Re: finalmente un modulo di atterraggio che non sia fatto di cartapesta!

Inviato da  ivan il 27/3/2014 4:24:39
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B. Il lem non avrebbe mai riuscito nel tentativo di atterrare sulla terra, ma sarebbe stato capece di allunare senza problemi al primo tentativo, a distanza, in modo manuale e senza alcun aiuto da parte dei centri di controllo sulla Terra, per via del ritardo nella trasmissione dei comandi.

MINUSCOLE differenze di gravità e di pressione atmosferica, sai com'è.
Più o meno quella cosa che sulla Terra ti permette di andare allegramente a fare merenda sulle colline guidando una Panda, mentre se ci provi su Giove tu e la Panda provate dal vivo cosa si prova a essere una patatina fritta.
[EDIT: ammesso e non concesso che Giove abbia una superficie solida]

Credo che lysmata si riferisse a quella cosa che in gergo tecnico chiamano "collaudo". Generalmente qui sulla terra nel quotidiano una semplice autovettura se non passa il collaudo sic et simpliciter non puo' circolare: prima si dimostra dati sperimentali alla mano che un veicolo è idoneo all'uso previsto (circolare portando uomini e masserizzie varie in sicurezza) poi gli si permette di avventurarsi sulle strade.
Ma a quanto pare nelle cose spaziali i concetti di collaudo, di idoneità all'uso prefissato non trovano appunto spazio visto che si sono usate le cose senza nessuna verifica preliminare. Da cosa sia dettata tanta sicurezza rimane un mistero, l'unica spiegazione plausibile è l'uso di una qualche già ampiamente collaudata tecnologia aliena a noi non nota.


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C. Dopo tanti anni dalla conquista della Luna.. non ci siamo mai più tornati. Non c'era l'interesse nel tornare.
Io ho provato all'incirca la stessa sensazione dopo un weekend a Abbiategrasso.
Perché spendere tutti quei soldi per tornare in un posto dove non c'è niente di interessante?


Il paragone non regge: una cosa è il fine settimana in una noisoa località di provincia, altra cosa è l'esplorazione di nuove frontiere.
E il marketing che sta dietro le storie delle esplorazioni spaziali si poggia proprio sul mito della frontiera: nuovi mondi da esplorare e da conquistare e da colonizzare, questo in sintesi era cio' che si diceva per giustificare le onerose esplorazioni spaziali .
Ora è sempre stato detto che li' su altri mondi ci sono preziose risorse, dall'elio 3 ai metalli pregiati, risorse che da sole ripagherebbero tutti gli sforzi fatti per andarle a prendere e ora improvvisamente non c'è piu' nulla di interessante ? Dopo che è stato detto in prima serata tv daimassimie sperti che un solo carico di elio-3 garantirebbe la sufficenza energetica per anni dell'intero nord-america adesso non c'è piu' nulla di interessante da anadare a cercare?
Ma pensa te .

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D.non esiste, allo stato attuale, una tecnologia che posa portarci sulla Luna in modo relativamente privo di rischi.
Se è per questo, non esiste, allo stato attuale, neppure una tecnologia che possa portarci in modo relativamente privo di rischi fino a Foggia.
Sul serio.
Città molto più bella di Abbiategrasso, peraltro.

A Foggia o a Abbiategrasso o a Biella generalmente ci si va usando dei mezzi che hano superato quella cosa noiosa chiamata collaudo.
Con il collaudo ci si assicura che il viaggio fino a Foggia o a Abbiategrasso o a Biella avvenga senza intoppi, avvenga in sicurezza. Certo la sicurezza al 100% non c'è nulla che la possa garantire, ma intanto c'è un collaudo superato quando si sale su un autoveicolo per andare ad una determinata parte. Ma come già detto il collaudo non trova appunto spazio nelle cose dello spazio.

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Questo oggi, con sistemi di elaborazione e trasmissione dei dati evidentemente più efficaci che del 69. Immaginiamoci per un secondo che si poteva fare in una epoca fatta ancora di televisioni in bianco e nero.
Da questo punto di vista potremmo anche iniziare una discussione sul Colosseo Hoax.

Una cosa è far mettere a degli sventurati schiavi delle pietre una pietra sull'altra, altra cosa è una trasmissione radio di suoni, immagini ed informazioni a centinaia di migliaia di chilometri di distanza.

Questo è un aspetto poco discusso delle storie spaziali.

Cerco di illustrarlo con un esempio: se vado ad asparagi in camapgna rischio di non avere copertura di campo per il mio telefonino e se mi capita qualcosa sono nei pasticci, a chi chiamo ? Ora la copertura di campo viene garantita da quelle cose note come "ripetitori" piazzati qua e là per garantire che il segnale radio sia sempre sufficentemente intenso da essere captabile da un normale telefonino.
Ora come si garantisce che il segnale radio rimanga sempre sufficentemente intenso da essere captabile in maniera chiara ?
Ora si va bè che già da piu' di un secolo che si possono accendere via radio le luci di una città all'altro capo del mondo però gestire un segnale radio su un altro mondo che non sta lì fermo immobile ad aspettare che arrivi l'onda è un qualcosa di un pò piu complesso che del costruire un edificio in pietra o del far scattare un pò di meccanismi e questo è pacifico ed auto evidente. E il problema è proprio qui: siccome gestire un segnale radio che veicola un sacco di informazioni in andata e ritorno da un altro mondo è qualcosa di complesso e al di fuori delle poche nozioni tecniche in possesso di una persona normale chi puo' per davvero verificare se per davvero è possibile fare una diretta tv dalla luna o se le fasce di van allen non interferiscono o se davvero non servono gli analoghi dei terrestri ripetitori o quant'altro ancora.
In sostanza se non si hanno delle nozioni tecniche adeguate non è possibile verificare la fattibilità delle trasmissioni radio su scala spaziale, quindi siamo di nuovo a prendere il tè con Russel e l'unica cosa che ci rimane è quella di fidarsi.
Ora uno si fiderebbe pure, pero' alcuni particolari beffardi presenti negli scenari spaziali che ci vengono proposti inducono sic et simpliter a pensare qualcosa del tipo "ma che significa tutto questo?".

