si sarebbero poi rivelati infondati.
Colin Powell, da qualche tempo in disgrazia alla Casa Bianca, si
trovava in quel momento in Perù. Ripartito di gran corsa, ha
viaggiato
per dieci lunghe ore verso Washington, senza riuscire in nessun modo -
per motivi tecnici mai chiariti da nessuno - a mettersi in contatto
nè
col presidente nè con la Casa Bianca.
Per le restanti ore della
giornata quindi Richard Cheney e Condolezza
Rice, al suo fianco fin dal mattino, sono stati in controllo assoluto
della situazione, gestendo con lucidità e fermezza la ridda di
notizie
contraddittorie che iniziavano ad accavallarsi col passar delle ore:
autobomba, elicottero o aereo sul Pentagono? UA93 abbattuto o caduto
per conto suo? A che ora e su ordine di chi erano stati fatti partire i
caccia della difesa? Eccetera eccetera.
Nel frattempo i loro diretti
superiori, il Presidente degli Stati Uniti
ed il Ministro degli Esteri, si
affannavano come turisti qualunque per rientrare nella capitale, del
tutto impossibilitati ad
influire da lontano sull'evolversi della situazione.
Sarebbero rientrati solo in
serata, quando i
telegiornali si erano già tutti allineati su cosa ufficialmente
fosse
successo in quello stranissimo giorno di Settembre. La storia era
già stata scritta per tutti noi.
M.M.
http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2001/12/16/wbush16.xml
NOTA: Il caso ha voluto che
invece George Bush padre, l'ex-presidente ed ex-direttore della CIA, si
trovasse proprio a New York il giorno 10. E' stato così che,
sulla strada di ritorno per il Texas, Cheney ha voluto invitarlo a
passare la notte alla Casa Bianca. Di cosa abbiano chiacchierato i due,
purtroppo non lo sapremo mai. Ma sta di fatto che, mentre il figlio era
in Florida, a
leggere favole ai bambini, George H. Bush è rimasto
alla Casa Bianca fino ad un paio d'ore prima degli attentati,
ripartendo per il Texas proprio all'alba di quel mattino.
(George H. Bush quando era direttore della CIA, negli anni
'70)
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