Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  prealbe il 7/4/2007 15:14:32
@ Nichilista
Violento e autoritario! Tié!


P.S. Buona Pasqua a te.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 7/4/2007 15:21:52
non sono credente, per cui buona pasqua nel senso cristiano/cattolico della parola per me non significa nulla.

ma pasqua vuole dire anche passaggio, ed un buon passaggio lo auguro a tutti, almeno a chi ha desiderio di andare oltre (qualsiasi cosa)

Buon Passaggio!

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  nichilista il 7/4/2007 15:28:56
AUTORIMOSSO

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Pausania il 7/4/2007 15:33:52
Nerone Citazione:
Piccolo esempio (virtuale) di autoritarismo

E perché mai? Il mio era un piccolo consiglio: tu sei liberissimo di esporti al pubblico ludibrio con le tue panzane, straparlando di cose che non conosci. Chi sono io per impedirtelo?

Prealbe Citazione:
P.S. Attento, Nerone: mai stuzzicare un credente sulla sua religione

Penuria d'argomenti, mi par di capire.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 7/4/2007 15:40:20
E perché mai? Il mio era un piccolo consiglio: tu sei liberissimo di esporti al pubblico ludibrio con le tue panzane, straparlando di cose che non conosci. Chi sono io per impedirtelo?

non scendo a battibecchi inutili, e quel che è stato detto è stato detto, "arrotondarlo" o "sfrondarlo" non ne cambia il senso.

Buon Passaggio anche a te

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  nichilista il 7/4/2007 15:40:49
AUTORIMOSSO

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 7/4/2007 15:47:07
"ahhh ve lo detto io che finiva tutto in FLAME ! si savi chi può!!!"

Nichilista, ci sono domande che hai fatto in questo 3D che meritavano non solo una risposta, ma anche uno sviluppo argomentativo , perche' rilevanti ed interessanti per entrambe le posizioni ideologiche, cioe' quelle per e quelle contro le regole, l'autorita' ecc ecc.

Non ne ho viste di risposte.
Ma tentativi di fare andare a puttane il 3D ce ne sono stati. Nonostante i tuoi innumerevoli post argomentati e quelli di Prealbe e di altri notevolmente argomentati.

Ora dove sta la penuria di argomenti ?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Pausania il 7/4/2007 15:53:30
Citazione:
non ho mai ben capito perchè qualcuno si inserisce in un discorso per asserire che le cose che son state dette sono panzane, senza però argometare il perchè.

Per il semplice motivo che, sebben abbia evitato di partecipare a questa discussione per motivi che non sto a dire, quando ho visto che qualcuno si mette a dire che i troll sono gli anarchici di internet, interviene per dire che questa è una panzana.

Lo è per il semplice motivo che traccia l'infantile equazione tra anarchico e teppista. Ora, credo che la differenza sia chiara. Se non lo è, non è certo colpa mia, ma di chi parla di cose che non sa, e non solo: pontifica insultando il pensiero altrui.

Quindi intervengo per far rendere noto ai lettori che ha detto una panzana: ecco il motivo per cui ho scritto "panzana". Non mi pare così difficile.

Come disse Giovanni: se spari cazzate e io non ti fermo, è colpa mia.

Citazione:
poi si aggiunge che c'è una certa Penuria d'argomenti

E lo ribadisco: siccome la persona in questione ha insinuato che il mio pensiero sia solo una forma di credenza immotivata, fomentata dal fuoco dell'ossessione e accecata dal fumo che quello stesso fuoco produce; insomma: dicendo che sono un ragazzino che crede alle fiabe; ho fatto notare che è un intervento che manca di argomentazioni e di contenuti.

Precisamente "penuria d'argomentazioni".

Citazione:
io ho adesso , qui sopra,ho provato a fare esempi e spiegare il mio ragionamento ma nessuno pare aver contestato nulla.

Buon per te, sarai molto convincente...

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 7/4/2007 16:05:19
Comunque Pausania, il mio riferimento ai troll era una conseguenza alla sillogia posta da Prealbe tra un sito internet e nello specifico un forum e la societa', ed era in risposta ad un post di Benitoche.

