Re: Battista contro i "complottisti"

Inviato da  Kolza il 9/7/2007 14:21:47
Ecco la trascrizione (grazie all'OCR dello scanner!) dell'obbrobrio di Battista...

Cliccando, cliccando si prepara l'happening dei negazionisti

Mancano soltanto due mesi e poi tutto sarà perfetta-mente pronto per il grande happening negazionista. Due mesi all'11 settembre quando, sei anni dopo le stragi di New York e Washington, siti Internet e libri, trasmissioni televisive e Dvd, convegni e raduni internazionali rianimeranno la festa complottista, porteranno nuova legna al fuoco della cospirazione universale, alla congiura sionistico-imperialistica che si celerebbe dietro la colossale mistificazione costruita ad arte dai media internazionali per ordine della cricca di Bush. Si muove già la variopinta schiera dei negazionisti dove destra e sinistra non esistono più, ma resta solo un inestinguibile odio per l'Occidente e per gli ebrei cui, ultimo velo di pudore non ancora stracciato dall'oltranzismo ideologico, si dà il nome di «sionisti».
A fine agosto sarà in uscita il manuale del perfetto complottista, intitolato Zero (allusione al Ground), sottotitolo «Perché la versione ufficiale sull'11/9 è un falso». Bizzarrie di frange lunatiche, fantasie di minoranze fanatizzate? Forse. Ma qualche giorno fa un ministro di Sarkozy, la signora Christine Boutin, ha detto che non è da escludere che ci sia Bush dietro gli attentati dell'11 settembre. Prove, nemmeno l'ombra. Solo una sensazione corroborata dal postulato secondo cui essendo «i siti che lo affermano i più cliccati, vuoi dire che c'è qualche verità». Il negazionismo si gonfia e si
dilata per autocombustione. La sua forza non sta nella potenza degli argomenti, ma nel fatto che molti credono alle favole. Per smontare una simile credulità diffusa basterebbe constatare come quei siti abbiano tra
loro ingaggiato una feroce battaglia del grande complotto per il predominio nella setta cospirazionista e si scambino accuse atroci, magari motivate da dissensi marginali o da dettagli maniacali. E invece, secondo il ministro di un governo pure amico degli Stati Uniti, basta il numero di clic, per conferire al complottismo credibilità e persino rango scientifico. Ci vorrebbe qualcuno che come Piero Angela facesse da testimonial a quelle associazioni consacrate al-la demolizione delle fumisterie propalate da maghi e ciarlatani, stregoni e imbonitori. Ma anche in quel caso riportare alla ragione gli adepti del verbo negazionista apparirebbe impresa votata alla sconfitta.
Un anno fa il settimanale Diario di Enrico Deaglio riportò la notizia che qualche volonteroso ci aveva provato e che la testata Popular Mechanics aveva pubblicato i risultati di un paziente lavoro di smantellamento dei teoremi complottisti. Numeri, cifre, dati, fatti. Una quantità imponente di argomenti capace di schiacciare la ricostruzione onirica dei negazionisti. Invece niente, ogni argomento è apparso incapace di scalfire i dogmi di una fede emotivamente inattaccabile. Chi sostiene per esempio che gli edifici del World Trade Center si sarebbero sbriciolati non per via dei due aerei visti da miliardi di persone ma per effetto di «esplosioni controllate» (controllate da Bush, va da sé) dovrebbe spiegare come si fa a trasportare e piazzare strategicamente le 75 tonnellate di esplosivo necessarie per ottenere quegli effetti apocalittici senza che nessun newyorkese si fosse accorto di quell'operazione impossibile da realizzare senza la complicità di migliaia di agenti della Cia impegnati in una zona nevralgica della metropoli per giorni e notti prima di arrivare al fati-dico 11 settembre. Ma la spiegazione esige un impegno intellettuale troppo in contrasto con il fideismo della crociata ideologica. Perciò hanno fatto finta di niente e continuano a sfornare i loro materiali per la grande offensiva che raggiungerà il suo culmine tra due mesi, a furia di cliccate.

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