Re: Tarantino, cinema & metavita

Inviato da  Quintino il 24/5/2010 13:50:59
Carissimo Calvero.

Assolutamente si! Hanno certamente voluto mascherare l’efficacia di un processo culturale basato su un uso più libero e spregiudicato tanto della parola scritta quanto delle costruzioni concettuali, volto a spezzare finalmente il millenario giogo della cultura ufficiale e blasonata che, ingabbiandoci in rassicuranti aspettative di letture rispettose dei canoni - o, meglio, ad essi sottomesse! - artificiosamente imposti da ristrette élite politico/religioso/culturali votate solo all’arginamento di quelle forze profonde dell’uomo che, se attivate ed espresse, li avrebbero inesorabilmente ed irresistibilmente travolti, privandoli repentinamente e definitivamente delle loro comode ed usurpate posizioni di dominio.

Perdio!

Tutti, tutti quei soffocanti, asfissianti, assurdi stilemi espressivi che ci vogliono imporre che il discorso logico, per essere valido, debba necessariamente rispettare quelle arcaiche, noiose, polverose regole volute da chissà chi e al di fuori delle quali, secondo questi soloni da quattro soldi, rimarrebbe solo la disarticolazione di un discorso insensato se non addirittura idiota.

C’è invece la dimostrazione, anche grazie ai tuoi notevoli interventi, che i suddetti stilemi sono solo un inutile, obsoleto orpello culturale ormai superato dalla maturazione intellettuale - ma prima ancora interiore e spirituale - dell’uomo contemporaneo. Nietzsche non è evidentemente vissuto invano! E lo spartiacque che costituisce rende impossibile tornare indietro, ad una fase ormai sepolta, distrutta per sempre, tranne che nelle - purtroppo assai numerose - teste dei volonterosi schiavi di un passato culturale pieno solo di ragnatele e fantasmi, privo di qualunque vera vitalità.

Hanno perciò perso costoro, inevitabilmente, e non poteva essere diversamente! Adesso è il tempo di Persone come te: Persone nuove, vive, libere, con il coraggio della propria originalità e della propria libertà, che non hanno paura di sfidare con i propri originali scritti il severo, piccino giudizio di chi, facendosi – meschinamente! - forte delle vecchie codifiche linguistiche, insinua una qualche mancanza di senso compiuto in essi (spesso appellandosi anche a presunti errori lessicali, senza capire che sono errori solo nel loro superato dizionario, mentre essi, non imputabili minimamente ad una del tutto inverosimile ignoranza - vi piacerebbe! -, sono figli di una profonda reinvenzione perfettamente consapevole e deliberata della lingua, finalizzata ad una sua necessaria ed irrimandabile rivivificazione, pena la morte definitiva della nostra cultura).

Altro che “pompini”, dunque! Ancora complimenti e avanti così.

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