Il "pezzo" di Prealbe al quale ho messo la mia aggiunta era questo :


-------Su LC un moderatore, ruolo che comporta certamente l’autorità, ha potere nei confronti dell’utente di:
- richiamo
- rimozione parziale o totale dei post
- sospensione
- espulsione
Trasposto in un contesto reale (“utente” = “cittadino”), in cosa si tradurrebbe?
Rispettivamente, direi:
- “diffida legale”
- “censura”
- “pena detentiva” (privazione delle facoltà di agire nella società)
- “pena di morte” (oppure “esilio” se si preferisce; comunque eliminazione del “cittadino” dalla società)
Il tutto a fronte di violazioni della Legge (la policy del sito) stabilita unilateralmente da chi dirige LC (costituendone di fatto l’Autorità) e applicata più o meno arbitrariamente (soggettivamente) da chi ne ha le facoltà (discese dall’alto).

----------------------------------------------------------------------


dire che il troll è lo spirito anarchico di un forum stava a significare esattamente quello che puo' essere nel contesto sviluppato da Prealbe e cioe' :
un utente che non si attiene alle regole del sito.
Non ho certo fatto attinenze con il perche' ed il percosa un troll si manifesta in un forum , che possono essere, come dici tu, solo azioni teppistiche.
Ma la cosa non era oggetto del mio paragone.
Il riferimento era solo alla non accettazione delle regole.
Ma sul pezzo di Prealbe hai sorvolato...eheheheh

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Pausania il 7/4/2007 16:19:57
Citazione:
Il riferimento era solo alla non accettazione delle regole.

No no: è proprio questo il punto. Continui a confermare quello che ho detto. Tu del pensiero anarchico nel suo complesso non conosci nulla.

Io non ne sono il massimo esperto che puoi trovare su piazza, lo confesso; però almeno è da un po' che non faccio affermazioni di questa portata.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  prealbe il 7/4/2007 18:23:31
La digressione sull’anarchia è senz’altro stimolante e meritevole di approfondimenti; ma è, appunto, una digressione. Cerchiamo di non farla diventare un OT pieno. Sarebbe una buona cosa ripartire dal post #228, ignorandone tranquillamente i Post Scriptum.

Grazie a tutti.


Prealbe

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 7/4/2007 20:47:21
nichilistaCitazione:
stesso discorso per la società:
per crearne un altra ex novo devi trovare il luogo, devi possederne i mezzi , non devi trovare persone che ti ostacolano già presenti in quel luogo, devi trovare gente che vuole interagire con la tua società e le sue regole/non regole.

E quindi? Dove vedi il problema?
Citazione:
considerando internet come il nostro UNIVERSO DI INTERAZIONI, corrisponderebbe alla rinuncia della possibilità di partecipare alla vita associata e relazionarsi (…)anche questo si può fare nella società reale. corrisponde all'isolamento.

Poco prima avevi però affermato che è possibile crearne un’altra ex novo: com’è che ora si è arrivati all’isolamento?!
Deve essere per via del multimediale, multiculturale, multifunzionale, multiscodellato e multivariopinto mondo delle autorità e dell’ormai indispensabile promiscuità permanente (una delle forme potenzialmente più subdole di isolamento) senza la quale non si è NESSUNO?? O cazzo, scusate, dovevo dire “partecipazione alla vita democratica delle istituzioni”.

Citazione:
per fare un esempio si può dire che indymedia non possedeva le "rigide regole" presenti in questo sito.era piuttosto anrch...no, diciamo libero da restrizioni.

Eh, si. Indymedia era “anarchico”. Come Bertinotti, Caruso e Diliberto.
Citazione:
chi ha allora la "possibilità" di creare regole?

Intendi dire “crearle” o “crearle PER imporle”?

tu rubi?

Ci pensa già il “welfare”.

menti sotto giuramento?

Qualcuno lo ha già fatto, ma aveva dalla sua l’immunità parlamentare.

parcheggi dove è vietato?

Se ho l’auto blu diciamo che NULLA è vietato.

uccidi specie protette?
cacci fuori stagione?


La specie protetta stiamo diventando noi, non so se hai capito.

fai aggiotaggio?

Qualcuno, perfino legalmente.

fumi nei locali pubblici?
bari in un torneo di pocker?


