Re: Sardi, un popolo disunito

Inviato da  frankad il 30/11/2005 9:46:00
Questo è il punto Sergio, l'ottica di sardi incazzati, di padri sardi incazzati, lo sappiamo bene noi.
La storia, antica e soprattutto recente, ci mostrano situazioni. Io osservo dal mio punto di vista anarchico con grande disprezzo e vedo che i "sardi che contano" da qualche decennio ad oggi "secondo le regole del sistema" sono quelli che tu hai nominati o quelli come loro: cioè chi non ha mai combattuto per la propria terra e si è allineato alle posizioni del governo centrale diventandone un servo fedele.
Il governo centrale ha sempre capito bene queste cose, alla faccia loro, ed ha sempre agito di coseguenza. Prova ad esaminare questa situazione attuale: Sardegna + servitù miltari = Pisanu (ministro dell'interno) + Cicu (sottosegretario alla difesa). Cioè, i sardi che "contano" nell'ottica di questo sistema sono stati "messi" in posti repressivi, di controllo, di alcuna utilità programmatica.
Ne vediamo qualcuno in settori economici, ambientali, sociali o simili? Neppure uno.
Non posso, da anarchico, dibattere su questi giochi, per me sono parte integrante della porcheria che ruota intorno a concetti abusati, stravolti e gonfiati ad hoc quali democrazia o similari.

Ma noi sardi, iniziando da dove hai rimarcato tu, le nostre scuole, i nostri figli, i nostri amici confusi, devono cercare un'unità tra conterranei.
Secondo me potrà esistere un movente il quale, se ben usato, potrà fare da collante. Uno sviluppo economico durevole e sostenibile, che ci coinvolga tutti e che valorizzi la nostra Terra. Utopia?
A volte è meglio sognare che aprire gli occhi per guardare.
Un abraccio

Franco

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