LA PADANIA ED I COMPLOTTISTI

Inviato da  pierone il 11/9/2006 20:09:00
l contagio è arrivato su LA PADANIA?? ohibò (non è Blondet)

"Kamikaze o servizi segreti? Fioriscono teorie e indagini alternative
La verità secondo i “complottisti” Mirko Molteni
Siamo davvero sicuri che i jet che si scagliarono contro le Torri Gemelle e il Pentagono siano stati davvero dirottati dai terroristi di Al Qaeda? E se è così, chi si cela dietro la fantomatica rete di Osama Bin Laden , la cui famiglia è notoriamente amica dei Bush e in genere dell’establishment fianziario degli Usa? Domande come queste rimbalzano di tanto in tanto sui media da almeno cinque anni e alle teorie alternative, o meglio «complottiste».
Anzitutto va ricordato il noto Maurizio Blondet tra i fautori di trame oscure dietro l’11 settembre. I suoi articoli sul tema, sempre aggiornati, sono costantemente consultabili sul sito www.effedieffe.com.
Ma c’è anche Giulietto Chiesa, che non esita a far rimbalzare l’etichetta di «complottisti» su chi si accontenta della versione ufficiale.
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"A discuterne vi troviamo un candidato del partito democratico come Robert Bowman, veterano del Vietnam con 101 missioni all’attivo, ma anche la verde Carol Brouillet, che ha realizzato un film dal titolo «Dietro ogni terrorista c’è un Bush». E perfino quel Jim Marrs che in passato aveva indagato sull’assassinio del presidente John Kennedy, per poi aiutare il regista Oliver Stone a girare il celebre «Jfk». E tanti altri ancora, come un comune cittadino di Brooklyn, Les Jamieson, che ogni giorno fa da guida turistica ai curiosi che si accostano a «Ground Zero», la distesa lunare dove una volta si levava il Wtc, spiegando loro la sua verità."
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"Ad esempio, sarebbe stato impossibile per dei piloti improvvisati, sul tipo di Mohammed Atta e compagni, centrare in pieno i grattacieli manovrando ad alta velocità un goffo e pesante Boeing. Inoltre i grattacieli del Wtc sembrano essere crollati in maniera troppo perfetta, come quando si demoliscono i palazzi."

"Il breve filmato che illustra l’impatto col quartier generale delle forze armate Usa mostra un oggetto che sembra troppo piccolo per essere un velivolo passeggeri. Tantopiù che oltre alle macerie annerite non si è trovata traccia delle voluminose ali e della fusoliera di un fantomatico jet di linea.
Da più parti si vocifera di un missile da crociera, un Tomahwak magari, che avrebbe devastato un’ala dell’edificio senza lasciare traccia."

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Tra i cosiddetti complottisti spicca inoltre il giornalista francese Eric Laurent, che dal 2004 furoreggia nelle librerie con la sua inchiesta «La verità nascosta sull’11 settembre». Un libro in cui Laurent passa in rassegna tutti i lati oscuri delle vicende americane e mediorientali.
A cominciare dal clamoroso fiasco dei servizi segreti americani nel prevedere attentati di così grande portata. Tanto che l’autore scrive: «All’inizio di settembre 2001 la situazione è tragicomica. I servizi segreti di tutto il mondo, o quasi, si aspettano un attentato contro gli Usa da un momento all’altro, ma nessun funzionario del governo Bush sembra rendersi conto del cresciuto pericolo». Eppure, come riportava nell’aprile 2004 il periodico «Usa Today», lo scenario di un dirottamento del genere non era affatto ignoto alle forza armate americane.
Fin dal 1999, infatti, il Comando della Difesa Aerea del Nordamerica, o Norad, effettuava esercitazioni regolari che prevedevano l’intercettazione da parte dei caccia F-15 di aerei civili dirottati per scagliarsi...sulle Torri Gemelle e sul Pentagono. In pratica la fotografia dell’11 settembre. Quando però la tragica mattina giunse a segnare la storia dell’America, accadde qualcosa di sconcertante.
I caccia supersonici vennero fatti decollare dalla lontana base di Otis, a 370 km da New York, anzichè dalle più vicine Andrews e Langley. E i velivoli si avvicinarono con tutta tranquillità alla zona, a una velocità di «soli» 1000 km/h, cioè la metà della velocità possibile a un F-15 o a un F-16.
Laurent non ha certo tracciato un vero teorema, ma fra i cosiddetti complottisti può essere consoderato uno dei più seri, se non altro perchè mette in evidenza incongruenze e contraddizioni troppo poco esplorate. Ad esempio il ruolo dell’Arabia Saudita, scrigno di petrolio, solitamente considerata alleata degli Stati Uniti. Oppure quello del Pakistan e dei suoi servizi segreti, il famoso Isi. Proprio l’11 settembre 2001 alti dirigenti dell’Isi erano ospiti del governo americano a Washington. E sicuramente dovrebbe sollevare più di un sospetto il fatto che al Pakistan viene tuttora permesso un arsenale nucleare, quando si sa che il regime del generale Parvez Musharraf non è certo migliore di quello reovesciato di Saddam Hussein o della teocrazia iraniana."
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Se per ipotesi le teorie complottiste fossero, almeno parzialmente, vere non sarebbe la prima volta che la Casa Bianca approfitta di un attacco (o presunto tale) per avviare una campagna strategica.
Vari storici ormai ammettono che l’attacco giapponese a Pearl Harbor nel dicembre 1941 fu dapprima provocato dalla durezza dell’embargo a Tokyo, poi agevolato dalla mancata sorveglianza militare americana. Una negligenza favorita dal presidente Franklin Delano Roosevelt per costringere i riluttanti Stati Uniti a gettarsi nell’arena della Seconda Guerra Mondiale animati da una volontà di vendetta. Anche l’11 settembre 2001 sarà ricordato così? Solo il futuro lo dirà."



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