Re: I controluce nelle foto lunari

Inviato da  alerivoli il 5/7/2015 18:37:43
Allora osserviamo la foto 5862 della missione Apollo 11

Consiglierei di vederla “in originale” quindi qui:

http://www.lpi.usra.edu/resources/apollo/images/print/AS11/40/5862.jpg

e non nel post #428 del forum che ho indicato poco sopra, dove è riprodotta con i contrasti un po’ modificati; per carità non cambia nulla, però è sempre meglio studiare gli originali in HR.

Osserviamo sullo sfondo la superficie lunare illuminata dal sole.

Non è una cosa del tutto immediata, poiché noi siamo sulla terra, in presenza di atmosfera.

Sulla luna non è la stessa cosa come fare una foto su una spiaggia.

La regolite che ricopre il suolo lunare riflette la luce incidente in tutte le direzioni, precisamente riflette l’otto percento di quello che riceve, per quello si dice che abbia un albedo piuttosto basso, pari a quello di una lavagna nera.

Stoppo subito eventuali errate conclusioni! L’otto percento del sole puro non vuol dire che siamo in un ambiente buio, tutt’altro, e la misurazione esatta si trova nella tabella che ho già postato più volte, se volete la riposto ma non mi sembra il caso.

Di sicuro non siamo in una scena illuminata come fossimo di prima mattina sulla terra, ma da lì ad un ambiente crepuscolare c’è un abisso (giusto per mettere le cose in chiaro)

Qualunque cosa si trova sulla superficie lunare riceve quindi da ogni direzione questo otto percento di luce riflessa, spero non ci siano più dubbi su questo.

Quindi è palese che il “retro” del Lem, ovvero la parte opposta a quella che riceve il sole diretto, venga in qualche modo “bagnato” da questa illuminazione diffusa (che è dell’otto percento di quella incidente).

Adesso mettiamoci nei panni del sensore fotografico che ha scattato la 5862.

Questo riceve un certo numero di fotoni pari all’otto percento della luce totale ricevuta che rimbalzano dalla superficie lunare, e questi fotoni, in base a tempi di diaframma calcolati, impressionano in un certo modo la pellicola, generando l’esposizione che abbiamo nella foto.

E CONTEMPORANEAMENTE, lo stesso sensore, nella stessa esposizione, riceve di rimbalzo tutti i fotoni che provengono dal retro del Lem.

Retro del Lem illuminato da un otto percento riflesso dal suolo, che a sua volta “riflette” verso il fotografo i fotoni che “riescono a rimbalzare”…

Ora, se il Lem fosse fatto di cartone nero, sicuramente assorbirebbe tutto quell’otto percento e restituirebbe quasi nulla, e il fotografo lo vedrebbe buio.

Certo che sarebbe da stupidi avere previsto una copertura nera ad un manufatto che deve subire il sole diretto, non fosse altro per il calore che questo porterebbe agli occupanti e al contenuto stesso, carburanti, ecc…

A quanto sembra il Lem è rivestito in parte da uno dei materiali più riflettenti mai prodotti, si parla di circa il 90% di capacità riflettente, quindi cosa c’è di male ad aspettarsi LA STESSA LUMINOSITA’ DELLO SFONDO?

Mi spiego, 100 arriva dal sole, 8 rimbalza dalla regolite, 8 colpisce il mylar del Lem e 7,2 (90%) ritorna verso il fotografo. Quindi sulla stessa pellicola abbiamo una zona colpita da 8 e una da 7,2.

E’ così strano che le due “impressioni” siano simili? C’è solo un 10% di differenza di luce…

E per la tuta dell’astronauta è la stessa cosa. La tuta è rivestita da un materiale altamente riflettente, solo per non far cuocere l’occupante, sembra ovvio che rifletta tutto quello che riceve, quindi che c’è di strano a vederla luminosa come lo sfondo? (vedasi il conto appena fatto)

Massimo, nella tua indiscutibile esperienza hai mai fotografato in controluce dei pezzi di domopack, degli specchi, delle modelle vestite con abiti ultrariflettenti?

Per forza hai bisogno dei pannelli riflettenti, non mi risulta che la pelle di una persona sia completamente riflettente, e lo stesso vale per dei vestiti “normali”, PER FORZA devi illuminarli aggiuntivamente in qualche modo, o vorrai forse dirmi che la pelle del viso e un vestito normale hanno la stessa riflettività dei materiali progettati appositamente per stare nello spazio aperto?

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