“Tiri cocaina” con l’equivalente di un paio di stipendi?

a quante di queste cose avete risposto no (o avreste risposto no)?

Quante di queste cose vengono sistematicamente fatte passare alle “autorità”?

perchè?

Perché “lo stato siamo noi”?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 7/4/2007 20:58:18
Qui non ho capito assolutamente niente di quello che vuoi dire .

Sinapsi già compromesse dai festeggiamenti pasqualini?
Citazione:
Che forse il vero punto della questione sia invece che “Sito che vai, regole che trovi.”? Cioè che delle regole le trovi comunque? Mah! Boh! Chissà!

Ma non si stava parlando delle autorità che le “regole” le fanno ANCHE, oltre a farle rispettare? Mah, boh, chissà.
Citazione:
“No!”

Nottatina in “bianco”?
Citazione:
“Regole” (di cui un sinonimo è “leggi”, casualmente) che servono per garantire “libertà”.

“Regole” che solo gli immuni dal giudizio possono infrangere, cioè, le autorità…Ma guarda un po’!
Coraggio, un altro piccolo sforzo e ci diventi anarchico.
Citazione:
ma è, appunto, una digressione. Cerchiamo di non farla diventare un OT pieno. Sarebbe una buona cosa ripartire dal post #228, ignorandone tranquillamente i Post Scriptum.

Qualche insospettabile anarchico di troppo in giro, eh?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 7/4/2007 21:59:54
xFlorizel

ho letto i tuoi due interventi ed insisto : non ho capito assolutamente niente di quello che scrivi.
Ma per non imputarti colpe che non hai, devo dire che riesco a leggere due o tre righe di quello che scrivi, poi abbandono.

Ora il mio abbandonare deve essere senza dubbio un mio limite.
Ma vorrei invitarti alla riflessione perche' se uno qualsiasi come me abbandona per manifesta stanchezza quello che scrivi, forse e dico forse e ripeto forse, dovresti rivedere il tuo modo di scrivere.

Dopo i tanti forse che ho messo giusto per non infastidire la tua suscettibilita', se te ne venisse la voglia , potresti riscrivere il tutto?
Pero', una preghiera, riscrivi senza fare operazioni tipo parole incrociate. Cioe', dammi il tuo pensiero con almeno cinque righe di tuo senza riprendere e spezzettare i discorsi altrui e appiccicarci sotto altrettante didascalie.

Non è un appunto, ma fino ad ora non ho letto niente di veramente tuo.

Non prenderla come offesa perche' non è nelle mie intenzioni, piuttosto sia prealbe che Nichilista hanno posto delle domande ben precise ed importanti.

Rispondi?

fino ad ora non lo hai fatto

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  nichilista il 7/4/2007 22:28:19
AUTORIMOSSO PERCHè "PERICOLOSO"

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 7/4/2007 22:53:07
Nichilista

io sapevo che cosi' si vendono i detersivi, ma tant'e'..pare che si venda anche il pensiero.
(non è riferito a te ma a chi scrive slogan )

Ti faccio una domanda : se la bellezza esiste in quanto nega la bruttezza, se il bene esiste perche' nega il male, se la pace esiste perche' nega la guerra e via dicendo, si intuisce che l'opposto non è positivo, ma negativo, ma è evidente che il negativo va a pari passo con il positivo.

Quindi, se le regole esistono (ed è un fatto) si puo' dire che esistono perche' negano l'assenza di regole. Quindi negare le regole è un opposto negativo. Si puo' anche partire da : le regole non esistono , e il volere le regole è un opposto . Ma gli opposti sono sempre negativi, in quanto negano cio' che e' di preesistente.
Per trovare l'assenza di regole, quindi arrivare al momento di positivita' dell'opposto, bisogna andare al tempo ancestrale dell'uomo.
Quando l'uomo non aveva regole sociali ,ma subiva le regole della natura dalla quale dipendeva, ed in totale sottomissione in quanto non aveva consapevolezza.

Vedi, la legge degli opposti alla fine è usata dall'uomo a suo tornaconto.

