Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  soulsaver il 25/3/2008 13:44:31
Non ho più la TV da almeno un paio di anni. Non ho idea se ci siano già discussioni aperte a questo riguardo...
Ho visto solo adesso stralci degli interventi di Tremonti ad Annozero,
Ha pronunciato gli 'innominabili', gli ILLUMINATI.
Cosa ne pensate? Introduce in PRIME TIME molti argomenti interessanti, quali Nuovo Governo Mondiale, Mercato Globale e nomina anche alcuni politici che fanno parte degli "illuminati" e che guardacaso hanno tutti partecipato agli incontri del bilderberg: Veltroni, Padoa Schioppa, Prodi etc...
Parte 1
Parte 2

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  nike il 25/3/2008 15:47:06
Dato che non hai la televisione consiglio di leggere il suo libro te la cavi in pochi giorni . " La paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarla".

[..] bisogna ritornare alle radici dell'identità europea, in un percorso che va nella direzione opposta e contraria rispetto al '68 e ai suoi errori.[...]

E se lo dice lui, bisognerà credergli, particolarmente sotto elezioni.

Per quanto riguarda Santoro gli avvelenerei il cibo.E' contro la legge lo so. Si fa per dire.

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  carloooooo il 25/3/2008 19:35:24
Ma che partita sta giocando Tremonti? Insomma, va ad Annozero parlando - di certo non positivamente - di "illuminati", ripetendo questa parola talmente tante volte da far escludere un suo uso "innocente". Si riferisce, criticandola aspramente, alla combriccola che prese parte alla riunione del Britannia nel 1992 (se non sbaglio), che decise la politica economica italiana per gli anni successivi, e che è praticamente sovrapponibile al gruppo Bildelberg, ad una riunione del quale però Tremonti ha partecipato.

Poi scrive un libro che dice sostanzialmente le stesse cose di LaRouche (almeno stando a quanto dice il suo sito, movisol.org).

Boh.

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Tremonti e la Nuova Bretton Woods

Movisol.org

17 marzo 2008 – L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti continua la sua campagna a favore della nuova Bretton Woods, ribadendo in quasi ogni discorso o intervista un concetto sostanzialmente identico a quello di Lyndon LaRouche. Come i nostri lettori sanno, il dialogo tra Tremonti e LaRouche è avviato da tempo ed è pubblico. Ora Tremonti ha innestato una marcia superiore, e creato una polarizzazione che attraversa tutti gli schieramenti politici. Questa polarizzazione non potrà che fare bene al paese, ed è già emersa come il tema discriminante della campagna elettorale.

L’attacco di Tremonti alla globalizzazione ha trovato critici nel suo stesso partito e sostenitori nello schieramento avversario. Così, mentre i liberisti Brunetta e Martino si smarcavano, allineandosi con gli “illuminati” difensori della globalizzazione Mario Monti, Nicola Rossi, Linda Lanzillotta e Francesco Giavazzi, Fausto Bertinotti dichiarava a La Repubblica il 17 marzo di preferire un avversario intelligente come Tremonti a “lontani vicini” come Prodi. E un’apertura molto significativa giungeva dall’autore del programma del PD, Enrico Morando, che in una lettera inviata al quotidiano Il Riformista ha spiegato di sentirsi più vicino al libro di Tremonti che non al programma del PdL.

Il 15 marzo, la senatrice Lidia Menapace, figura storica del femminismo italiano, ha rilasciato una dichiarazione all’EIR in cui appoggia la “nuova Bretton Woods promossa negli Stati Uniti dall’economista e leader democratico americano LaRouche” come unica via per non “soccombere a misure di austerità e guerre imposte da nuove forme di dittatura”. La sen. Menapace ha anche proposto un referendum sul trattato di Lisbona, una “minaccia alle conquiste dei lavoratori”. [L'appello della Menapace]

Da parte sua Tremonti si diverte a canzonare i suoi oppositori. Il 16 marzo, a Cernobbio, ha chiesto ironicamente: “Ma Bernanke ha informato Giavazzi?”, riferendosi al salvataggio di Bear Sterns come ennesima, evidente prova del fallimento della globalizzazione.

