Re: Aborto...ma dov'è la ragione?

Inviato da  Calvero il 5/11/2010 20:32:38
Citazione:


Io insisto su questo punto, perchè mi pare che sia l'unico su cui si possa ragionare.


Non concordo Santaruina.

Io invece credo che siamo di fronte alla tragica realtà in cui si deve fare il possibile (con la P maiuscola), per dare - sì - a una madre la possibilità di portare avanti la gravidanza. Ma nel momento in cui essa decida di non volerla concludere, la sua posizione non può essere condannabile. Anche tu, con tutte le ragioni che vuoi, tu NON SAI cos'è una gravidanza. Ne prendi atto? Non sai cosa significa (e nemmeno lo puoi ipotizzare). La scelta della donna (eticamente per chi la giudica da fuori) è a monte del fatto se il feto sia bimbo o meno; se sia vita o meno; se sia persona o meno; eccetera eccetera ... la sua autorevolezza (della donna) in una simile decisione è semplicemente legittimata da essa stessa in quanto è lei medesima - natura procreatrice in simbiosi biologica -. E' una sua proprietà. E' un dato oggettivo. Una cosa che vive grazie a lei e non viceversa, e solo lei ha diritto di scelta.

edit

Non c'è Legge civile o Dogma o Pensiero religioso che possa dimostrare eticamente e/o oggettivamente di potersi intromettere in quel mistero. Mistero che le donne vivono e che gli uomini non possono NEMMENO immaginare (altro dato di fatto). La sua scelta sulla bilancia HA matematicamente/oggettivamente/naturalmente più valore della nostra opinione.

Il fatto stesso che le donne chiedano che gli venga riconosciuta questa legittimità dalla Legge, non può essere considerato un vezzo ipocrita, ma una Legge della natura ( E non che la Legge legittimi qualcosa in questo caso! - per questo ho sottolineato riconosciuta - ... così come la Legge non può decidere che gli uomini debbano essere liberi, poiché in questo caso è la Legge che deve tutelare questo diritto naturale per il motivo - oggettivo - che nessuna Natura, DI FATTO, esplicita e manifesta e/o mette in luce che qualcuno abbia diritto di prevaricare dispoticamente "versus" un altro essere umano). Mentre una donna, sì, può prevaricare su un altro essere, poiché non è al mondo. E' suo. E' dentro di lei. Natura dice che è "cosa" sua in simbiosi con sé. L'unica cosa su cui ragionare è se sia "cosa" sua o meno. Questo è quel che invece per me è il problema etico. La mia opinione è: - è "cosa" sua. Crudamente sua. Nel bene e nel male.

Quello che rimane in ambito di sacralità della vita può essere condannabile solo a livello religioso o dogmatico. Ma se una donna non si sente compresa in questa realtà religiosa, quei dogmi rimangono semplicemente dogmi.

Il fatto che cafoni in putrefazione come mangog, possano illudersi di ergersi in qualità di moralizzatori; portatori di verità; giudici; emanatori di imperativi categorici; mostra proprio come persone di simile "stoffa" ... attingano le loro opinioni da concetti indimostrabili o dimostrabili solamente contro/natura, poiché non hanno dati oggettivi che possano dimostrare che quell'essere non sia "cosa" sua.

Per contro/natura si intende proprio un accezione chiarificatrice del fatto che nulla può dimostrare naturalmente che quella simbiosi biologica chiamata gravidanza, possa essere o avere un valore estrapolabile ai giudizi sociali, religiosi, laici... eccetera eccetera. Il resto sono valori inventati o applicabili (che possiamo tutti condividere e/o apprezzare oppure no) che non hanno a che fare con la Natura.

Come detto, se quel vigliacco schifoso di nome Mangog avesse ragione, i bambini sarebbero nati sotto i cavoli. Non a caso questa "favola" credo che faccia parte di un desiderio o una via di fuga psicologica, per ciò che la gravidanza nella sua crudezza comunque manifesta ed è anche inconsciamente poco "digeribile".

Non si possono usare imperativi e assolutezze verso cose che assolutamente e categoricamente non si conoscono. Non ci compete.

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