Filosofia deontica, elucubrazioni di una serata di settembre

Inviato da  Floh il 21/9/2015 19:16:54
Filosofia deontica, elucubrazioni di una serata di settembre

Ci si chiede se il destino accompagni inesorabile la vita dell'Uomo. Chi risponde affermativamente a detto sommo quesito - e agisce coerentemente con la sua convinzione - finisce per determinarsi in modo negligente, imprudente e imperito nella propria vita. (Ma tanto, se è il destino in fin dei conti decidere, ciò non potrà fare andare male le cose).
Si consideri allora quanto segue:
La soggettività è oggettiva; ciò vale tanto più nelle questioni morali ed esistenziali.
Per il princìpi logici del terzo escluso e di non contraddizione si danno due sole possibilità e di esse una sola è vera: o il destino governa l'esistenza dell'Uomo, oppure il destino non governa l'esistenza dell'Uomo.
Agendo nella nostra esistenza in conformità della prima ipotesi abbiamo quindi necessariamente una probabilità del 50% di ottenere il meglio che possiamo dal nostro vivere.
Se invece agiamo in conformità della seconda abbiamo sempre il 100% di possibilità ottenerlo. Perché infatti se anche con la seconda ipotesi dovessimo sbagliare, la prima, per realizzare le sue previsioni, non potrebbe mai richiedere una parte attiva dell'Essere.

Una banalità - forse - il ragionamento che mi è passato per la mente e che ho voluto condividere con il popolo di LC (che, nonostante io creda al 10% - e forse anche meno - di ciò che viene scritto su LC, rimane purtuttavia nel mio cuore come irreversibile introduttore al dubbio permeante). Ad ogni modo è un'inattaccabile argomentazione da opporre a chiunque se ne esca con il solito volgare (nel senso proprio di popolare) e deprimente: “tanto se le cose devono andare così non puoi farci niente (quindi è inutile stare a ragionarci su sul che e come fare)”. Ad esempio, “è inutile che cerchi di cibarti di soli alimenti biologici, tanto se ti deve “venire” qualcosa ti viene lo stesso”.
Tale biasimevole principio deontico non è altro che il retaggio del millenario oscurantismo cattolico che ridusse subdolamente l'umanità in catene. Spezziamo le catene come il mitologico Prometeo, che nelle tenebre portò la luce del fuoco.

PS:
Ah, se solo riuscissi a pensare al calcio di serie A come fanno tante altre persone, forse sarei una persona più felice.

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