Questa settimana, Tremonti ha rilanciato la Nuova Bretton Woods in ogni intervista e discorso pubblico. In un’intervista al servizio Italyglobalnation di Adnkronos il 10 marzo, Tremonti aveva sottolineato che nel suo nuovo libro “la proposta forte è quella di una nuova Bretton Woods, cioè a dire un nuovo accordo globale sulle ragioni di cambio e di scambio. Questo è esattamente l’opposto dell’anti globalizzazione, è l’opposto di una catena di errori che porterebbe a una crisi e che io vorrei evitare con strumenti di governo della globalizzazione. Nel 1944 nel New Hampshire i responsabili della politica e dell’economia del mondo si accordano in ordine ad alcuni capitolati che hanno retto per mezzo secolo. Ecco, io questo credo che dobbiamo fare, capire che la crisi non è banale ma è fondamentale, non è congiunturale ma strutturale e gestirla con strumenti di quel tipo''.

Il 15 marzo, al Forum della Confcommercio a Cernobbio, Tremonti ha ribadito: “E’ arrivato il tempo di sostituire il disordine con un nuovo accordo economico e politico globale, quello che serve è una nuova Bretton Woods”. E il 17 marzo, in un’intervista a La Repubblica, ha insistito: “Questa crisi è una crisi con la C maiuscola.. finora non c’è stato panico perché l’intervento pubblico non è venuto dopo i crac ma un momento prima. Se ne può uscire unicamente con una nuova Bretton Woods, riscrivendo le regole dell’ordine mondiale”. Non siamo alla fine del mondo, ma alla “fine del mondo mercatista, la bancarotta degli economisti che hanno legittimato o non hanno capito cosa si stava creando. Templari furibondi che ora urlano sotto le rovine del loro tempio mentale... serve una discontinuità concreta e simbolica: una nuova Bretton Woods. Nel ’44 si fondò un nuovo ordine economico mondiale, è arrivato il tempo per sostituire al disordine globale un nuovo ordine globale, Prima si convoca una Bretton Woods, prima finisce la crisi”.

LaRouche su Tremonti

Durante la teleconferenza del 12 marzo è stato chiesto a LaRouche: “Sicuramente lei saprà che l’ex ministro delle finanze italiano Giulio Tremonti ha scritto un libro sulla fine della globalizzazione e sulla necessità di una nuova Bretton Woods. Purtroppo Tremonti è parte di un movimento politico, quello di Berlusconi, di cui fanno parte molti elementi reduci della vecchia P2. Il loro programma contiene inoltre elementi di razzismo, xenofobia, e altre cose deplorevoli. Che si può fare di fronte ad una contraddizione del genere? Proprio trent’anni fa questi ambienti della P2 fecero rapire e assassinare Aldo Moro.”

LaRouche: “Suppongo che Tremonti sia un professionista che sa che cosa sta dicendo, sa che cosa sta proponendo, e ci crede. Si trova però in un paese, l’Italia, in cui da tempo non è possibile avere un governo controllato dagli italiani, perché è controllato da potenze straniere. I fili sono tirati dall’esterno, soprattutto da Londra. E’ stato menzionato il caso Moro. Chi ne ha colpa? Provi a chiedere ad Henry Kissinger, perché di certo ne sa qualcosa. Ma non è stato Kissinger, piuttosto è stata Londra. Il controllo di Londra sull’Italia si è rafforzato ulteriormente da quando lo yacht Britannia, al largo delle coste italiane, caricò un gruppo di persone per impartire una certa linea politica. Allora per capire come stanno le cose in Italia, non basta guardare a questo o quel governo. Si deve guardare al fatto che al paese non piace essere controllato dall’esterno, ma che purtroppo sottosta a tale controllo. Il paese è dominato dagli americani e dagli inglesi da varie località, come Bellagio, dove i Rockefeller hanno il quartier generale per l’Italia. Altre cose del genere si trovano in altre città. Dunque le persone come Tremonti cercano di operare in una struttura sociale che è diventata immorale. In effetti, nel periodo post-sovietico, gli inglesi hanno schiacciato i partiti italiani per ridurli in uno stato tale per cui non sono più in grado di esercitare nessun controllo su sé stessi. Se un governo italiano cerca di fare qualcosa di utile che cosa fanno gli inglesi, con l’assistenza degli americani? Fanno cadere il governo! Fanno in modo che nessun partito sia abbastanza forte per poter governare. Chiaro no?

