1932 - i Mostri attaccano e insegnano

Inviato da  Calvero il 25/10/2009 17:29:58


Una volta Fellini esordì in proposito di Chaplin: << una sorta di Adamo da cui tutti discendiamo >>. Questa considerazione da un Maestro del Cinema su uno dei Maestri del Cinema e della comicità, sottolinea l'importanza delle - discendenze - nell'Arte della celluloide.

Concettualmente, così, ci colleghiamo a - Freaks -, film in bianco e nero di un epoca "lontana". Tod Browning, dopo il suo Dracula (col mitico Bela Lugosi), osò come nessuno aveva mai osato. E mai come in questo caso, il termine - osare -, nel mondo delle rappresentazioni artistiche, fu più azzeccato. Un connubio tra visionarietà e dramma, reale e surreale, non è ripetibile a questi livelli.

Se esiste una domanda intima e genuina su quale linea di confine divida una favola da un documentario; una tragedia da un racconto dell'orrore; un vissuto da un allegoria.. e volete una risposta sensata, allora spegnete le luci del vostro salotto, lasciate perdere la quotidianità di un mondo che corre senza freni, lasciate perdere la voglia di "far passare una serata" e cercate la voglia di comprendere qualche sfumatura di questa nostra bizzarra Vita; lasciatevi condurre per mano con i - Mostri - nel loro mondo ..

Con una fotografia magistrale, così tagliente, ogni cinefilo dovrà riflettere attentamente su come anche il Noir degli anni a venire deve molto a quest'Opera del 1932; su come la stragrande maggioranza dei film dell'orrore (fatta eccezione per l'Esorcista e qualche altro caso) debbano chinare il capo di fronte a questa pellicola senza pari.

Freaks lascia un impronta, ma non crea un Genere. Se in primis si può rimanere spiazzati dalle deformità reali degli "attori", il pugno allo stomaco non arriva dalla crudezza delle immagini, ma del sentimento dilaniato degli stessi protagonisti che traspare dai loro sguardi; dalla loro umanità, dalla loro dolcezza imprigionata in un corpo bastardo. Un umanità messa alla berlina che, per sopravvivenza, si concede al male minore di "trasformarsi" in fenomeno da baraccone..

In un Circo, in anni in cui non si andava per il sottile per i "casi umani", gli occhi degli spettatori non vengono mostrati dal regista mentre la cinepresa si muove nella "baraccopoli" degli itineranti; mentre si incrociano le emozioni e i sentimenti di esseri umani al di là di un mondo sano. Dove l'unica approvazione alla loro Vita da emarginati è data dagli applausi e dallo stupore di chi paga per divertirsi; da chi paga con il disprezzo più sottile. In sottofondo, lo spettacolo circense con la sua musica e i suoi suoni paradossali ci dice che lo spettacolo è iniziato.

In questo film, soltanto alla fine ci rendiamo conto di essere stati noi gli unici spettatori. Siamo noi gli occhi sani che osservano la Vita disgraziata che senza pietà mette al confino uomini e donne; speranze e sogni. Questo è l'orrore più straziante, messo in scena con movimenti di camera eccezionali per l'epoca; tecnicamente poi, i tempi del montaggio e della recitazione sublimano la sagacia e l'irriverenza delle sequenze con primi piani e non, di rara bellezza ..una lezione di cinema.

In una sequenza due sorelle siamesi vivono, una attraverso l'altra, le emozioni indivisibili della Vita. La scena del bacio è l'immagine più dolce che si possa ricordare in un film. La tenerezza in cui questi adulti vivono infantilmente la serietà dell'esistenza porta la sceneggiatura al suo epilogo a passi di danza inesorabile.

Una danza macabra dove, piano, i nostri protagonisti mostrano che per avere le palle non serve essere Normali; essere sani. Piano le deformità, che prima fanno sorridere e schifare gli antagonisti dei "Freaks", assumono il loro ruolo; il loro status di Mostri. Il film senza pietà prende la sua piega. Il bianco e nero brucia ogni speranza di redenzione. Nelle sue sfumature il grigio non è concesso. Il regista, con una dinamica asciutta, porta lo spettatore ad accettare i Mostri nella loro Vendetta senza moralismi, senza morbosità.. perchè è solo il codice d'onore a muovere la violenza.

Gli stessi personaggi che ci avevano commosso, che ci avevano fatto sorridere, che ci avevano fatto tenerezza ora sono diventati una Nemesi implacabile verso chi credeva di poter gestire nanetti e deformi come niente fosse, senza ricordarsi però che la dignità, come l'amore, muove le montagne.


C'è Cinema e Cinema, c'è amore e amore
.. c'è chi osa nell'arte, chi nella vita


Calvero

Re: 1932 - i Mostri attaccano e insegnano

Inviato da  gronda85 il 25/10/2009 18:50:28
gasparri sottoscrive in pieno
capolavoro

Re: 1932 - i Mostri attaccano e insegnano

Inviato da  Vincent51 il 26/10/2009 15:21:25
capolavoro irraggiungibile.

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