Il sangue degli Déi

Inviato da  Calvero il 29/11/2011 6:12:03


Il trionfo della ragione sulla bestialità venne messa già in allegoria nell'Inferno Dantesco, ove Virgilio, insieme a colui che si fece [magnificamente] i cazzi di tutti gli altri, incontrò un già allora famosissimo Mostro. Fu così che il mitico toscanaccio andò ad indagare nei tre "mondi" ultraterreni (ottima strategia direi) e, lì, il Minotauro cedette il passo a quei due turisti che stavano sperimentando qualcosa che una dose di LSD al CUBO, tuttora non potrebbe eguagliare. E il marpione Alighieri indagò LA coscienza e i suoi retaggi religiosi/morali [e non solo] come mai nessuno aveva strutturato e strutturerà. "Divina", direi, per le vette di magnificenza di tale Opera letteraria e non perché, benedetta. Insomma, parafrasando il buon Woody ...

.. - tutto quello che avreste voluto sapere dei "mondi" (ma non avete mai osato chiedere). Ma sapere cosa?? (bella domanda).

OK, il Medioevo venne a manifestarsi in "Poesia" per i posteri (stica***), e sono convinto che la Storia che più conterebbe, quella che più lascerebbe moniti, "scintille" e idee è quella veicolata attraverso l'Arte (notare la A maiuscola). Per Dio. Il resto, fondamentalmente: cazzate; nulla che ponga - l'uomo - oggi, in condizioni di saper andare oltre, di cercare il Sacro Graal. Da questo Limo sì fasullo, non possiamo attendere risultati degni di questo nome e uomini nuovi. Il setaccio delle epoche ha già dato i suoi frutti e messo (per i più grandi pensatori) i giusti spartiacque. Due principalmente: il primo, quello Ellenico. Insomma, si è [hanno] già dato: grazie. E in realtà non si è ringraziato come si doveva. POI. Raggiungemmo nel Rinascimento il secondo spartiacque, quel che ora stanno finendo di distruggere. Da allora, il grafico aziendale "pianeta Terra" punta al Tartaro. Urgono precursori. Il resto: cazzate. Nuove pressioni devono forgiare diamanti. Dalle sabbie mobili dell'Era Moderna e Contemporanea è connaturata nonché vigente (con ogni santa logica) sol la supremazia del furbo. Nulla di più coerente, purtroppo.

La memoria. Già, IL problema. Non qui intesa come processo mnemonico in sé. La memoria della Storia, dico. Quella che, si dice in giro, si dovrebbe studiare. Storicamente, accademicamente, è ora di voltare le spalle a simili vanità. Le informazioni in tale ottica hanno fatto il loro tempo.

Comunque.

Eoni dopo, si cominciò a "giocare" con gli archetipi, la mitologia (e sui Fumetti, i Supereroi, le Graphic Novel, sarebbe interessante aprire un bel Topic) e tutti quei personaggi/racconti che ora più che mai si stanno prestando a speculazioni di ogni sorta e mandato. Con più e diversi risultati, avvincenti e meno, nonché stratificati, mixati, codificati, video_giocati, raccontati, favoleggiati, mal interpretati, ma anche con impegno prodotti (ricordo ancora l'Odissea sceneggiata per la TV) e altro ancora ..... .... ... .. .



Questo mese al Cinema, con le medesime logiche stilistiche e di CGI alla "300", è uscito il film - Immortals -

(NO SPOILER)

Visione in 3D ===> buona, non stanca e non è forzata nelle prospettive.
(lo specifico perché da queste parti non c'era l'opzione 2D)

Sonoro ====> Ottimo (in certi frangenti, eccezionale)

Quel che ha sdoganato il film - 300 - (e il paragone è necessario) con tutto quanto di retorico nell'epica, nelle coreografie dei combattimenti che aveva mostrato, con IMMORTALS si ripropone con efficacia maggiore. E non intesa per le migliorie visive che l'avanzare della tecnologia permette (che comunque ci sono e alla grande), ma perché le sequenze sono assoggettate alle logiche degli eventi, dei personaggi. Non viceversa. L'enfasi e la dilatazione dei tempi (Bullet_Time compreso) collima con le dinamiche di un immaginario Mitico così trasposto. L'interazione che i Poteri degli Déi manifestano quando dall'Olimpo decidono di intervenire, ne è l'elemento decisivo. Quindi, per quel che ho sentito a pelle o "a cuore" (ed è cosa a cui tengo assai), il coinvolgimento è meritato. Fermo restando che l'immaginario e il tipo di avventura a cui mirano questi prodotti, lo si dovrebbe accettare già prima di entrare in Sala.

