Re: Modelli di trasferimento quantità di moto per il WTC1

Inviato da  Max_Piano il 20/9/2006 21:41:40
manalive:

guarda che si tratta sempre di approssimazioni però di approssimazioni conservative

nel nostro caso abbiamo considerato tutta la massa concentrata in un numero discreto di lastre infinitamente sottili che per comodità e semplicità abbiamo considerato coincidenti con i piani veri e propri

l'intera massa è stata quindi concentrata, e assunta costante (ah.. altra ipotesi conservativa!) in queste lastre.

e' facile verificare, sia matematicamente che calcolando nuove iterazioni, che l'approssimazione che si commette, rispetto al caso continuo, è del tutto trascurabile.
questo è accettabile anche perchè non mi interessa simulare gli stati intermedi ma solo stimare a grandi linee (ma in modo conservativo) il tempo di caduta (minimo) totale.

d'altro canto se vuoi davvero descrivere il modello fisico nei minimi dettagli non puoi fare affidamento alla colonna centrale: in primo luogo perchè non esiste una "colonna centrale" (ma una serie di colonne legate tra loro e alle travature e alle colonne perimetrali) e in secondo luogo perchè le colonne del core, come mostrano alcuni video e fotografie, sono rimaste in piedi durante il crollo (aver inserito la massa del core nelle lastre rappresenta una ennesima ipotesi conservativa!).

in prima approssimazione non mi interessano questi vincoli, che pure sottraggono moltissima energia e rallentano il crollo, dunque le ipotesi conservative fatte sono assolutamente lecite.

il tuo modello invece, se posso usare la tua stessa ruvidezza, è sbagliato già in partenza: consideri proprio l'unico elemento (la "colonna") che non partecipa al collasso!

Citazione:
poi quando avete tempo mi spiegate come fate a "spegnere" la forza di gravità mentre si demoliscono i piani eh?


chi ha detto che la si "spegne" ???
e' vero il contrario: la forza di gravità è sempre presente.

forse intendi questo:

la conservazione della quantità di moto viene applicata, come ti ho detto, nell'urto con lastre infinitamente sottili e si suppone che l'impatto duri un tempo infinitesimo durante il quale la forza di gravità non fornisce alcun lavoro essendo questa di valore costante e finito.

quindi dopo l'urto calcoli la nuova velocità e continui con l'integrazione

vorrei però dirti che questi concetti, che a te paiono stravaganti, dovrebbero invece far parte del bagaglio culturale di base, si spera, di qualunque ingegnere.
ti posso assicurare che ho analizzato di persona decine di modelli, in altri campi ovviamente, in cui questi concetti venivano applicati senza paura.

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