Re: L'etica, il bene e il male e la giustizia nel Nazionalismo

Inviato da  Floh il 4/6/2010 15:53:55
@ Red_knight

Quando alla domanda "E' possibile formulare un pensiero etico universalmente valido?" rispondi : "No, ma è possibile definire un metodo universalmente valido per il riconoscimento di un'etica valida contestualmente." in realtà rispondi si perchè implichi che chiunque accetterebbe come valido quel tipo di comportamento etico.

Se non intendi questo allora dovresti chiarire cosa intendi con "metodo universlamente valido per il riconoscimento".

Sarebbe un po come dire "E' possibile salire in cima a questo monte?" "No, ma se fai il giro c'è un sentiero che ti ci porta".


"È come dire che non dovrebbe esistere la parola "unicorno", o la parola "immortalità" o addirittura "zero". Ma sono sottigliezze linguistiche, andiamo avanti."

Non è la stessa cosa, i termini che hai preso d'esempio non vengono usati mai per descrivere qualcosa di reale e tangibile, i quali comunque esprimono concetti o oggetti ben definiti e sui quali non possono esserci fraintendimenti.
Il problema non sta tanto effettivamente nella distinzione tra Etica e Morale ma nella presunzione delle persone che pensano di aver formulato l'Etica (universale) (in realtà non formulabile ma solamente concepibile), mentre in reltà essa è solo un altro tipo di morale (nel senso accademico del termine).


"La definizione di etica che hai dato tu è "(insieme di) linee guida che indirizzino l'uomo nelle sue scelte". L'etica quindi non è ragione, né emotività né un lavandino. Perdona la pignoleria linguistica ma è un attimo fraintendersi in questi frangenti."

Ma cosa porta alla formulazione di quelle linee giuda se non l'emotività in primis e il ragionamento subito dopo?

"Ora, è chiaro che delle linee guida vadano valutate per la loro efficacia, la cui constatazione è oggettiva. Piuttosto, nella definizione che abbiamo accettato manca il fine (l'efficacia di qualcosa si valuta relativamente al suo fine). Indirizzare le scelte dell'uomo verso... cosa? La Giustizia? La massimizzazione della produzione industriale? La sicurezza della sopravvivenza della specie? Dovremmo decidere questo."

(*)Il punto è proprio quà, nessuno può decidere cosa sia universalmete il "fine" (La Giustizia,La massimizzazione della produzione industriale, La sicurezza della sopravvivenza della specie, buoni questi tuoi esempi) perchè ciascuna persona può avere delle priorità differenti.
Parti dal presupposto che debba esistere una cosa che tutti condividono e ritengono la più valida, mentre le cose non stanno così.


"Non avevi detto che l'etica non esiste? Come fanno addirittura a esisterne due?"

Avevo detto che non esiste un etica universalmente valida, ma bensì infiniti tipi di etiche (che con la distinzione accademica si chiamerebbero "morali").
Pertanto, in termini accademici, si ,potrei pure dire che nella realtà l'etica non esiste ma esistono infinite morali.

"Ad ogni modo non sono due esempi di "etiche", sono due esempi di comportamento, che possono tenere conto di un'etica o infrangerla.
Tuttavia possiamo effettivamente immaginare due diverse concezioni di etica che possano prescrivere quei due comportamenti nella stessa situazione."


Quei comportamenti sono il frutto di morali differenti (per non fraintenderci più d'ora in poi chiamerò accademicamente morali e non più etiche).

"Molto bene, si ritorna al discorso dell'efficacia: quale delle due alternative è "efficace"?"

(*) La risoposta è la stessa


"Se, per esempio, il fine è garantire la pace nel mondo fra gli individui, l'etica che prescriva la vendetta selvaggia è palesemente contraddittoria e quindi idiota.
Se il fine è - supponiamo di nuovo - garantire l'emersione gerarchica del più abile o del più forte, diventa palesemente cretino perdonare e invitare alla riflessione chi ci ha fatto un torto, rispetto all'usare la sua punizione come esempio deterrente.


Una volta stabilito un fine (raggiungibile), è in linea di massima facile stabilire una politica vincente per ottenerlo (questo è valido sempre)."


Diverso fine = diversa morale
Il punto è che te (e chi sostine l'esistenza di un etica (universale)) ritieni che debba esserci un fine sempre condivisibile, mentre non è affato così e l'hai mostrato con questa tua ultima citazione.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=31&topic_id=5783&post_id=168284