Se dico la mia su questa pellicola, PERO', è perché l'Opera non è riuscita come doveva. Già. E non faccio nemmeno quel tipo di ragionamento quantitativo per cui mi basterebbe sapere che i pregi superano i difetti per poterlo consigliare. NO, non è per questo che lo consiglio il film. Anche perché, così, tuttora, credo siano più i difetti che i pregi

Già se ne sfiorò l'argomento, e qui è cruciale: ormai il dubbio Amletico è comprendere quanto i videogiochi si stiano fondendo col Cinema, o il Cinema coi videogiochi. Non solo. Ci si domanda dove ciò stia portando il Cinema. La risposta potrebbe non piacermi. Intanto mi accontento di questa performance dove (spero di non essere smentito) non v'è propaganda.

Da una parte il Film ha le sue cadute di stile in ragione di una mancanza di continuità tra la sfarzosità, la ricerca certosina di passaggi in CGI e la sensazione di posticcio e di "Teatro da serie B", dove pare vedere il regista sudare sette camicie con la Fotografia, la Scenografia e i Costumi con risultati altalenanti. Il collage non ha funzionato a dovere.

Dall'altra si è toccata (finalmente, per quel che mi riguarda) la "carne" degli Déi; si è posta una lente di ingrandimento sul confine che separa [concettualmente e filosoficamente] il Comune Mortale dagli Déi. Ma anche il semi Dio, dal Dio. La mitologia credo abbia qui toccato il suo Credo, ove proprio attraverso l'epica delle battaglie più feroci, si respira il senso e l'ineluttabile mistero che tanto le Leggende hanno esorcizzato così come tentavano di spiegare. Si percepisce la TRAGEDIA e la sua MAGIA; la divinità che tuttora alberga in noi, divenuta leggenda, poesia, MITO. - Tanto tempo fa in una Galassia lontana lontana - .... siamo noi quella Galassia, siamo noi l'Olimpo.

Se in 300 la violenza si giustificava da una prospettiva dove lo spettatore si identificava a favore di una "trincea" solamente, qui si viene messi nella condizione di poter osservare la spietatezza della Mitologia e comprenderne meglio il senso. Dimenticando, o meglio, trasformando il senso delle "trincee". Rivelato e identificato quel confine, è concesso - ai giusti - trasfigurarsi, prepararsi al destino. Bene e Male, sofferenza e giustezza, acquisiscono ben altri valori.

La storia è incentrata su TESEO e sull'Arma che potrebbe cambiare le sorti della diatriba che si svolge tra Cielo e Terra. Vicende queste (licenze poetiche comprese) comunque conflittuali sia tra Déi e Déi, sia tra uomini e uomini. Si dà spazio a quella visione eccezionale per cui gli Déi subiscono il loro Potere oltre che esercitarlo. Molto del fascino è intrinseco proprio nel fatto che i problemi etici attanagliano e consumano tanto lo Spirito degli Déi quanto quello degli uomini.

Il dubbio: ====> la forza che si scatena dal dubbio!! il sentimento di chi si ama e della lealtà devono piegarsi a un Destino che corrode la volontà, poiché l'umano può decidere la via del guerriero e che sopravviva o muoia, comunque potrà sentire in sé che la sua strada è percorsa. Così come può sentirsi burattino di logiche divine e che per quanto il libero arbitrio dia la possibilità di scegliere .... l'istinto e la ragione continueranno a generare le gesta memorabili (eterne), così come quell'impossibilità di essere e sentirsi realmente liberi.

Così è possibile vedere attraverso la lotta di chi vorrebbe liberare i Titani, anche la lotta della coscienza umana che vuole riconoscere i valori, le energie che ci muovono, al punto da far divenire senziente un sentimento, un idea, un energia, un Potere.

Ed è proprio nel labirinto di Dedalo, che si possono vedere i percorsi dell'uomo senza bussola, solo, dove ogni battaglia [con la Vita e le sue manifestazioni] corrisponde a un iniziazione. Tagliare la testa al Minotauro è una vittoria spietata contro il Blasfemo, contro quel che è contro natura; una suprema forma (la mitologia) per decorare i sogni, innalzare le scelte, le speranze. Indagare la coscienza, l'uomo e quel "bambino" che nei fulmini sente la forza di DIO.


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