Re: DJANGO

Inviato da  Calvero il 10/7/2013 1:44:43
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I veri capolavori di Friedkin sono due:

- Il braccio violento della Legge (titolo italiano) e l'Esorcista. Ricordiamo poi che Friedkin ha fatto cagate immani, anche se condite dalla sua inimitabile capacità (insieme a Siegel) di rendere gli inseguimenti su di un altro piano. Un Maestro. Cagate e gravi, cioè nel senso che ha giocato con quello che sapeva giocare meglio, ma senza che la cosa trascendesse alle opere nel loro intero.

1) Il Braccio Violento della Legge è un capolavoro perché (credo per la prima volta) ha reso il senso della freddezza umana: - quando l'anima dell'uomo si desensibilizza non importa quale barricata ufficialmente difende o fa finta di difendere ... importa solo giungere allo scopo e tutto il mondo che gira intorno ai protagonisti diventa un teatrino passivo; inerte, tutto funge da cornice a destini ineluttabili. Il taglio innovativo, i silenzi e il montaggio che non si concede - MAI - nell'irretire il pubblico per portarlo "per manina" nelle scene d'azione ... anzi lo distanzia da esse, fino a sentirci noi stessi impotenti se poco poco ci stavamo immedesimando nella violenza, nei personaggi.

2) L'esorcista è un capolavoro perché, semplicemente, è perfetto. Come già riporto spesso, non è detto che i capolavori debbano essere perfetti, anzi; ma quando lo sono, ecco allora che tutto trascende e anche un film dell'orrore diventa lo specchio di ogni nostro sospetto reale e metafisico.

Curiosità. Il Directors Cut non è uno specchietto per le allodole. Merita veramente. Non toglie niente alla versione originale e quello che aggiunge si incastona precisamente.



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Il discorso con Tarantino, non c'azzecca una cippa. Sono DUE modi di fare Cinema. DIVERSI, in ogni senso.

Ed è qui che si scatenano le feroci diatribe. Si basti vedere anche su LC che i detrattori sono in ottima compagnia ...

... niente_popodimenoché uno dei più intelligenti e sensibili frequentatori del Sito ma, piccolissima nota, nonché regista, un certo Massimo Mazzucco, detesta Tarantino; ma anche un'altro utente tagliato e acculturato come Pike Bishop parimenti lo disprezza ...

.. ma sono arrivato alla conclusione che certe sensibilità artistiche e professionali, nonché sensibilità culturali abbiano intrinsecamente votato molte persone a improntare un piano di lettura parziale. Non certo parziale come quello di un Bimbominkia o di uno spettatore medio/zombie che infesta le Sale del pianeta, però parziale rimane. Discorso e diatriba oramai infinita che è inutile discutere.

Django non è una versione di Inglorious, né in qualche modo si accomunano. Affatto. C'è anche qualche cretino che sostiene che sia un omaggio agli spaghetti western o al western stesso... lasciamo staaaaare se no mi incazzo (l'unico omaggio è al titolo, punto).

Django cavalca il mito (lo si comprenderà bene tra una ventina d'anni) di Sigfrido. Attraverso una storia d'amore, Tarantino ribalta i canoni e trasforma una fase di una Leggenda Tedesca in una rivalsa dell'uomo di colore. Mettendo in gioco le parti in maniera precisamente allegorica, Tarantino mostra le comunanze dell'uomo attraverso il tempo; dimostra come l'amore e l'amore per la giustizia oltre ad essere spietati, sono anche universali. Un ponte immaginario unisce Django ai NIBELUNGHI, quindi a degli archetipi fortissimi della vecchia europa, dove il buon tedesco [il dentista Bounty Killer] serve come de-codificatore di quanto tutti noi accomuna e viene mascherato...

.. e sinora, ad esempio, non l'ho letta da nessuna parte in nessuna critica; non ci si è accorti di piccoli e geniali tocchi di grande comunicazione. Tarantino è un comunicatore e lo fa attraverso il Metacinema, ma non ricalcando come si crede quello di una volta, ma trasformando le vecchie strutture in nuove evoluzioni: - quando il Dentista gli racconta come viene ucciso il Drago sulla cima della montagna, la parete di roccia è illuminata dal fuoco della brace nella notte ...

.. e quando Brumilda viene rinchiusa in un capanno, il muro si illumina dei medesimi riflessi nonostante non ci fosse il fuoco. Sigfrido è tornato.

IL Drago era stato ucciso [Di Caprio] ... ma attenzione, Di Caprio non era l'oggetto della sua vendetta, ecco perché il film ritorna, come dici Te, sulle montagne russe ...

.. perché il suo liberatore/saggio/mentore, colui che gli ha mostrato la via e ha unito i due mondi (europa/archetipi e Neri/schiavitù) .. doveva essere, solo allora, VENDICATO, prima non era stato ucciso. Tutto qui.

Non c'è alcuna ridondanza in DJANGO .. le cose che non hanno funzionato sono altre. MA il film rimane sempre magico e un gioiello nella cinematografia.

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