“Il problema delle nazioni europee è che sono state private dei propri diritti politici reali, e questo colpisce generalmente tutti i paesi europei fino al confine della Russia. ... [il fenomeno risale all’epoca del primo ministro britannico] Thatcher, attraverso la quale fu imposta una politica, resa ufficiale con il trattato di Maastricht, soprattutto sulla Germania, che è molto simile a quella che i Britannici imposero negli anni Venti con il Trattato di Versailles. La stessa sostanza politica. Alla Germania fu detto che le condizioni per la sua riunificazione erano la distruzione delle sue capacità industriali e agricole. Soprattutto il suo potenziale scientifico doveva essere distrutto su ordine e con il sostegno degli Stati Uniti! E una cosa simile è stata imposta anche all’Italia e alla Francia, dove non è però riuscita fino in fondo. Tutti i paesi europei sono stati privati della propria sovranità effettiva e completa. Adesso c’è una possibilità, anche grazie alla campagna iniziata da mia moglie Helga, di ribaltare tutto ciò respingendo la ratifica del Trattato di Lisbona. L’Europa può recuperare parte della sua sovranità respingendo tale imposizione. Altrimenti nessuna nazione dell’Europa occidentale e centrale ha una sovranità effettiva. Pertanto Tremonti si trova ad operare in una situazione in cui all’Italia non è concesso di esercitare i propri poteri sovrani. Dunque si cerca di far passare certe idee, si cerca di influire sui processi, i processi intellettuali, di allestire una qualche difesa, ma senza il nostro intervento sulla scena mondiale, dagli Stati Uniti in particolare, con la cooperazione della Russia, della Cina e dell’India, l’Europa occidentale continentale non sarà libera. Resterà quello che è già oggi: una semplice colonia britannica.

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  Rae il 5/4/2008 13:53:28
Innanzi tutto un saluto a tutti gli utenti del forum. Questo è infatti il mio primo post. Felice di essere approdato su questi lidi. Davvero.

Ho trovato questo post di una rilevanza straordinaria, che conferma in parte molti dei sospetti che avevo. Sconcertate la ripetizione ossessiva della parola "illuminati" da parte di Tremonti, non credo proprio possa essere una "gaffe", non a questo punto.

Nonostante ciò sono molti (e ci mancherebbe) gli angoli oscuri, e magari chiedo a voi se qualcuno è in grado di fornire qualche informazione in più sui seguenti argomenti:

Chi è Massimo Tononi? http://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Tononi qualcuno riesce ad aggiugere qualche info a proposito? Vorrei capire un poco meglio in che relazione siano la Goldman Sachs e Prodi.
Se ne avete già parlato sul forum gradirei essere rimandato al topic in questione.

In oltre durante un intervista a Roberto Fiore (FN), egli parlava in modo velato (ma non troppo) di una sorta di liberazione dal egemonia economica degli stati uniti e UK, attraverso un non ben chiara allanza strategica con la Russia. Ho capito bene? Qualcuno ha idea di cosa comporterebbe una cosa del genere?


Vi ringrazio

Re:non solo ad ANNOZERO

Inviato da  pecorone il 4/5/2008 14:56:08
Tremonti non ha parlato solo ad annozero sugli illuminatianche da Vespaa prta aporta.li ribadisce il fatto che sono dei fanatici e che hanno gestito dagli anni novanta tutti i flussi economici,ospite cera anche Dalema che ribatte dicendo che anche Tremonti apprtiene agli Illuminati ma che non la pensa più come altri tipo Clinton.Come se ci fosse stata una scissione,una divergenza di idee.

