Re: Risposte alle pagine lunari

Inviato da  Trystero il 13/4/2008 22:59:32
Citazione:

Redazione ha scritto:
Ho cancellato il tuo secondo thread. Sei pregato di postare tutto qui.
Grazie


Rileggendo anche l'altra risposta mi rendo conto che forse ho capito male. Non dicevi di scrivere un unico lunghissimo messaggio con tutte le obiezioni, ma di raggruppare le diverse risposte in questo thread.
In questo modo credo di poterlo fare. perlomeno di poterne inviare altre due già stasera e qualche altra nel prossimo fine settimana.

Ecco allora un'altra risposta, ad un diverso argomento:

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Citazione:
LE MAGICHE HASSELBLAD

Un'altro problema, creato dal forte scarto termico, è quello delle condizioni fisiche della pellicola, che a quanto ci è detto era un' emulsione particolarmente sottile (per ottenere più scatti) del famoso Ektachrome 160. (L'unica alternativa valida, in quegli anni, era il Kodachrome 25, di definizione molto maggiore, ma probabilmente troppo lento per fotografare senza cavalletto).

Ora, a molti di voi sarà capitato di dimenticare la macchina fotografica sul cruscotto della macchina, al sole d'estate, con risultati sulla pellicola molto simili agli effetti speciali dei filmacci horror televisivi. Per quanto sulla Luna, come già detto, non vi sia diffusione del calore, le parti, all'interno della macchina, si toccano tutte, ed è quindi impensabile che l'involucro esterno raggiunga anche solo i cento gradi, ma la pellicola rimanga sotto i 30 gradi necessari per non iniziare a decomporsi.


Per rispondere a questo punto estraggo un brano da una mia pagina web dedicata al presunto "Moon Hoax":

"Sulla Luna non c'è atmosfera, questo fa sì che la trasmissione di calore tra un materiale e l'altro, soprattutto se questi non sono conduttori, sia enormemente inferiore rispetto alla Terra. Qui se avviciniamo una mano a una fonte di calore (una fiamma ad esempio, o un ferro rovente) sentiamo il caldo man mano che ci avviciniamo perchè l'atmosfera conduce il calore. Sulla Luna no. La superficie lunare può anche essere caldissima perchè esposta al sole per giorni, ma il suo calore non si trasmette ad altri oggetti che non sono direttamente in contatto, perchè manca l'atmosfera. Si può considerare una piccola quantità di calore trasmesso per irraggiamento che avrebbe potuto arrivare alla pellicola attraverso l'obiettivo al momento dello scatto (non attraverso la macchina stessa in quanto schermata con materiale riflettente), ma anche questo non avrebbe potuto provocare gravi danni.
Un rullino fotografico (materiale plastico scarsamente conduttore) è avvolto attorno ad un cilindro di plastica che tocca la macchina fotografica solo in due punti di incastro (sopra e sotto), e la parte interna della macchina fotografica non è a diretto contatto con lo speciale corpo esterno argentato (quindi riflettente) realizzato dall'Hasselblad per le macchine delle missioni Apollo. E tutto questo avviene nel vuoto, dove non c'è convezione di calore perchè manca l'atmosfera. Un oggetto non esposto direttamente al sole (la pellicola contenuta nel rullino contenuto nella macchina fotografica) non si scalda come sulla Terra. Insomma, un rullino fotografico non corre più pericoli di combustione sulla Luna di quanti ne corre nella macchina fotografica di un turista che visita le piramidi in Egitto."

Questo significa che solo la parte esterna di qualsiasi oggetto può risultare caldissima sulla Luna. Basta che al di sotto ci sia una intercapedine (immaginiamo i nostri "thermos" refrigeranti) perché il calore non si trasmetta. Gli stessi argomenti possono spiegare anche quest'altro brano dell'articolo di Mazzucco:
Citazione:
Come fa quindi questo astronauta a prendersi direttamente in faccia quei poderosi raggi solari, infischiandosene altamente? La NASA ci racconta che all'interno le tute sarebbero "refrigerate", ma la pelle è la pelle, e i raggi solari li riceve direttamente in faccia. Gli astronauti inoltre passano continuamente dalla luce all'ombra, subendo ogni volta uno scarto di irradiazione termica di quasi duecento gradi. Duecento, non venti.