La domanda è :
c'e' un tornaconto nel negare l'opposto da entrambe le parti?
(considera che si parla di uomo in senso generale e non in senso di potere o di politica)

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Kirbmarc il 7/4/2007 22:57:34
Citazione:
perchè è obbligato per legge a difendere chiunque e perchè tutti lo pagano perchè lo faccia (l'impersonalità del potere).(ripeto si sta parlando di come dovrebbe funzionare il sistema)

A costo di sembrare ripetitivo: come li puoi contollare?
come puoi sapere che ti difenderanno? Tu puoi controllare te stesssi, ma se "la forza pubblica" decide di non proteggerti (esempio tratto dalla realtà: per non andare contro il boss di quartiere)tu che fai?
Come li controlli?
scusa ma entrambe le 2 tue proposizioni sono desunte da una tua opinione.
Citazione:
concentrazione del potere, che è quasi sempre così nel reale

Allorsa non è appunto pericoloso concentrare tutto nelle mani dei "rappresentanti"?
Citazione:
esatto. l'arbitrarietà del singolo individuo sregolato viene sostituita da un organismo impersonale dotato di vincoli legali ,temporali e burocratici ,senza interessi particolari nella persecuzione del singolo individuo

Non esistono organismi impersonali,nichilista.Ogni organismo è un semplice insieme di persone.
Citazione:
non avrebbero potuto farlo senza una certa volontà popolare

Hitler andò al potere in modo democratico,tramite elezioni.
Idem per Bush.
Ergo fra democrazia pluralista e dittatura il confine è forse netto,ma sotttile.
Citazione:
maggiore è la tutela delle libertà fondamentali all'interno di un sistema legale ,e maggiore è la rappresentanza delle eterogenee comunità di uno stato pluralista (appunto)e minore sarà la possibilità che ciò accada.

Non è detto: la comunità da distruggere potrebbe essere proprio quella di chi non accetta lo Stato,quindi non ne è tutelato.
Insomma: potrebbero dire "o accettate di essere difesi,o venite fatti fuori".
Paradossale,ma forse non distante dalla realtà.
Citazione:
nella costituzione e nel sistema di leggi che regolano l'agire sociale.

Non è il "popolo" a scrivere una costituzione,ma sempre i cosiddetti "rappresentanti ". Un'elite,insomma.
Citazione:
da chiunque sia stato fatto l'accordo, questo c'è stato e va rispettato; altrimneti chiunque lo infrange è fuori dal sistema . ellites comprese

Ma se mio nonno ha fatto un accordo,io lo devo rispettare?
Citazione:
complesso di elementi organizzati per il conseguimento di un medesimo effetto

Appunto: in situazione anarchica non c'è necessariamente il"medesimo effetto".
Ergo l'anarchia non è un sistema.
Citazione:
posso dire essere in un regime di piena libertà per esempio se io voglio, da un giorno all'altro, che la gente che abita accanto a me mi paghi un tributo per bere nel lago che è sempre stato della mia famiglia e loro non vogliono perchè fino ad oggi nessuno lo aveva preteso?

Se il lago è tuo,puoi chiuderlo agli altri (se un campo è tuo,idem).Non vedo in che cosa questo non sia in tuo diritto.
Citazione:
che tutti i semiti siano armati?

Con lo Stato che garanzie hanno?
Citazione:
come si potrebbe fare in modo, non essendoci regole, che qualcuno" superiore"( per capacità, fortuna, richezza)alla massa prenda in mano il potere ed instauri un regime?

A parte che non necessariamente nientestato significa niente regole,studiandola storia vedrai che questi "individui superiori" non vengono dal nulla con i superpoteri di Magneto o del Dottor Destino, ma hanno bisogno di due cose:
finanziamenti e sostenitori.
I soldi storicamente arrivavano da potenze esterne (Stati).
I sostenitori devono aver mano libera e nessuno che vi si opponga per vincere.
Citazione:
Limiti la sua libertà di agire?

Mi difendo da lui?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  florizel il 8/4/2007 0:54:28
devo dire che riesco a leggere due o tre righe di quello che scrivi, poi abbandono.

Proverò ad esprimermi come una scheda elettorale, coi disegnini.

se uno qualsiasi come me abbandona per manifesta stanchezza quello che scrivi, forse e dico forse e ripeto forse, dovresti rivedere il tuo modo di scrivere.

