Re: La Numerologia. Questa sconosciuta

Inviato da  Santaruina il 23/2/2011 13:26:56

(il brano che segue è tratto da un post che avevo scritto per il mio blog un anno fa.
Ripeto ancora che, qualunque sia la propria opinione su tali argomenti, la cosa importante è comprendere che vi sono persone ed organizzazioni che vi danno una certa importanza; persone ed organizzazioni che in qualche modo influenzano il nostro vivere quotidiano.)


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1 . Il principio


Il numero uno rappresenta l’unità, il principio originario.

Nell’ uno le visioni tradizionali hanno sintetizzato l’idea dell’unità primordiale, la divinità prima della creazione, comprendente ogni realtà in potenza ed ogni idea che potesse essere pensata.

Il concetto dell’uno è a-temporale.

Nello stesso momento, il numero uno evoca l’unità primordiale verso cui ogni cosa tende, è l’alfa e l’omega verso cui ogni cosa creata è destinata a ritornare.






2 . Dio e l'altro da sé


Il numero due è il simbolo della dualità, e in esso è racchiuso il mistero della creazione.

Se nel numero uno troviamo il principio creatore che comprende ogni aspetto del reale, presente passato e futuro, il due racconta l’atto creativo, il momento in cui la divinità primordiale genera l’altro da sé, dando forma alla materia che non ha ancora preso forma.

Nel due avviene quel processo di scissione necessario per l’origine del creato, ad un livello macro-cosmico.

Ad un livello inferiore, micro-cosmico, questa stessa dualità si rispecchia nella contrapposizione degli opposti: caldo e freddo, alto e basso, bene e male, maschio e femmina; la loro opposizione riflette ad un livello materiale la prima grande divisione, una separazione che è tale solo in apparenza.






3 . La Trinità


Nel numero tre è sintetizzato il completamento stesso della creazione, e l’origine della vita.

L’atto creativo non è infatti completo con la scissione dualistica.

Dopo che il principio si è separato da sé generando il creato, infatti, compare un terzo elemento atto a completare l’opera: si tratta della forza o essenza che mette in collegamento le prime due realtà, il creatore e il creato.

Immaginando il principio primordiale come la realtà che crea, e il creato come la sua opera, il terzo elemento è rappresentato proprio dallo sguardo del creatore, dall'atto di guardare.

Questo è il fondamento di ogni trinità: il creatore, il creato, e ciò che unisce i due.



Nella più antica cosmogonia della mitologia greca i tre elementi vengono identificati in Caos, Gea ed Eros.

Caos è lo spazio indistinto, l’infinito che tutto contiene (l’uno).

Gea (o Gaia) è la materia prima di assumere forma, compresa in Caos (Caos e Gea, la dualità).

Eros è la forza di attrazione che fa convergere la materia e con un atto di amore dà vita ad ogni cosa.



Ciò che unisce, il terzo elemento, è propriamente l’amore.

Nello stesso modo la Tradizione cristiana racchiude il mistero del creato nella Sacra Trinità Padre (creatore), Figlio (generato) e Spirito Santo (la forza di unione che lega ogni aspetto del visibile e del non visibile).






4 . Il Mondo


Con il quattro si passa da un livello metafisico ad un livello propriamente terreno: il quattro è infatti il numero per eccellenza della realtà plasmata.

Per questo motivo quattro sono i punti cardinali che delimitano i confini del mondo creato, e  quattro sono le stagioni, che scandiscono lo scorrere del tempo.

Il quadrato nel suo significato primordiale è il simbolo della terra, della realtà racchiusa sotto il cielo, come quattro erano i fiumi che sorgevano nel paradiso terrestre e in quattro parti venivano suddivise le città degli uomini (da cui quartiere), per ribadire la loro realtà materiale.

Il quattro può anche essere letto come 3+1, e l’unità che si aggiunge è proprio la materia che prende forma, passando dallo stato in potenza a quello in atto.






5 . Il Microcosmo e l'Uomo




Il cinque è il simbolo del microcosmo e dell’essere umano.

Va letto come 4+1, ovvero come la realtà materiale in cui trova posto una creatura ad immagine e somiglianza di Dio, che riporta in basso una scheggia dell’unità primordiale celeste.

La stella a cinque punte con la punta rivolta verso l’alto sintetizza graficamente la realtà microcosmica dell’uomo, lo scopo della sua esistenza nel mondo materiale e la sua naturale predisposizione verso il ricongiungimento con il principio creatore.

Nello stesso modo sono cinque i sensi per mezzo dei quali l’uomo può entrare in contatto e conoscere il mondo materiale.



 




6 . La Parodia




Il sei è un numero conflittuale.

Nel sei, letto come due volte tre, si ritrova la trinità con un suo doppio, di matrice opposta.

Il sei può essere visto come la parodia della trinità che si contrappone alla creazione primordiale, il rifacimento terreno di ciò che ebbe luogo ad un livello superiore all’inizio dei tempi.

