Re: L'etica, il bene e il male e la giustizia nel Nazionalismo

Inviato da  Floh il 5/6/2010 18:19:02
@ Red_knight

Veramente ho sostenuto il contrario con l'esempio della società schiavistica. Supponendo per assurdo una persona guidata da sentimenti e ideali identici in due epoche diverse, il comportamento più etico da tenere - stante lo stesso fine, nota bene - è completamente diverso.

In questa frase usi "etico" come sinonimo di "buono", cosa ancora da dimostrare.
Per una questione di chiarezza, e dato che stiamo discutendo proprio sul termine "Etica", non usarlo più in quel senso (anche se accademicamente si può fare).
(pura correttezza di terminologia)

Le due persone di cui parli si trovano di fronte problematiche diverse, ma agiscono secondo le stesse regole morali (per raggiungere lo stesso fine), questo intendevo, ma non sono stato chiaro prima, scusa.

No, dagli esempi vedo che il fine non è sempre condiviso, il che non toglie che sia condivisibile.

Si, condivisibile da più persone, ma chi condivide un certo tipo di morale non potrà condividerne una diversa con altre persone (e di conseguenza non la tollererà neppure), pertanto non è "universalmente condivisibile".

Sì che posso: io ho ragione e gli altri si sbagliano, molto semplicemente.

Voglio sperare si tratti di una battuta Red...

la strategia per ottenere un risultato è diversa a seconda dei fattori da tenere in considerazione; è questo che nega a priori l'esistenza di un'etica universale, cristalizzata su dogmi immutabili.

Secondo me sono solo i fini differenti a negare a priori l'esistenza dell'Etica, perchè la strategia sarà comunque diversa ma sempre nei limiti autoimposti dalla propria etica.

Nel definire "dogmi" i punti immutabili che formano l'Etica...avrei qualche riserbo, non si tratta di cose indimostrabili, solo incondivisibili universalmente ma comunque perfettamente comprensibili.

È possibile perseguire la propria soddisfazione senza danneggiare quella degli altri

Se questa affermazionie la consideri un constatazione, permettimi di dissentire, chi ti dice che per perseguire la propria soddisfazione un individuo non abbia BISOGNO di danneggiare gli altri?

Pensa per un attimo se tutti quanti, ma proprio tutti, fossero onesti e gentili e si autolimitassero ogni qual volta rischiassero di danneggiare gli altri: tolte le disgrazie naturali, avremmo abbondanza di qualsiasi cosa e tempo libero per godere di buona musica e dell'affetto degli altri. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di essere generosi, basterebbe non rompere le scatole al proprio prossimo (e non ci sarebbe nessun motivo per farlo). Ora, chi è il cretino che non vorrebbe una cosa del genere?

Questa situazione idilliaca comporterebbe l'accontentarsi, e il "cretino che non vorrebbe una cosa del genere" sarebbe poprio chi non s'accontenta, (e sono pronto a giocarmi i "gioielli" che sarebbero più di uno i "cretini").

Perché danneggia anche se stesso, cosa che per un egoista non è il massimo della genialità.

Gli uomini rischiano tutti i giorni, chi va a fare il soldato rischia di morire tutti i giorni ad esempio, ma le aspirazioni lo portano comunque a rischiare...

D'accordissimo, ma noi non siamo bestie e possediamo, chi più chi meno, il dono del buon senso.

Ciò non toglie che tutti i giorni provochiamo la morte di altri animali, quindi non è una questione di buonsenso provocare sofferenza o no nel prossimo (in questo caso gli animali e i vegetali), ma è una questione di necessità assoluta (ma necessità o no l'animale soffre e se potesse sceglie non si farebbe certo mangiare perchè e necessario per noi).

sono i fini che ognuno si dà spesso ad essere sbagliati

"Sbagliati" utilizzando che tipo di morale per giudicare?

Non si tratta di un problema ideologico ma istintivo, emotivo, aspirazionale.

È doveroso coltivare l'empatia anche nei confronti degli altri organismi sensibili (non c'è alcun motivo di essere empatici nei confronti di una cozza o di un fungo), ed è sempre la razionalità a suggerircelo.

Questo perchè sei convinto che non provino nulla, ma non sono dei sassi, e sempre la razionalità ci suggerisce che provino sensazioni (ovviamente o sgradevoli o piacevoli).

E' la presunzine che ci ha portati alla convinzione sbagliata che le piante non provino nulla:

http://fruitanya.blogspot.com/2010/04/la-vita-segreta-delle-piante.html

d'accordo ma non vedo cosa c'entri,

Dato che stiamo parlando di etica e pertanto di rispetto del prossimo centra eccome a mio vedere...

spero che la conseguenza di questa affermazione non sia la solita tiritera balorda dell'autoestinzione...

No, ma a un rapporto più riconoscente e consapevole nei confronti degli esseri viventi con cui condividiamo la Terra si.
Comunque, l'estinzione della nostra specie (così come si comporta attualmente) sarebbe una cosa che se fossi un qualsiasi animale auspicherei con tutto il cuore.
(e come dargli torto...)



No, l'egoismo materiale è facilmente soddisfabile

scusa Red ma non sapevo che altro ribattere

il potere non è un mezzo per soddisfare i propri desideri ma una balzana idea che condiziona i tuoi desideri portandoti alla schizofrenia.

Credo che le due cose non si escludano a vicenda

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