Re: Nuovo Umanesimo ovvero Culto di Lucifero. La Religione del Nuovo Ordine Mondiale.

Inviato da  Paxtibi il 26/4/2006 1:08:38
Gli ispirati Costruttori di Pace, gli araldi del Rispetto e della Concordia...


Dalla puntata di Report del 10 settembre 2004
Kossovo, il fallimento della "guerra umanitaria": oggi dominano violenze, mafia e traffici illegali

La guerra del 1999, effettuata dalla Nato senza permesso dell'Onu, aveva lo scopo dichiarato di proteggere in Kossovo gli albanesi, i cui diritti umani erano violati dal regime. Oggi c’è una sola amministrazione, quella dell’ONU. La regione avrebbe dovuto diventare un modello di convivenza interetnica. Invece oggi sono gli albanesi ad essere maggioranza e i serbi vivono sotto assedio e discriminati. [...]

DEREK CHAPPEL - Ex portavoce polizia ONU - Sono stato portavoce della polizia delle Nazioni Unite per 4 anni. Dopo le violenze di marzo sono stato rimosso dal mio incarico, e non ho mai avuto spiegazioni chiare sul motivo del mio licenziamento, ma penso che alcune dichiarazioni che ho rilasciato sulle violenze non erano piaciute a certi politici delle Nazioni Unite. Io avevo dichiarato, e sono certo di questo, che i registi degli attacchi contro il popolo serbo erano gruppi sovversivi formati da criminali organizzati e da estremisti politicizzati. [...]

FUNZIONARIO ONU - Dai proventi del traffico di essere umani e quello delle armi si passa a quello degli stupefacenti. E quindi i guadagni ottenuti da questi crimini, vengono reinvestiti in quello degli stupefacenti che produce alle organizzazioni criminali alti guadagni in brevissimi tempi. Ma non si accontentano, reinvestono in traffici leciti come catene alberghieri, ristorazione, società di import-export lavando il denaro sporco proveniente dalle azioni criminali.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE - Ma è possibile che tutto questo accada, in un territorio piccolissimo e sotto agli occhi di 20 mila uomini, fra polizia, gruppi speciali, soldati e anche la nostra Guardia di finanza? A dire il vero i nostri avevano arrestato qualcuno.

FUNZIONARIO ONU - Abbiamo la notizia che tantissime persone che fanno parte della polizia stessa locale siano coinvolte in crimini. Un esempio è quello del sergente di polizia che lavora a Pristina che è stato condannato da un tribunale italiano a 25 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti e tutt’ora veste una divisa e porta una pistola.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTORE - Secondo il Tribunale di Milano il sergente di polizia dell’Onu è un trafficante di droga e merita 25 anni, per l’ONU merita di continuare a fare il sergente a Pristina. E a Pristina c’è di tutto. Questa casa, all’apparenza normale, nasconde un giro di prostitute frequentato anche da militari e funzionari internazionali. Questa è la lista dei locali vietati che l’UNMIK ha diramato a tutto il suo personale. E chi ha dato la licenza a questi locali? La stessa Agenzia delle Nazioni Unite.

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Amnesty accusa la Nato e l’Onu di alimentare la prostituzione in Kosovo

Secondo l’Organizzazione per la Difesa dei Diritti dell’Uomo, il  "20%" dei clienti delle reti di prostituzione in Kosovo sono soldati della Kfor e poliziotti della Minuk, che contribuiscono in questo modo a fornire “una parte sostanziosa degli introiti” all’industria del sesso. "Donne e giovani ragazze sono vendute come schiave. Vengono minacciate, percosse, violentate e imprigionate da coloro che le hanno acquistate. Visto che soldati e poliziotti della Forza internazionale fanno parte della loro clientela, queste donne hanno spesso troppa paura per sfuggire e le autorità non portano loro alcun aiuto”, deplora in modo particolare Amnesty. Secondo Amnesty, i rappresentanti della comunità internazionale ricorrono “in numero significativo” ai servizi delle donne e delle ragazze vittime del traffico di esseri umani in questa provincia della Serbia, a maggioranza albanese, però amministrata dall’Onu dopo il giugno 1999.   "É scandaloso che coloro i quali sono chiamati a proteggere le donne e le giovani approfittino della loro posizione per abusare delle donne impunemente”, ha dichiarato  Mme Sian Jones, una ricercatrice di Amnesty International, che ha partecipato all’elaborazione del rapporto, in occasione di una conferenza stampa a Pristina.
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Il più grande degli scandali

Si sostiene che dal 1996 al 2003 il programma Oil for Food delle Nazioni Unite abbia messo in grado Saddam Hussein di appropriarsi in modo indebito di centinaia di milioni di dollari. Si dice che alcuni alti funzionari Onu, in particolare il responsabile del programma, Benon Sevan, si siano messi in tasca grosse tangenti, e si sostiene che politici stranieri, specialmente francesi, abbiano ricavato vantaggi simili dal sistema.

Sono accuse gravi, che giustificano indagini particolareggiate. Ma deve essere immediatamente messo in evidenza che sulla gestione del programma dal 1996 esiste una abbondanza di documentazione pubblica. Essa contiene tutte le informazioni pertinenti, compresi gli elenchi di tutti gli articoli forniti all’Iraq in ciascuno dei semestri [nei quali era diviso il programma NdT].
Questi elenchi, come tutti i particolari delle transazioni irachene, vennero compilati meticolosamente dal comitato sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, composto da rappresentanti del consiglio e che agiva all’unanimità. Nessuna decisione poteva essere presa senza l’approvazione da parte degli Usa, che, assieme alla Gran Bretagna, posero il veto a contratti per un valore di centinaia di milioni di dollari sulla base del fatto che alcuni prodotti avrebbero potuto essere utilizzati per fabbricare armi di distruzione di massa, che ora sappiamo essere state un prodotto dell’immaginazione degli strateghi Usa.
Il programma era soggetto a un monitoraggio rigoroso: se ci sono state violazioni, gli Usa ne portano la responsabilità almeno quanto le Nazioni Unite (1).

Né dovremmo dimenticare le decine di milioni di dollari appropriati in modo indebito da parte della comunità internazionale tramite la commissione Onu per le compensazioni (UNCC) di Ginevra (2), che era per lo più manipolata dagli Usa. Con il pretesto di risarcire coloro che avevano sofferto a causa dell’invasione irachena del Kuwait, la UNCC si è presa fino al 30% dei proventi petroliferi iracheni per “rimborsare” vittime indigenti come la Kuwaiti Oil Company.

Un pagamento di 200 milioni di dollari è stato fatto fino all'aprile di quest’anno, due anni dopo la caduta di Saddam Hussein, in un momento in cui il governo iracheno stava implorando prestiti.
Ma nessuna commissione di inchiesta è stata messa su per indagare sul peggiore degli scandali.

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(Tecniche di peacekeeping, posizione #1)

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