Re: Fasce di Van Allen e radiazioni solari.

Inviato da  ivan il 1/7/2006 8:04:24
Ieri sera son passato dall'edicola per comprare qualcosa da leggere al camping e li ho notato che era appena uscita la rivista LeScienze del mese di luglio 2006.
La copertina di questo numero della rivista era dedicata al problema della radiazione del cosmo, problema che da solo rischia di rendere una mera utopia la conquista umana dello spazio (per la cronaca, su le Scienze on line ancora non hanno fatto l'aggiornamento dell' home-page).

L'articolo di copertina, posto a pagina 65 e a firma di Eugene N. Parker, tratta appunto dell'influenza dei raggi cosmici sull'organismo umano in un ipotetico viaggio spaziale (in pratica un terzo del DNA umano sarebbe danneggiato dai raggi cosmici per ogni anno trascorso nello spazio interplanetario) .

L' articolo fa anche degli esempi di ipotetici metodi di schermatura della radiazione cosmica, esempi che in pratica sono irrealizzabili (shermi di materiale isolante dal peso di 400 tonnellate oppune scudi elettromagnetici che richiederebbo miliardi di volt).

La parte più bella dell'articolo è la figura posta a pagina 69, figura che illustra i rischi spaziali da radiazioni: posto essere 0.02 la stima di rem/anno l'esposizione che una persona subisce a livello del mare, tale valore sale 10 nell' orbita terrestre bassa (quella dei satelliti artificiali), a 13-25 nello spazio del sistema solare, a 30-70 nello spazio siderale interstellare e a 1500 nelle fasce di van Allen!
Cioè le fasce di Van Allen comportano un' esposizione 75000 volte superiore a quella che subiamo al livello del mare! La stessa illustrazione dice che di conseguenza le fasce di Van Allen possono anche uccidere sul colpo un lì malcapitato.
L'illustrazione poi mette anche la foglia di fico su questa scomoda realtà dicendo che le fasce di Van Allen si possono evitare, ma ovviamente non si sbilancia a dire come.

Ora è lecito chiedersi: una intensità di radiazioni 150 volte maggiore nella fasce di Van Allen rispetto a quella che si registra nell'orbita terrestre bassa, che effetti ha sui delicati componenti elettronici di una ipotetica sonda spaziale che tali fasce attraversasse?


Infine l'articolo cita la curiosa la proposta che l'ente spaziale fa per aggirare il problema: l'astronauta OGM che resite alle radiazioni.

O tempora o mores !



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