Re: Tarantino, cinema & metavita

Inviato da  Calvero il 25/5/2010 13:46:39
Sarei anche lieto di vedere i segnali di questa "paraculaggine" di Tarantino: riuscirei così a comprendere molto più profondamente quel che ora starei difendendo in maniera errata.

La paraculaggine nel cinema è distinguibile quando si scimmiotta un CULT. Non solo, ma quando si prendono delle strutture stilistiche e gli si appiccicano sopra dei personaggi di serie zeta. Si crea uno spauracchio senza spessore, senza stile, senza copione, senza movente. Basta vedere gli scimmiottamenti dopo Matrix. O dopo il primo Rambo. Quelle sono paraculaggini.

La critica profonda richiede di saper distinguere tra termini i cui confini sono assai labili. Ma se non vogliamo cercarli, tanto vale che ci mettiamo a dire a me è piaciuto questo e questo no, questo mi sta sulle balle e questo no, questo mi fa ridere e questo no. Cose, queste, sacrosante... guai se mancassero! ma che devono giustamente essere messe da parte se vogliamo criticare alla sbarra un idea, un sogno, un film, una vicenda in maniera lecitamente tecnica e filosofica. Cose anche queste che fanno parte del gioco. E affatto pindariche, né tanto meno da quattro soldi o elitarie.

Lo snobbismo elitario centra un beato cazzo con questi discorsi. Lo snobismo elitario impone che il cinema d'autore è cinema. Punto. Tutto il resto è intrattenimento. Per fare solo un esempio. Cosa questa che non sostengo. Lo snobismo elitario o radical schic dei miei stivali ( che ne è per certi versi l'estremo opposto) impone che Blade Runner, criticato con questi canoni, dovrebbe essere elevato a simbolo di un cinema che deve ritornare o che rappresenta un incompresa opera che gli altri non vorrebbero comprendere. E nulla di tutto ciò è insito, neanche tra le righe, nel mio Topic originale. Ma và ben al di là...

Le storie d'amore, fondamentalmente sono assai banali nella loro psicologia: nel momento in cui però si è deciso di mettere a tavolino la cosa tra un richiedente e un altra persona, si sviscerano quei fattori psicologici e si cercano attinenze che solo sul piano personale possono avere sostanza. Non solo, ciò dimostra anche umiltà per mettere in piazza i propri panni e nulla ha a che vedere con il narcisismo, ma con una sana volontà di raccontarsi. Ognuno è libero di farlo come vuole ed è giusto che venga criticato nella sua argomentazione. Argomentando.

E' innegabile che come esiste il critico snob, esiste anche lo spettatore cafone. Opposti e simili. O vogliamo negarlo? Se ci si sforza di usare un linguaggio profondo, che si usa raramente, non significa volersi elevare a Dottori: significa cercare strade diverse per affrontare un tema che sin dall'inizio ha palesato un indirizzo metafisico e filosofico. Prendere e argomentare se si è interessati; o lasciare se non si è interessati. Gli sbadigli e i processi alle intenzioni sono OT, se non sono argomentati. Nonché provocazioni.

Arrivare al punto di sostenere metafore come con << i pompini a vicenda >> (cose che richiedono due persone), è una maniera elegante per ferire qualcuno con la consapevolezza che il Topic iniziale ha mostrato quantomeno un impegno per esaudire una richiesta altrui. In primis si è mancato di rispetto a Gronda e non a me. Eh.. già... quello dei << pompini a vicenda >> .. invece è un ottimo intervento per dare la giusta visione d'insieme e portare gli equilibri in un albero della discussione... Con gli eufemismi, poi, che ti dicono tra le righe che sei un coglionazzo radical shic (perché questa è l'accusa e lo sanno tutti) - io non rispondo certo a eufemismi. Queste moralizzazioni intellettuali dei miei coglioni, le tratto come vanno trattate. Io non ho accusato nessuno col mio Topic di fare parte della plebaglia, e la sottile offesa per cui non si ha dignità a condividere certe opinioni, porta i suoi frutti. La plebaglia esiste, intanto: ma certo entrare nei meccanismi di una riflessione filosofica cinematografica e intimista non significa disprezzare qualcun'altro. Io non l'ho fatto. Ha iniziato qualcun'altro a farlo, aprendo un processo veramente elitario, poiché basato su un concetto mai supportato e senza argomentare; facendo processi alle intenzioni gravi e denigratorie e sempre senza argomentarle coerentemente. Non ho aperto riflessioni dualistiche e non ho forzato nessuno sotto nessuna bandiera. IO. Poi, devo sentirmi dire che se chiedo scusa mi farebbe onore, quale onore?

Le strutture registiche portate da Tarantino possono essere criticate in maniera negativa, ci mancherebbe. Ma arrivare al punto di dire << Tarantino chi? >> è un esasperazione priva di ogni merito che una sana disamina non potrebbe ami accettare.

Sulla spina dorsale di un cinema in parte perduto (forse è anche giusto così) Tarantino ha evoluto situazioni nuove e messo in mostra anche l'inutilità di certi paradigmi passati. Che, sì, riguardandoli ci sentiamo come ritornare alle origini, ma che anche hanno fatto la fortuna di molti film di merda. Girandola come si vuole lo spessore artistico dei suoi film è degno di nota; piaccia o non piaccia il confezionamento di molte storie è frutto di rara maestria. Se qualcuno, prima di lui, è stato antesignano, chi mai lo ha messo in dubbio? io no. A suo volta quegli antesiniani hanno trovato motivo di evolvere e ispirarsi ad altre strutture. Fino ad arrivare al cinema delle origini con Griffith, Chaplin, e molti altri... ma dare colpe, in questo senso a chi è venuto dopo, è limitante nel momento in cui si vuole mettere a fuoco questa tematica. Lo stesso Chaplin devo molto al teatro Vaudville (non ricordo se si scrive così) e alle sue vicende personali.

La voglia di essere sorpresi ha fatto sì che si mancasse a saper gustare attentamente un certo cinema. La voglia di essere intrattenuti.

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