Perché NO alle "Cronache di Narnia"

Inviato da  lamefarmer il 23/12/2005 22:12:03
Il film della Walt Disney ha molte cose da nascondere
ma facendo un giro per i siti web, salta subito all'occhio come
un apparente innocentissimo film per bambini, sia il centro del
nuovo catechismo cristiano, un filo logico e di denaro che lega
la santa sede all'America.

da Beppe Severgnini, pubblico un articolo del Corriere che scrive una persona
allo stesso Severgnini, molto interessante.
(http://www.corriere.it/solferino/severgnini/05-12-17/04.spm)

«Le cronache di Narnia»: film della destra ultraconservatrice

Caro Beppe,
lo dico subito a scanso di equivoci: mi sento cristiano, sono battezzato e, a parte sacerdozio ed estrema unzione, ho fatto tutti i sacramenti. Il 21 dicembre uscirà nelle sale «Le cronache di Narnia», prodotto dalla Disney. Un film che non andrò a vedere per alcuni motivi:
1. E' finanziato dalla destra cristiana ultraconservatrice Usa, quella che ha permesso la rielezione di Bush, in prima fila a cercare di salvare Terry Schiavo e a demonizzare l'aborto, quindi in teoria a favore della vita sempre e comunque, che però ha già mandato a morte mille condannati
2. Propone una visione cristiana falsa: Cristo come il leone che guida le sue truppe come durante le crociate. Un cristianesimo che vince con i muscoli e non con la forza della fede. È la visione del cristianesimo (soprattutto del cattolicesimo) oggi imperante: cosa sono le giornate mondiali della gioventù e le proclamazioni di santi davanti a folle oceaniche, le cerimonie religiose a cui ci aveva abituato lo scorso papa, assieme al sostegno del culto popolare (padre Pio), se non prove di forza della Chiesa? Cosa, se non un mostrare i muscoli? Eppure Cristo è altro, è colui che non spezzerà la canna incrinata e non spegnerà la fiamma smorta (Isaia 42,1-4). Questo film, quindi, propaga una visione del cristianesimo (e del mondo) falsa e fuorviante
3. La casa produttrice è la Walt Disney, che vuole ora far cassa sfruttando la credulità di tanta gente in buona fede (non ce l'ho assolutamente con queste persone, ma con quelli che contribuiscono a tenere queste persone in questo stato di ignoranza) e presentarsi come paladina della cristianità nella lotta contro il diavolo islamico. La Walt Disney è però anche la stessa azienda per cui ad Haiti parecchi minorenni lavorano per salari disumani, senza che vengano loro riconosciuti i diritti fondamentali dei lavoratori: niente malattia, niente ferie, niente sindacati, niente sciopero; solo un lavoro alienante in condizioni subumane per produrre le magliette e i gadget che, sulla scia del film, tutti questo Natale andremo a comprare.
Concludo con una controproposta: lasciate stare «Narnia» e se volete vedere un film che parla del vero Cristo e della vera Chiesa (e della sua battaglia contro quella finta), cercatevi quello su mons. Romero; sarà dura recuperarlo perché è un film vero e la verità, di questi tempi, è merce rara.

Davide Schenetti, davide_schenetti@freenet.de


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