Re:non solo ad ANNOZERO

Inviato da  carloooooo il 12/5/2008 20:20:08
Saranno anche le solite parole al vento, però c'è da dire che la campagna elettorale ormai il centrodestra l'ha vinta, per cui ancora una volta le esternazioni di Tremonti stupiscono non poco.

Carlo

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Tremonti: «Tesoretto zero. Ora sacrifici per banche e petrolieri»

[...] In ogni caso i sacrifici annunciati in campagna elettorale dal governo di centrodestra non riguarderanno i poveri, ma in primo luogo, e questo non mancherà di fare discutere, le banche e i petrolieri. Il primo sacrificio, quindi, riguarderà il mondo del credito.«Pensava forse - ha detto Tremonti a Lucia Annunziata - che avrei detto i poveri? No, questa volta toccherà alle banche e a chi incassa le rendite petrolifere. Noi pensiamo che qualche sacrificio debbano farlo le banche e i petrolieri». Le prime, ha spiegato il titolare di via XX Settembre, dovranno «pagare più tasse se non fanno pagare meno di mutui alle famiglie». Quanto alle compagnie petrolifere il ministro ha osservato che «prendono più soldi perché è aumentato il prezzo», non perché operano meglio. Tuttavia Tremonti ha tenuto a precisare: «Sono idee mie, le discuteremo all'interno del governo». [...] [Il Sole 24 ore]

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Alcune considerazioni di Gianni Petrosillo:

[...] A sentire i nuovi membri del governo, che possono contare su una larga maggioranza parlamentare, il bivacco di manipoli è logisticamente posto a sinistra di questa camera, poiché (e come dargli torto!) in due anni, sotto la guida del banditore di corte Sir Romano Prodi, l’alta finanza e l’industria fallita, hanno liberamente approfittato delle pubbliche risorse come mai era avvenuto prima.

Eppure, programmaticamente e storicamente da lì, dagli uomini di sinistra, dovevano risuonare parole di fuoco e di condanna contro i saprofiti della GF e ID ["grande finanza e industria decotta"]. Almeno, si pensava che quello fosse il luogo naturale da dove i paladini della giustizia sociale avrebbero denunciato il sacco nazionale messo in atto dai poteri forti.

Invece, in due anni abbiamo sentito spargere miele sulle istituzioni finanziarie europee e nazionali, tutte controllate dal potente apparato banco-industriale d’oltre atlantico (l’alleato caritatevole che nel suo braccio armato insegna al mondo come si sta al mondo), e abbiamo ascoltato, a menadito, le prediche dei sacerdoti che fanno uso della sacralità contabile per ingarbugliare il mistero della fede mercatista che tutto regola attraverso la fantomatica mano invisibile. [...]

Oggi, invece, in una delle sue prime uscite pubbliche, il Ministro dell’economia Tremonti, dice solennemente che i sacrifici andranno distribuiti e che non saranno le classi meno abbienti a portare il peso delle difficoltà di tutto il paese. Motivo per cui, petrolieri e banchieri dovranno aprire il portafoglio e ridare, più o meno, il maltolto. E se non lo faranno, abbassando i mutui con i quali dissanguano la gente, dovranno caricarsi il fardello della maggiore pressione fiscale. Ben detto! Avremmo voluto di più, ma si sa che i conventi sono austeri e passano quello che passano. Ma ora ditemi, o vuoi tutti semicolti di sinistra che impallidite al crescere del crepitio portato dai passi delle orde mongole berlusconiane: quanto volte avete sentito pronunciare queste parole ad un Padoa-Schioppa, ad un Visco, ad un Bersani ecc. ecc.