Così come tre volte sei, ovvero il compimento dell'inganno, è il numero della bestia secondo l’Apocalisse di Giovanni.

Il numero sei trova perfetta rappresentazione nel cosiddetto sigillo di Salomone, raffigurante due triangoli equilateri dai versi opposti che si intrecciano: sono così raffigurate la forza primordiale della creazione e la sua parodia nella loro contrapposizione terrena, simbolo della lotta che si svolge a livello materiale tra le forze della creazione e quelle della dissoluzione.






7 . L'armonia




Il sette è il numero dell’armonia e del compimento.

Da leggersi come 3+4, porta in sé l’essenza del processo creativo intrinseco nella trinità (il 3) con la sua attuazione terrena (il 4).

Sette di conseguenza sono i giorni necessari a Dio per la creazione, come ancora oggi i giorni in cui è suddivisa la settimana (il piccolo ciclo).

Sette sono le note con le quali si possono comporre le armonie e le melodie in musica, e sette i colori dell’arcobaleno in cui la luce stessa si scompone

Il numero sette rappresenta di conseguenza il raggiungimento supremo dell’armonia nel mondo sensoriale.

Così Roma, Costantinopoli e Mosca, le tre Rome, sorgono su sette colli, a ricordare la funzione della polis quale luogo civilizzante in cui l’essere umano ricrea l’armonia della natura rendendola docile alle sue esigenze.






8 . L'Elevazione




Il numero otto rappresenta il superamento dell’armonia terrena e l’ elevazione verso la realtà celeste.

Nella Tradizione cristiana l’otto è associato alla Madonna, la Madre di Dio, tramite tra l’uomo e la realtà divina.

Per lo stesso motivo, nel medioevo europeo i battisteri venivano costruiti su pianta ottagonale, dal momento che per mezzo del battesimo l’uomo rientrava in contatto con il creatore e recuperava la sua ascendenza divina.

L’ottagono, inoltre, era considerato quale la figura geometrica intermedia tra il quadrato (simbolo del mondo materiale) e il cerchio, rappresentante l’universo superiore.






9 . Tre volte Tre




Il numero nove si ottiene moltiplicando per tre volte il tre, risulta quindi rappresentazione di una perfezione superiore, posta ad un livello maggiore rispetto a quello secolare.

Inteso come 8+1 indica il passo successivo all’elevazione terrena, verso uno stato dell’essere inconoscibile per l’uomo ancorato nell’universo sensoriale.



 




10 . Tetraktys




Il numero dieci è composto dalla somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4), e deve la sua importanza prevalentemente all’uso del sistema di numerazione decimale.

In tale sistema, il dieci rappresenta la conclusione della prima decade, (essendo lo zero non contemplato), l’ultimo gradino di una scala posta al primo livello della serie numerica.

Occorre però ricordare che la valenza e il simbolismo dei numeri è in parte indipendente dal sistema numerale in uso: come si vedrà, la conclusione del ciclo in numerologia è più propriamente rappresentata dal numero dodici.



 




11 . Il Doppio




Il numero undici ha una doppia valenza.

Visto in ottica del sistema di numerazione decimale rappresenta il primo passo compiuto a seguito della conclusione di un primo ciclo, e quindi sinteticamente evoca un nuovo inizio.

Considerato però il numero dodici quale più appropriato per la definizione di un ciclo ultimato, il numero undici assume la valenza dell’opera incompleta, la perfezione non ancora raggiunta.



 




12 . Il Ciclo




Il numero dodici rappresenta propriamente il ciclo compiuto.

Per tale motivo in antichità l’anello del cielo che circonda la terra venne diviso in dodici settori, giunti ai nostri giorni all’interno della ruota dello Zodiaco.

Il dodici era il numero che sommava l’armonia del creato (il 7) con il microcosmo dell’uomo (il 5), e veniva inoltre ottenuto moltiplicando il numero della materia e del mondo (il 4) con la perfezione della creazione (il 3).

Così 12 erano gli Apostoli di Cristo, e dodici sono ancora oggi i mesi di un anno (il ciclo maggiore di base, quello intorno al Sole).






13 . La rottura dell'ordine




Il numero 13 va letto quale 12+1, ed evoca l’uscita dal ciclo, la rottura del compimento e l’inizio di un processo nuovo ed ignoto.

Per tale motivo ricorre spesso nel simbolismo delle società  iniziatiche che si prepongono una ristrutturazione dell’ordine esistente, volendo esse in tale modo ribadire la loro volontà di dare inizio ad un nuovo ciclo che superi e rimodelli il ciclo precedente.



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Bibliografia utile di base:



- Biedermann Hans, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, 1999

- Beigbeder Olivier, Lessico dei simboli medievali, Jaca Book, Milano, 1997

- Guénon René, Simboli della Scienza Sacra, Adelphi, Milano, 2000

- Schwaller de Lubicz Rene, Il Tempio dell'Uomo, Edizioni Mediterranee, 2000



- Tresoldi R, La Qabbalah, De Vecchi Editore, 2002




 

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