Re: DJANGO

Inviato da  hrabal il 23/1/2013 15:44:39
Citazione:
Valida l'analogia con dogville, però a questo punto avrebbe dovuto osare di più ... gli manca proprio la stoffa .. c'è poco da fare .. c'è una sorta di schizofrenia a livello qualitativo, non combaciano i due mondi, adesso esagero; prova/pensa se le riprese western fossero state in stile manga e cartone animato come la storia di O-Ren (si chiamava così?) la piccola bambina Jappo-Americana nella sequenza di Kill Bill ...


Ok non osa, non va oltre la convenzione scenografica, non crea immagini e scenari che abbiano una relazione con i personaggi, i personaggi e la storia sono irrelati al contesto naturale... e' mancato di stile, lui come regista, ma dal punto di vista del film... ovvero del risultato, secondo me il tutto funziona, non e' perfetto ma funziona, ha dei buchi, cadute di tono, ma la relazione tra immagini e storia trova una sua ragione nei primi piani e nel quel senso di chiusura che comunque riesce a trasmettere... non dico che non avrebbe potuto far meglio, siciuro si poteva ma il tono delle immagini non e' comunque in contraddizione con il tono della storia, sono in armonia. In questo senso di che il film e' riuscito, non dico che e' un capolavoro, ma semplicemente che e' riuscito.... magari qualche scena e alcuni personaggi/attori, quelli si che sono piccole gemme incastonate in un blocco disomogeno di travertino...

Citazione:
Vero. Ma pensa alla parte in cui DJANGO viene messo in gabbia e c'è la sequenza dove Tarantino fa la parte del carceriere. Sembra di stare ne - La casa nella Prateria. Naaaaa non ci siamo ... prova/pensa alla scena iniziale di Notte illuminata da quale luce? di lato?? .. ... e proprio perché ha mirato al dramma e magari al Noir che doveva rimanere con le inquadrature ferme intorno al fuoco, per dirne una. Invece introduce una scena in movimento che è pacchiana. Cioè quello che dici è vero, ed è presente nello spirito della loro vicenda come hai ben spiegato, ma va a perdersi in scelte visive dannatamente sottotono rispetto ai giochi psicologici e alle scene in interni. Questa ritengo essere la prova che Tarantino è un cantastorie ma non fa cinema, lo manipola .. e lì dove i personaggi riempiono lo schermo con la loro forza e le loro storie, proprio lì nascondono la sua debolezza di regista nel saper inquadrare il mondo che ci circonda. Tarantino ama i personaggi ma non sa essere dolce e intelligente col mondo reale. Capiscimi, lui sa cos'è il romanticismo. Infatti ad esempio, è carica d'amore la sequenza dell'incontro con la moglie e l'emozione che il tedesco stesso prova per loro, così come è carica d'amore la sequenza degli sms in Death Proof ...per dirne un altra.


Concordo, si hai ragione Tarantino e' un cantastorie,e come ogni cantastorire, narra vicende umane, e ama le sue storie e i suoi personaggi, ma racconta storie di oggi, e oggi quello che chiamiamo mondo reale lui non lo vede piu', non puo' amarlo, forse non sospetta neanche che esista piu', tu parlavi di meta-percezione in un tuo intervento, in qualche modo credo che lui veda il mondo reale proprio in questo modo... attraveso i filtri dei suoi piccoli miti personali... Non so se il risultato e' cinema, mna e' sicuro qualcosa che mi piace, e a volte mi piace molto.

C'e' questo autore di crime story che Tarantino mi ha fatto scoprire citandolo in un intervista, Charles Willeford. Ha scritto una tetralogia intorno al sergente Hoke Mosley... decadentismo noir, grandissimo, ma l'umanita' e' un simulacro e il mondo un deserto di idiozia... Intendiamoci ho amato questi libri, non tanto con il cuore ma con la mente... poi sono andato a cercare, altri libri di questo stesso autore, i suoi primi libri risalgono agli anni 60 (gli altri erano degli anni 90)... e ho scoperto un altro scrittore, quanto cuore c'era in quelle storie, il mondo era ancora li, duro ma vivo, una forza espressiva impressionante e una passione per la vita ineguagliabile... Ora cosa pensare, con l'eta' il nostro Charles e' diventato un vecchio cinico senza piu' cuore o forse e' il mondo intorno a lui che ha perso questo cuore e quella sostanza che lo rendeva reale?

Se ti va leggiti Pick-uo girl (non ricordo il titolo italiano) si trovava in italiano nelle edizioni hobby & work, un piccolo meraviglioso romanzo, pieno, pieno di cuore e anima.

una bevuta metaforica alla tua salute Clavero, e magari un giorno mi piacerebbe anche condividere una pinta con te in quello che resta del mondo reale

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