Forse Tremonti sarà presto costretto a retrocedere su ben altre posizioni, forse lo butteranno fuori come già successo precedentemente, ma riconosciamo a Cesare (Giulio) quel che era di Cesare (imperatore): il coraggio del cambiamento. Qualcuno, nella compagine governativa ha già messo le mani avanti dicendo che sono parole e opinioni personali del Ministro che dovranno essere discusse (o, meglio, calmierate e forse anche azzerate) dall’intero esecutivo. Probabilmente è quello che avverrà. Ma gli uomini della finanza e dell’industria parassitaria sono molto preoccupati e per bocca di alcuni insigni rappresentanti (come Faissola presidente dell’ABI) ammettono che con questo governo dovranno scendere a nuovi patti; è finita l’era della cuccagna prodiana, quando la finanza dettava legge, il governo eseguiva e Montezemolo incassava. [Ripensare Marx]

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  carloooooo il 18/5/2008 22:36:44
Ormai mi sono incuriosito al personaggio.

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Banchieri vs Tremonti: i "sacrifici" falli tu

di Francesco de Dominicis per Libero Mercato - 13/05/2008

Altro che sacrifici. Spaventate dalle minacce del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, le banche italiane vanno al contrattacco. E preparano un dossier da mandare a stretto giro al nuovo responsabile di via Venti Settembre. Gli istituti di credito sono pronti a dare battaglia al governo: l'idea di un inasprimento della pressione tributaria sui loro bilanci proprio non la accettano. Anzi. Già nel documento messo a punto durante la campagna elettorale, i banchieri avevano sollevato la necessità di ammorbidire il fisco sul credito.

Ma da ieri mattina, la sparata di Tremonti - che nel fine settimana ha annunciato «sacrifici per banche e petrolieri» - è diventata l'emergenza principale per l'Abi, l'Associazione bancaria italiana. Il fascicolo è curato da Laura Zaccaria, da anni responsabile delle “questioni fiscali” nell'ente di piazza del Gesù. Si teme, in particolare, secondo indiscrezioni raccolte da “LiberoMercato”, «una nuova stretta sull'Irap, forse con una rimodulazione della base imponibile», dove potrebbero tornare a pesare «le svalutazioni sui crediti». Il che potrebbe equivalere a un sostanziale innalzamento dell'aliquota effettiva dell'imposta regionale sulle attività produttive.

Osservate speciali pure le norme sui «gruppi» e sui bilanci consolidati (che spesso sarebbero stati penalizzati sul piano fiscale), e le disposizioni relative al «credito d'imposta sui dividendi». Ecco perché il presidente Corrado Faissola, sabato, ha subito messo le mani avanti e ha rivendicato «il rispetto dell'autonomia delle banche, della loro posizione competitiva e della tutela dell'interesse di tutti gli stakeholder del sistema bancario». Da Brescia, il capo dell'Abi ha detto che gli istituti sono «aperti al confronto per verificare quali soluzioni possano essere adottate per raggiungere gli obiettivi che il governo stesso si pone».

Prudente nei giudizi, per ora, anche il presidente di Mediobanca: «Vediamo, aspettiamo le iniziative» di Tremonti ha detto ieri Cesare Geronzi. In realtà i rapporti fra il ministro dell'Economia e il mondo bancario sono già assai tesi. L'obiettivo dell'industria finanziaria - al momento non dichiarato apertamente - è ottenere nuovi sconti. Per le banche sarebbe opportuno «continuare» sulla scia delle mosse del governo di Romano Prodi. In particolare per quanto riguarda la «semplificazione» delle leggi fiscali. Non solo. Il massimo auspicio, secondo gli esperti del settore, sarebbe un complesso riassetto normativo del sistema fiscale, sulla falsa riga della riforma varata in Germania un paio di anni fa.

Il governo tedesco, secondo le stime contenute in un report delle banche italiane, ha garantito alle imprese locali un «carico fiscale» effettivo che non arriva al 30% (29,83% per l'esattezza). Una pressione contenuta, dunque, di cui le banche tedesche dovrebbero poter beneficiare anche nel prossimo biennio. In Italia, i bilanci delle banche godono comunque di un prelievo tributario (31,4%) inferiore rispetto alla pressione fiscale calcolata rispetto al Pil (43,1%).

