Re: La Chiesa comanda facebook in Italia

Inviato da  francofior il 30/8/2009 4:26:58
QUESTO L'ARTICOLO CHE GLI E' COSTATO DEFINITIVAMENTE L'ACCOUNT FACEBOOK.
EVIDENTEMENTE L'INQUISIZIONE NON E' ANCORA FINITA IN ITALIA.

Onoriamo la memoria di Jean Meslier (1664 – 1729), eroe dell’intelligenza che precorre il secolo dei lumi rivelando, nel suo testamento, la vanità e gli errori della superstizione religiosa (http://www.steppa.net/html/meslier/meslier.htm).

Per quarant’anni è parroco di Etrépigny, piccolo villaggio delle Ardenne francesi, dicendo messa, celebrando matrimoni, battezzando, confessando, insegnando catechismo, facendo fronte a mille impegni anche nelle parrocchie vicine. Ma quando viene la sera, quando la sua perpetua se n’è andata, dopo che il silenzio è calato su Etrépigny, egli – in compagnia degli scritti di Lucrezio, di Cartesio, Montaigne, Bayle, Boezio e molti altri – scrive alla luce di una candela e fino a notte fonda. Il suo pensiero si rinviene nel suo testamento, i cui passi significativi riporto di seguito:

Ai Signori Curati del vicinato,

indipendentemente dalle ragioni in base alle quali si crede o non si crede, ciò che ci insegna la nostra religione è l'obbligo di credere in maniera assoluta.

Sono sicuro che se voi vi affidaste alla semplice natura dei vostri intelletti, vedreste chiaramente, come io ho visto, che tutte le religioni di questo mondo sono soltanto invenzioni dell'uomo e che tutto ciò che la religione insegna e vi obbliga a credere sul sovrannaturale e sul divino, alla fine non è altro che errore, menzogna, illusione ed inganno.

Invece di inveire contro di me vi esorto ad approfondire se tutto ciò che ho scritto è vero; se non è vero confutatemi ma se vi ho convinti allora non esitate ad intervenire per difendere la verità ed aiutare le genti che soffrono sotto il giogo della tirannia, dei sopprusi e delle superstizioni.

Ma visto che anch'io non ho avuto il coraggio di spingermi oltre, evitate di dichiararvi apertamente, durante la vostra esistenza, contro questi detestabili errori. Cercate per ora di stare zitti ma almeno alla fine dei vostri giorni dichiaratevi in favore della verità.
( . . . )

Smettetela di essere idolatri e di adorare delle fragili statuette di pasta e di adorare le statue di gesso, d'oro e d'argento.

( . . . )



Smettete di divertirvi ad interpretare e a spiegare in senso figurato, allegorico e mistico delle scritture vuote che ritenete sacre e divine; voi date loro il senso che volete e fate loro dire tutto ciò che volete per mezzo di presunti significati spirituali e allegorici che voi create per loro, che tendete di attribuire loro, al fine di trovarci e di farci trovare delle supposte verità che non esistono e che non sono mai esistite.

( . . . )



Perché manifestate disprezzo per la povera gente e minacciate condanne eterne per dei piccoli peccati invece di protestare contro le rapine pubbliche, contro le palesi ingiustizie dei governanti che depredano, calpestano, rovinano i popoli, li opprimono e sono la vera causa di tutti i mali e di tutte le miserie che prostrano le genti?

( . . . )


Tocca a voi educare la gente, non negli errori dell'idolatria, non nella varietà delle superstizioni, ma nella conoscenza della verità e della giustizia, nella conoscenza di ogni virtù e dei buoni costumi: siete pagati per questo.

( . . . )


Per tutto il resto non mi curo di ciò che penserete di me: allora sarò morto e i morti sono fuori dalla portata dei vivi, i morti sono niente.

L'estrema prudenza di Meslier, che lo ha indotto a rendere nota la sua fatica solo dopo la morte e l'esortazione agli altri curati a non esporsi troppo, ha dei solidi motivi. Conosceva benissimo la sorte di Lefèvre bruciato vivo a Reims, di Guillaume curato di Fresnes, di Pietro Giannone e di tanti altri anticlericali messi sbrigativamente a tacere. Per quello che personalmente poteva riguardarlo si era espresso più che chiaramente:

Che i preti, i predicatori facciano ciò che vogliono del mio corpo; che lo squarcino, lo riducano in pezzi, lo brucino o lo arrostiscano, che lo mangino, se vorranno, in qualunque salsa; ciò non mi crea nessun particolare problema. Sarò allora interamente fuori della loro portata e nulla sarà più in grado di farmi paura.

Contrapposti al dogma religioso che blandisce la paura, il pensiero critico e il principio di laicità sono valori irrinunciabili per la civiltà e il progresso dell’umanità. E’ con la forza della ragione che possiamo opporci all’imposizione di un pensiero calato dall’alto, facendo valere e riconoscere i diritti dell’uomo, la parità tra i sessi, l’emancipazione, l’amore per il sapere, la solidarietà.