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Il problema è che c'è gente che crede che un ageggio schermato da carta stagnola possa reggere la pressione del vuoto
Ti stupirò: il vuoto non ha pressione.
Ma proprio punta.



Il vuoto non ha pressione e proprio per questo cerca porre rimedio a questo suo difetto negando se stesso a spese dei gas che trova in giro.
Ora siccome là fuori c'è la piu' grande pompa da vuoto che si possa concepire, l'infinito vuoto dell'universo, come può un manufatto dalle pareti di carta stagnola cosi' sottili che per ammisione degli stessi debunker poteva essere sfondata con un pugno garantire la tenuta dei gas ?
La stessa ISS non ha le pareti fatte di sottile carta stagnola, ha le pareti fatte di di robusto metallo abbinato ad altri materiali avanzati per tenere a bada le bieche pretese del vuoto siderale. Che è successo? Il sottile e tecnologiacamente avanzato ed economico materiale laminare delle prime esplorazioni spaziali non è piu disponibile ? Gli alieni hanno ne hanno bloccato le forniture ?

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Il problema, semmai, è quello di contenere l'espansione della pressione INTERNA. Ma è chiaro che se non ti togli dalla testa le tue esperienze col domopack la cosa continuerà a sembrarti irreale.
Cazzo, giusto il mese scorso ho rotto un vetro con un sasso: mica vorrai venirmi a dire che con un vetro si possono fermare i PROIETTILI, no?


Puo' un sottile foglio garantire la tenuta dei gas nel vuoto siderale ?
Puo' un sottile foglio essere l'elemento base per affrontare l'ostile ambiente spaziale ?
Puo' per davvero il nastro adesivo essere l'elemento che tiene uniti vari pezzi di un veicolo spaziale?
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Dimenticavo... se veramente gli Stati Uniti avessero la tecnologia per andare sulla luna... a quest'ora sulla luna da qui vedremmo una grande insegna luminosa: la scritta Coca Cola.
Se provi a calcolare:
1) quanto costa trasportare UN CHILO di materiale dal pozzo gravitazionale terrestre al suolo lunare
2) quanti chili di vernice servono per disegnare sulla polvere 1 METRO quadrato dipinto in rosso
3) quanto dovrebbe essere grande (in multipli di migliaia di KILOMETRI quadrati, ovvero in multipli di 100.000.000mq) una scritta pubblicitaria per poter essere vista a occhio nudo da qui...

...ti divertirai un sacco a rileggere la tua argomentazione conclusiva.



E già, siccomepè costosa la cosa non è fattibile, poi in tempi di vacche magre come questi , figurati se.
Ma in reltà basterebbe molto poco per fugare ogni dubbio, basterebbe una cosa semplice, molto semplice: basterebbe dire e mostrare come si vede l'universo da lassu'.
Ad esempio: come si vedono le Nubi di Magellano da lassu' ? La tencologia non aveva e non ha algortimi capaci di garantire l'autoconsisetnza in ambito fotogarfico in maniera tale che un qualunque astronauta possa immortalare su un elemento fotosenibile Canopo o Antares ?

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Possibile che a te quadri tutto? Possibile che nelle foto tu non veda nulla di strano? Possibile che il rivestimento del lem non ti sembri rappezzato? Eccetera eccetera. Il succo della domanda è: possibile cne tutto ciò ti sembri possibile?
Parlando più seriamente, e chiaramente solo per me (anche se mi sono intromesso in un dialogo), al momento non ho proprio visto nessunissima confutazione degna di questo nome.
Ma proprio NIENTE. Neppure qualcosa che possa sollevare sospetti più che marginali.


Ed anche questo è un fenomeno ben noto a chi si occupa di marketing e cose affini: si cerca e si vede nelle cose cio' che fa comodo ai propri pregiudizi che per una qualche ragione si sono formati e radicati; questo fenomeno è talmente forte che si arriva a negare la realtà delle cose.
Ora se questo fenomeno ha una ragione evolutiva (è un mecanismo di protezione) oggi è la cosa su cui fa leva il marketing per rifilarci qualunque cosa, da implausibili storie scientifiche al politico cialtrone passando per le mille ed una cianfrusaglie del quotidiano.


Citazione:

Mi sembra una cosa più fantastica e difficile l'impresa dei fratelli Wright, mutatis mutandis, dell'allunaggio.

I fratelli Wright, che non erano baroni, avevano dalla loro il plebeo terzo principio della dinamica e la semplice legge di conservazione dell'energia reificata quest'ultima nell'uso di un propellente, la benzina, di cui ognuno puo' verificare le performances in termini di chilometri percorribili normalizzati per unità di massa.

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