Sono pochissime le foto di astronauti che hanno alzato lo schermo riflettente protettivo del casco (visor). Quella riguarda l'Apollo 17 e l'astronauta è Schmitt che, come si racconta in questa pagina, è chiamato "Most Visible Mug on the Moon." http://whizzospace.com/face/face.htm
In questa pagina della Nasa http://history.nasa.gov/alsj/a17/video17.html c'è il filmato dal quale è tratta quell'immagine: http://www.hq.nasa.gov/alsj/a17/a17v_1650025.mpg commentato così: "As the television camera zooms in on Jack, his visor is up and his face is visible inside his helmet with unusual clarity"

Sempre dal sito NASA ecco altre foto dell'Apollo 17 con Schmitt con lo schermo alzato:

Note the raised position of Jack's gold visor


Jack is on the downslope side of the Rover with his visor up.


Anche nell'Apollo 16 lo schermo dorato veniva spesso alzato per poter effettuare meglio certe operazioni:
[i]
124:34:09 England: And John, verify your visor's down.
124:35:15 Young: Yeah, I never...I forgot to raise it.
124:35:17 England: Okay. (Pause)
124:35:24 Young: Thank you, Tony. (Pause)
[There is no notation related to John's visor in either the Station 2 checklist pages or on the LPM page, CDR-39. Just before the flight, John may have decided that he needed to have his visor up to be able to accurately read the light-emitting diodes on the LPM display.]

http://www.hq.nasa.gov/alsj/a16/a16.sta2.html


Tornando all'Apollo 17, un dialogo tra Schmitt e Cernan, dal quale si deduce che pure il secondo ha alzato il visore per poter osservare meglio il suolo che Schmitt diceva essere di colore arancio:

As Schmitt clambered down the ladder for their second excursion, he looked up and announced: "My, what a nice day. There's not a cloud in the sky!" On their way back from the South Massif near Shorty Crater on this trip, Schmitt was about to take a photograph when his excited voice stirred everybody up: "There is orange soil!!"
Cernan: "Well, don't move till I see it."
Schmitt: "It's all over orange."
Cernan: "Don't move till I see it."
Schmitt: "I stirred it up with my feet!"
Cernan: "Hey it is! I can see it from here."
Schmitt: "It's orange!"
Cernan: "Wait a minute, let me put my visor up...... It's still orange!"
Schmitt's boot had kicked the soil and revealed orange soil, which was actually microscopic glass beads, tinted by Titanium, caused by an impact, not by volcanism.


Nella stessa pagina si trova pure un commento di Cernan a proposito dell'assenza di stelle. Dopo aver descritto la luce abbagliante del suolo e la totale oscurità "tridimensionale" del cielo (Darkness is the absence of light in my definition. Blackness is a void. Blackness is the absence of almost anything. (...) The blackness has three dimensions.) risponde a chi chiede se si vedevano stelle dicendo: "A lot of people say can you see anything else in the daytime on the moon can you see stars? The answer to that is yes if you shield your face and eyes from all the reflected light around you can see stars in the daytime on the moon not as brightly as at night of course."
Tante persone chiedono se si potevano vedere le stelle e Cernan risponde che schermando il viso e gli occhi da tutta la luce riflessa attorno si potevano vedere le stelle ma non così luminose come di notte, naturalmente.


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P.S. Ore 23.11

A proposito dell' "effetto thermos" avevo dimenticato di inserire il link ad una foto (tratta da un sito dedicato all'attrezzatura delle missioni Apollo http://apollomaniacs.web.infoseek.co.jp/apollo/spacesuite.htm), in cui si vede che c'era un casco interno al di sopra del quale c'era un secondo casco che a sua volta portava il visore/schermo dorato:

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