Ma i banchieri difficilmente si accontentano. Con Tremonti, però, sarà difficile per le banche raggiungere quella sintonia ottenuta con Prodi. Che negli ultimi due anni ha sistematicamente accontentato i desiderata dei banchieri. Valga, per tutti, la partita sul cuneo fiscale. Gli istituti - che, in una prima fase, erano state escluse, insieme con le assicurazioni, dai vantaggi sul costo del lavoro - ci hanno messo poco a far correggere la rotta a Prodi e all'ex ministro Tommaso Padoa-Schioppa. Insomma, il feeling tra le banche e il centrosinistra, salvo qualche scivolone di Bersani (puntualmente corretto dal Consiglio dei ministri o dal Parlamento), è stato costante. Con Tremonti, invece, le relazioni sono sempre state complicate.

Non a caso, alla fine della quattordicesima legislatura 2001-2006, le banche decretarono una vera e propria bocciatura per la politica fiscale di Berlusconi, e dunque di Tremonti che guidò l'Economia per (quasi) tutti e cinque gli anni (il ministero fu retto per nove mesi da Domenico Siniscalco). In un documento riservato e mai pubblicato, i tecnici degli istituti passarono al setaccio le norme varate dal governo in quel quinquennio. Decisamente «negativo» il giudizio finale. E quel documento che adesso rappresenta la base per tentare di capire in quale direzione potrebbe tornare a muoversi il responsabile dell'Economia nelle prossime settimane. [Arianna Editrice]

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  carloooooo il 15/6/2008 15:39:04
Olé!
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Bossi: anche in Italia vincerebbe il no Tremonti: da Irlanda segnale di paura

ROMA - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non nasconde la sua preoccupazione per la bocciatura, con un referendum, del Trattato di Lisbona da parte dell'Irlanda. «È un messaggio dei cittadini, i popoli ci trasmettono segnali di paura e di incertezza - ha detto al termine della riunione del G8 di Osaka -. Si può dire che questo non è razionale, ma riceviamo un messaggio e dobbiamo agire perché sono segni di difficoltà alla tenuta democratica».

SEGNALE IRRAZIONALE - «Il mercato finanziario è importante - ha aggiunto Tremonti - ma la stabilità politica è più importante per il mercato. Su questo hanno convenuto più o meno tutti i ministri». Quello dell'Irlanda, è un voto «molto forte, che viene dalle aree più popolari, da un paese beneficiario dell'Europa. È un segnale irrazionale e proprio per questo pericoloso». Bisogna cambiare schemi di valutazione, secondo Tremonti, «occorrono modelli diversi, che non sono quelli degli illuminati che dovrebbero lasciare la scena per limiti d'età». [Corriere]

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  Mande il 15/6/2008 17:00:58
Carlo
Citazione:

Saranno anche le solite parole al vento, però c'è da dire che la campagna elettorale ormai il centrodestra l'ha vinta, per cui ancora una volta le esternazioni di Tremonti stupiscono non poco.
...........
Ormai mi sono incuriosito al personaggio.

Sulle banche ha estremamente deluso...

Mercoledì prossimo 18 giugno potrebbe approdare in consiglio dei ministi con largo anticipo rispetto al previsto DPEF la robin tax.

Vediamo se stavolta sarà in grado di fare qualcosa o se saranno buoni proposti al vento come i precedenti...

Citazione:

È un segnale irrazionale e proprio per questo pericoloso». Bisogna cambiare schemi di valutazione, secondo Tremonti, «occorrono modelli diversi, che non sono quelli degli illuminati che dovrebbero lasciare la scena per limiti d'età»

Dicendo che gli Irlandesi sono stati irrazionali dice praticamente che secondo lui il trattato andava bene così come è ora.
Il discorso sugli "illuminati" poi io lo tradurrei così:
"I vecchi illuminati non riescono più a fregare i popoli senza che questi se ne accorgano. Bisogna dare spazio a nuovi o diversi illuminati (come me forse?) che siano più scaltri nell'"intortare" le persone".

Re: Tremonti ad ANNOZERO

Inviato da  carloooooo il 15/6/2008 20:04:39
Sì mande, anche io penso che quelli che Tremonti manda quando parla di illuminati siano dei messaggi (non tanto) cifrati alle alte sfere, e non a noi. Però il tutto risulta estremamente interessante.

Carlo

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