Una religione che si basa poi su una mistificazione storica (*) come la favola di Gesù Cristo – personaggio inventato con la sovrapposizione del messia sacerdotale Yeshua ben Panthera (Gesù), di umili origini, condannato dal Sinedrio alla lapidazione per stregoneria, con il messia politico di fede zelota e ribelle Giovanni di Gamala, detto “Kristos” (Cristo, Unto), figlio di Giuda il Galileo, condannato alla crocefissione da Ponzio Pilato per l’insurrezione dell’anno 36 dell’era volgare contro il potere romano – al fine di “trovare” (in assenza di documentazione storica) un Messia non più come guerriero davidico ma come Salvatore degli oppressi, è ancora meno credibile di ogni altra! Il resto della storia è quello della costruzione dei falsi, nel Nuovo Testamento, da parte dei Padri della Chiesa, per nascondere l’origine rivoluzionaria del Cristianesimo e farlo apparire come religione rivelata.


Cosí anche la scopiazzatura, il plagio, del culto di Mitra e delle altre divinità solari (Horus) che il cattolicesimo compie a partire dai fondamenti della teologia giudaica-cristiana fino alla stessa liturgia, non sarebbe apparsa evidente ai più. Di questa mistificazione storica abbiamo l’ultimo esempio con il recente libro su Gesù di Nazareth di Papa Ratzinger.


Appello ai credenti: SVEGLIATEVI! La religione, di qualsiasi tipo, avvelena il pensiero ed è incompatibile con la ragione, fomenta le guerre e i fanatismi ideologici. L’unico vero MALE è l’ignoranza. La fede è un firewall alla conoscenza. La condotta morale e la vera spiritualità è solo in voi stessi! Usatela! http://www.facebook.com/group.php?gid=168510225014&ref=ts


Principe Etico



(*) Agli occhi dell’esegeta attento e disincantato appare alla fine evidente (come a vari studiosi seri di esegesi biblica, tra i quali Giuseppe Tranfo e Luigi Cascioli) che dietro al Gesù Cristo figlio di Dio, messia unico per necessità teologica, ci sono le “impronte digitali” di due diverse individualità, cancellate dalla storia e oscurate (fortunatamente non del tutto) nelle cronache del tempo, forzate in un solo personaggio e in una sola vicenda: proprio per questo in essi convivono aspetti reciprocamente inconciliabili e inspiegabili contraddizioni. Gesù o Yeshua, per chiamarlo con il suo vero nome, testimone autentico di quella spiritualità di matrice essena volta al riscatto dei poveri e alla condanna degli oppressori, convive con l’indole guerriera del “figlio di David”, chiamato a liberare Israele con le armi.


Il testamento d’amore scolpito nelle parole del “discorso della montagna” convive con il programma di guerra di chi dice: “non sono venuto a metter pace, ma spada.”.


La povertà delle origini convive con la discendenza regale e perfino l’accusa religiosa di magia e apostasia diviene titolo di esecuzione per una condanna romana riservata ai sediziosi, su un patibolo romano recante a pubblico monito il capo d’imputazione: ”Questi è il re dei Giudei”.


Tale imputazione non ha senso per il “Figlio di Dio” titolare di un regno che “non è di questo mondo”, così come non ha senso per un predicatore illuminato designato come guida spirituale della nuova Israele.


L’accusa è invece coerente soltanto nei confronti di chi, rivendicando un titolo usurpato, promuova una rivolta armata contro gli usurpatori e i loro alleati. La trasformazione del titolo messianico di “Unto” (Cristo), appartenuto al messia davidico, in una sorta di identificativo anagrafico simile ad un moderno cognome, ha vissuto nei secoli accanto al nome appartenuto al messia di Aronne (Yeshua).

Quale fu il risultato? Da Gesù più Cristo nacque… Gesù Cristo!


Si comprende a questo punto la necessità, affinché il Cristianesimo potesse diffondersi, di cancellare dalla storia del Messia ogni riferimento alla sua origine rivoluzionaria, facendo sparire innanzitutto, assieme a tutta la storia degli Esseni, la sua qualifica di Nazireo (sostituita con abitante di Nazareth) e la sua origine golanite, centro famigerato della accanita resistenza antiromana. Queste operazioni furono rese possibili in seguito alla protezione accordata dagli imperatori alla nuova religione dopo il Concilio di Nicea (325 d.c.). Inizia infatti a partire da questa data la persecuzione capillare e cruenta delle religioni e opinioni contrarie al Cristianesimo protrattesi nella lunga storia di nefandezze della "Santa Inquisizione" fin dentro il secolo dei lumi, come il caso dello studente diciannovenne Cavaliere de la Barre, orrendamente suppliziato e messo al rogo nel 1766 per non essersi genuflesso ad una processione.


Ma la verità dei fatti pare che si sapesse già all'epoca, infatti nel 248 d.c. il filosofo platonico Celso dichiarava in: “Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti i cui miracoli che gli attribuite non erano che manifestazioni operate secondo la magia e i trucchi esoterici. La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità. È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate”.

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