Re: Una tesi alternativa...

Inviato da  sigmatau il 19/1/2008 21:46:59
Ragazzi
sarebbe agevole da parte mia rispondere a certe 'osservazioni' cavandomela con lo replica standard ‘Perder tempo a chi più sa più spiace’. Dal momento però che la presenza a ground zero di hot spot [punti caldi…] con temperatura di oltre 700 gradi centigradi ben cinque giorni dopo gli eventi costituisce uno dei reperti che inchiodano senza appello la versione ufficiale dell’11 settembre, penso che valga la pena chiarire un poco di più le cose…

E’ del tutto evidente che il termine hot spot designa un punto avente temperatura maggiore rispetto ai punti che gli stanno intorno… tutto qui, niente di trascendentale… Il già ricordato Secondo Principio della Termodinamica afferma al riguardo che perché un ‘punto caldo’ possa conservarsi come tale è necessario vi sia produzione locale di calore. L’esempio più comune è costituito dai termosifoni di casa nostra in questo periodo. Essi a tutti gli effetti sono ‘punti caldi’ e chiunque se ne accorge semplicemente toccandoli. Provate però ad interrompere il flusso di acqua calda e vedrete che cosa succede ai termosifoni. Nell’arco di poco tempo [al massimo una o due ore…] la loro temperatura sarà uguale al resto dell’ambiente e cesseranno di essere ‘punti caldi’. E’ chiaro che non serve la laurea in fisica per arrivare a comprendere questa semplice verità… essa è del tutto ovvia a qualunque studente delle elementari…

Assodato dunque che a ground zero esistevano hot spot con temperatura superiore ai 700 gradi centigradi ancora cinque giorni dopo che tutto quello che poteva bruciare era bruciato, occorre rispondere alla seguente domanda del tutto ‘scontata’: da dove proveniva il calore che produceva gli stessi hot spot?… Una possibile risposta è la seguente: si trattava del calore generato dai radionuclei prodotti dalle esplosioni nucleari che hanno distrutto le Twin Towers e l’Edificio 7. Per avere idea della consistenza di questa ipotesi proviamo ad osservare i seguenti due diagrammi, ricavati dal documento segnalato nel mio ultimo postato…






Il primo diagramma illustra [in funzione del tempo espresso in anni…] la radioattività prodotta dalle vari componenti del ‘combustibile nucleare spento’, vale a dire quello che resta dopo che tutto l’Uranio 235 è stato fissionato. Il secondo diagramma illustra [sempre sulla stessa base dei tempi…] il calore prodotto dallo stesso. E’ essenziale notare che i dati sono validi sia nel caso di residui prodotti da un reattore [ossia da fissione nucleare ‘controllata’…] , sia nel caso di residui di una esplosione nucleare [ossia da fissione nucleare ‘incontrollata’…]. Osservando il diagramma ‘termico’ si può ben comprendere il perché sia stato ritrovato metallo fuso a ground zero anche parecchie settimane dopo l’11 settembre e soprattutto il perché un simile fenomeno non possa essere associato ad alcuna reazione di tipo chimico ma solo ad una reazione di tipo nucleare

E’ ovvio che se qualcuno ha una tesi più ‘credibile’ da proporre è invitato a farsi avanti… temo però che gli sarà difficile essere anche ‘convincente’

saluti!...

--------------

... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=4&topic_id=3823&post_id=110302