Sai che il tuo è il PRIMO PM del genere che mi arriva?
Se non arrivi a capire l'ironia, specifico che il contenuto del tuo post DOVREBBE essere espresso tramite pm, ma tant'è...

giusto per non infastidire la tua suscettibilita', se te ne venisse la voglia , potresti riscrivere il tutto?

Uhm...per te, e SOLO per te?...Che fai, rivendichi il "diritto" del singolo? Mi sa che stai infrangendo le "regole" della maggioranza che "ha sempre ragione".

riscrivi senza fare operazioni tipo parole incrociate.

Ti piacciono di più gli anagrammi, NERONE?

fino ad ora non ho letto niente di veramente tuo.

Questa qui è da incorniciare, davvero.

sia prealbe che Nichilista hanno posto delle domande ben precise ed importanti.

Vitali.

nichilistaCitazione:
sono contento che hai trovato nei miei post, ed in quelli di altri una possibilità per effettuare i tuoi proclami e sfodearare i tui slogan evitando accuratamente di rispondere alle domande che ti si fanno , o mutilando frasi e ragionamenti.

Tu prova a dimostrare che quelli da te definiti "slogan" non corrispondano alla realtà delle cose. E poi ne parliamo.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  nichilista il 8/4/2007 16:44:40
AUTORIMOSSO MIO MALGRADO

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  fiammifero il 8/4/2007 20:24:01
Buona Pasqua a tutti
Riflessione:
visto che la realtà in cui viviamo è fatta di autorità e di potere,invece di cercare il pelo nell'uovo per stabilire se è nato prima l'uovo o la gallina,non sarebbe meglio formulare un prontuario o manuale del perfetto sabotatore da far girare a mo di "carboneria"
L'onestà,l'onore,l'amore per il prossimo mi sembra che non hanno apportanto niente per i più ma moltissimo per i soliti che fare allora?
Magicamente però oggi in mondo visione un'autorità fà del populismo e tutti ad applaudire,tutti buoni e felici,che mistero
Sarà forse perchè :
L'unica differenza tra un santo e un peccatore è che il santo ha un passato e il peccatore ha un futuro?
(O.Wilde)

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Kirbmarc il 9/4/2007 0:13:42
Citazione:
chi ha allora la "possibilità" di creare regole?

Tutte le regole altro non sono che consuetidini, abitudini sensate che si ritiene possano evitare il maggior numero di pericolosi contrasti.
Nessuno le stabilisce,le si accettano semplicemente per evitare i problemi.
Ad esempio,la regola/consuetidine di mantenere la destra,se non osservata provoca incidenti.
Nello specifico,la propietà privata di oggetti e terreni deriva dall'estensione del concetto di libertà personale: dato che ognuno è propietario del proprio tempo e della propria fatica (essendo appunto libero) ogni oggetto/terreno che sia stato modificato o abbia richiesto del tempo/fatica diventa parte dichi vi ha messo queste ultime cose.
Citazione:
2-Per chi sono valide queste regole?

Per tutti; chi non le segue procura problemi a sè e agli altri.
Citazione:
3-come si può fare in modo che queste non vengano infrante?

Chi non le segue ne subisce le conseguenze.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  nichilista il 9/4/2007 1:00:54
AUTORIMOSSO

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 9/4/2007 12:18:00
Non è propriamente una perdita di tempo cercare di comprendere il perché l’uomo si è dato delle –regole- Forse serve a capire perche’ ora ne stiamo discutendo. All’inizio della storia umana, l’uomo era dominato dalle “regole della natura” , e poiche’ non era e non è dotato di artigli, corna ,zoccoli,zanne …immediatamente funzionali ai suoi bisogni,in poche parole –non bastava a sé stesso- ha avuto necessita’ (bisogno) di una organizzazione politica : cioe’ la possibilità di mediare e coordinare le necessità individuali.
E’ evidente , quindi, che la convivenza politica tra gli uomini non è una virtu’ connaturata nell’uomo, ma è sopravvenuta e trasmessa in maniera consapevole (tradizioni), e se è trasmessa sta da sé che è insegnabile : le regole non sono altro che l’insegnamento della convivenza tra gli uomini ,tradizionalmente condivise, e si evolvono con l’evolvere stesso dell’uomo.

