Re: Propaganda dello spot rai sull'europa

Inviato da  incredulo il 19/9/2014 8:56:43
Citazione:

PCornelio ha scritto:
Sinceramente non mi sembrano per niente brutti. Non cianciano inutilmente di politica e si limitano a mostrare aspetti dell'Unione che sono condivisibili al di là di ogni posizione ideologica: pace, fratellanza fra popoli, lotta alla povertà, valorizzazione della cultura...
Dal punto di vista propagandistico, non dicono assolutamente nulla di falso e non fanno nulla più che dire ai cittadini "hey, ricordati che sessant'anni fa qui abbiamo avuto guerra, deportazioni, fame, carestia e odio".


Che bello vivere nel mondo dei minipony...

Nell'area europea al momento ci sono 18 milioni di persone che ricevono aiuti alimentari finanziati dall'Ue e 43 milioni di individui che ogni giorno non riescono a nutrirsi a sufficienza. Tra questi ultimi molti sono bambini. E le previsioni non sono affatto ottimistiche, perché in tutta l'area Eurostat (l'agenzia per le statistiche dell'Unione europea) si prevede un picco di 120 milioni di poveri entro il prossimo anno.





Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo (Instituto Nacional de Estadística, INE), nel 2011 il numero di persone emigrate dalla Spagna ha superato quello delle persone immigrate, di oltre 55.000 unità solo tra gennaio e settembre. È la prima volta che accade dal 1990, e il dato è tanto più significativo se si tiene conto del fatto che nel 2007, prima della crisi immobiliare, il numero degli immigrati superava quello degli emigrati di circa 700.000 unità, e la Spagna era la prima meta di immigrazione in Europa.






Nel suo intervento a Cernobbio dello scorso 8 settembre, il Presidente Monti aveva affermato di temere “il ritorno dell’odio tra i popoli” in Europa. Un avvertimento sicuramente forte, ma fondato, dati i rischi che la moneta unica, così come l’intera Unione europea, stanno correndo negli ultimi tempi. Spinte nazionalistiche, populismo ed euroscetticismo non rappresentano certamente una novità, quanto piuttosto una costante dell’intera costruzione europea. Ma la situazione rischia oggi di essere decisamente più grave per almeno tre ordini di motivi: la crisi economica, il ruolo svolto dai nuovi mezzi di comunicazione, la percorribilità di ulteriori cessioni di sovranità.

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