Re: Analisi foto lunari 2 - O.T.

Inviato da  ivan il 20/4/2006 20:28:48
Citazione:

Si ma cerca di spiegarmelo lo stesso con le tue parole!
IO non mi voglio leggere pagine su pagine di siti in inglese...
Visto che tu lo hai postato immagine che lo tu lo abbia anche letto.
Spiega!



Stiamo al gioco.

Allora:


http://www.benessere.com/bellezza/pelle/abbronzatura.htm

Citazione:


Il sole è sicuramente la più importante fonte naturale di energia e di radiazioni.
Gran parte delle radiazioni solari vengono assorbite nella ionosfera e nell'atmosfera terrestri: sulla terra giunge circa il 7% di questa immensa energia, le radiazioni ultraviolette, quelle visibili e una parte di infrarossi.

Le radiazioni vengono assorbite dalla pelle con modalità diverse e determinano effetti differenti. Le radiazioni ionizzanti, corpuscolari, i raggi gamma e i raggi X attraversano la pelle fino a raggiungere i tessuti più profondi (per queste caratteristiche vengono usati per terapie mediche o per esami radiografici).



http://www.meteo.it/clima/ozono/1054_awEpson.htm

Citazione:

con la quota la radiazione ultravioletta aumenta notevolmente di intensità. Ad esempio, in estate a 3000 metri la radiazione è quasi quattro volte più intensa che a 700 metri.




Che succede quindi quando faccio una foto in montagna con una classica reflex a pellicola?

Semplice:

http://www.macitynet.it/forum/showthread.php?t=22432

Citazione:

Tutte le foto fatte a panorami in montagna, con molta luce e quindi molto riflesso presentano un difetto... Le ombre delle montagne tendono tantissimo al blu...


Chi è il colpevole?

Semplice, la radiazione UV.

Il difetto si può correggere anche attraverso l'uso di opportuni filtri ottici (filtri che tutti abbiamo a corredo delle nostre reflex).

Quindi: la radiazione UV, derivante dal sole, sempre meno schermata man mano che l'altitudine aumenta, ha degli effetti sulla pellicola, effetti tanto più vistosi man mano che l'altitudine aumenta o man mano che le condizioni ambientali riflettano e non assorbano la luce (es. neve).

Quindi, se si esce fuori dall'atmosfera, la radiazione UV non sarà più schermata dall'atomsfera, quindi sarà molto più intensa, quindi avrà un effetto molto maggiore su una pellicola fotografica.

Ma lì fuori, nello spazio, non ci sono solo i raggi UV.
C'è tutto il ben di di Dio che il sole e l' universo rialsciano in temini di radiazioni di ogni tipo.

E allora come è che le radiazioni non hanno fatto effetto sulle pellicole delle macchine fotografiche visto che mi pare che la luna non possieda un' atmosfera?

Ecco poi come operavano:
Fonte: <>
Citazione:

"sulla Luna" fotografavano a 100 ASA, con 250 - f8/11 in luce, e 250 - f5.6 in controluce (curiosamente, lo stesso identico scarto che c'è sulla Terra, nonostante la "mancanza di atmosfera", e il suolo "con la albedo bassa"


Fonte: http://www.fotochepassione.com/Luna/luna-start.htm

Citazione:

Gli astronauti hanno portato con loro due macchine fotografiche Hasselblad del formato 70 per 70 millimetri, appositamente costruite con magazzini che contenevano rotoli di pellicola molto più lunghi del normale. Tutti i comandi di queste particolari macchine erano stati modificati per renderne facile l'uso anche calzando i guanti pressurizzati e un po' rigidi dello scafandro lunare.

L'obiettivo (uno Zeiss Biogon, apribile fino al diaframma 4,5) è un grandangolare da 38 millimetri, che abbraccia un angolo di ripresa di 71 gradi, in orizzontale e in verticale. La messa a fuoco del Biuogon può variare da 30 centimetri all'infinito. Il formato del fotogramma era un quadrato di 60 mm di lato. La velocità dell'otturatore compresa tra un secondo e un cinquecentesimo di secondo. Le crocette nere che compaiono nelle immagini sono punti fissi di riferimento, utili agli scienziati per meglio analizzare le fotografie allo scopo di stabilire proporzioni e distanze.

La nitidezza delle immagini è ottima, favorita non solo dall'eccezionale obiettivo, dalle ottime pellicole e dal grande formato dei negativi, ma anche dal fantastico ambiente lunare, privo di atmosfera. Questo fatto ha però causato qualche difficoltà di ripresa ad Armstrong ed Aldrin, perché il gioco della luce e dell'ombra, entrambe molto crude e nette, rendeva le inquadrature terribilmente contrastate: ma è venuta loro in aiuto la grande tolleranza della pellicola usata (una Kodak appositamente progettata) capace di ammorbidire, almeno in parte, i neri violenti e totali dell'ombra e la luce accecante riflessa dal paesaggio lunare.




Evidenze di accorgimenti particolari per le radiazioni: nessuna.





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