La lingua della convivenza civile è la giustizia, che non ha nessun senso se non si impara ad essere giusti. Le regole servono ad insegnare anche ad essere giusti, limitando l’utile individuale a favore dell’utile collettivo.

Ora la domanda : chi ha l'autorita' di fare in modo che le regole siano rispettate ?
Anticamente erano i saggi , che non solo insegnavano e tramandavano le regole civili e morali della convivenza. Ma la convivenza degli uomini era limitata alle città, non ad uno Stato . Pero' lo Stato non è un insieme di citta'?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Paxtibi il 9/4/2007 12:24:51
E’ evidente , quindi, che la convivenza politica tra gli uomini non è una virtu’ connaturata nell’uomo, ma è sopravvenuta e trasmessa in maniera consapevole

Quindi secondo te il fatto che i leoni caccino in gruppo è il risultato di una mediazione politica?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 9/4/2007 12:29:27
mi autocito :


non è una virtu’ connaturata nell’uomo, ma è sopravvenuta e trasmessa in maniera consapevole (tradizioni), e se è trasmessa sta da sé che è insegnabile : le regole non sono altro che l’insegnamento della convivenza tra gli uomini ,tradizionalmente condivise,

al leone non si puo' insegnare ad avere gli artigli

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Paxtibi il 9/4/2007 12:31:34
al leone non si puo' insegnare ad avere gli artigli

Il leone ha gli artigli, e anche le zanne, ma nonostante ciò vive e caccia in branco. È una caratteristica innata o il risultato di una mediazione politica?

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 9/4/2007 12:43:21
Il leone ha gli artigli, e anche le zanne, ma nonostante ciò vive e caccia in branco

Infatti .
L'uomo ha dovuto imparare a vivere in "branco" proprio perche' non ha artigli .
Ma l'uomo ha quel quid in piu' rispetto agli artigli che gli ha permesso, attraverso la convivenza con altri uomini, di potersi difendere dagli artigli del leone.
Da solo non ne era capace.

Infatti se leggi su , dicevo che all'inizio l'uomo era dominato dalle "regole della natura" , ivi compresi, non solo i bisogni, quali procurarsi il cibo , ma anche difendersi dai pericoli.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Paxtibi il 9/4/2007 12:53:53
L'uomo ha dovuto imparare a vivere in "branco" proprio perche' non ha artigli .

Il leone sì, ma vive in branco pure lui.

Ma l'uomo ha quel quid in piu' rispetto agli artigli che gli ha permesso, attraverso la convivenza con altri uomini, di potersi difendere dagli artigli del leone.
Da solo non ne era capace.


Quindi, come per il leone, la collaborazione è una caratteristica innata.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  NERONE il 9/4/2007 13:14:27
Quindi, come per il leone, la collaborazione è una caratteristica innata.

No, non credo. Credo sia nata dal bisogno.Gli uomini cercarono di salvarsi dalle "forze della natura" riunendosi in societa'.
Quando si resero conto, sebbene in maniera rozza, che erano erano utili gli uni agli altri e che il bisogno di uno poteva dipendere dalle capacita' di un altro e viceversa, capirono che era vantaggioso mantenere quello stato di convivenza.
L'uomo, di per se' , è stato ritenuto un essere sociale ed associale nel contempo. Si associa per ottenere la propria sicurezza e si dissocia per avere il proprio tornaconto.
Forse è proprio per questo che ha avvertito la necessita' di darsi delle regole, morali e poi politiche.

Re: Il rifiuto dell’autorità

Inviato da  Paxtibi il 9/4/2007 13:51:43
No, non credo. Credo sia nata dal bisogno.Gli uomini cercarono di salvarsi dalle "forze della natura" riunendosi in societa'.

Liberissimo di credere in quello che vuoi. Non spacciare però per verità ciò che è solo una tua opinione personale.

D'altronde, come fecero a sopravvivere gli uomini, prima di capire che era meglio collaborare?

Si associa per ottenere la propria sicurezza e si dissocia per avere il proprio tornaconto.

Ma non abbiamo appena appurato che il suo tornaconto sta nell'associazione?

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=3291