Re: Aborto...ma dov'è la ragione?

Inviato da  Makk il 5/11/2010 1:26:00
Citazione:

dr_julius ha scritto:

Le cifre statistiche sulla IVG sono diverse

Il numero di interruzioni volontarie della gravidanza si è ridotto di più di un terzo [cut]
rafforzare le tesi di coloro che attribuiscono alla 194 il merito di aver fatto prima venire allo scoperto le migliaia di aborti clandestini che avvenivano in regime di divieto, poi di aver reso le donne sempre più consapevoli che l’aborto non è un metodo desiderabile per controllare la propria fecondità.
[cut]
Concludo riaffermando che la legge vigente è una buona legge e sembrerebbe anche migliore se fosse applicata per intero.


Non sarà forse che la legge fa schifo ma le donne dimostrano di usarla con responsabilità, e non con leggerezza, come vorrebbero far credere i detrattori (delle donne, non della legge)?

La legge è inquisitoria, dà molto spazio alla discrezionelità degli organi di controllo, impone un calvario psicologio, ed è crudele nel suo modo di stabilire i paletti tra ciò che si può o non si può fare.

E' evidente che una legge che debba escludere la capacità di autodeterminazione della donna come fondante della norma, allora deve burocratizzare e "sterilizzare" l'iter, farlo diventare una procedura.

E allora le orribili decisioni su "fino a quanti giorni è ammissibile", mettendo un confine arbitrario fra "vita degna di tutela legale" e quella che non lo è, ignorando che l'embrione si sviluppa con velocità diverse da caso a caso... ma, d'altra parte, se la donna non è un attore/testimone "affidabile" allora ci vuole un "limite di legge".
L'indecente indagine su "quando è avvenuto il concepimento", che si mette lì a stimare in modo asettico e scientifico (e impreciso) in modo da bypassare la dichiarazione della donna e dare una conta "a norma di legge" e garantita dal professionista.
Il "periodo di riflessione" obbligatorio, che non produce mai un ripensamento ma impone solo un prolungamento della sofferenza psicologica (oltre a un rischio di far saltare l'intervento perché è inderogabile anche se termina a ridosso dei massimi di legge).

Non condivido la tua opinione sulla bontà della legge.
E' la solita, classica, legge italiana, di ispirazione borbonica, fatta di sottigliezze, controllini e minuzie kafkiane, che dà per acquisita la malafede del cittadino che deve fruirne.
Solo che, data la delicatezza del campo d'intervento che vuole disciplinare (già queste dizioni giuridiche sono disgustose, in questo ambito) risulta essere violenta, inumana e punitiva.

(e sorvoliamo sui problemi "collaterali" alla legge come l'obiezione di coscienza e le violenze "non a termini di legge" che le strutture pubbliche infliggono alle donne che vogliono utilizzarla)

E lo è deliberatamente. Come deliberatamente è applicata male e nella sostanziale indifferenza dei legislatori. Io dico "deliberatamente" perché sostengo che la donna non merita l'attenzione che invece si pone alla questioni "importanti"... chessò, come gli incentivi alle auto o le liberalizzazioni dell'edilizia. Confronta anche con le difficoltà e le lungaggini che ha attraversato la legge sulla violenza sessuale per capire come il legislatore sia molto "distratto" quando ci sono le donne di mezzo.

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