Re: L'angolo di Orwell e dei Pifferai magici

Inviato da  Calvero il 7/3/2011 22:48:30

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<<L’uomo è la sola creatura che consuma senza produrre. Egli non dà latte, non fa uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non può correre abbastanza veloce da prendere conigli. E tuttavia è il signore di tutti gli animali. […] Dunque, compagni, non è chiaro come il cristallo che tutti i mali della nostra vita nascono dalla tirannia dell’uomo? Eliminiamo l’uomo e il prodotto del nostro lavoro sarà nostro.[…] Questo è i mio messaggio per voi, compagni: Rivoluzione![…]>>

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.... o meglio, diciamo:-

il Gossip, ad esempio, è di fatto un continuo transfert nelle vicende altrui, tanto più noiose sono le esistenze di chi se ne appassiona. Non solo, esso aumenta la sua efficacia e catalizza meglio la distrazione in maniera proporzionale -edit- all'importanza del feticcio (si legga "VIP") che l'osservatore segue a seconda dei suoi gusti e/o tendenze (a loro volta imposte dai Media).

Pausa, poi:

Il lavoro eccezionale nella mirabile "favola/metafora" de La fattoria degli animali - di Sir Eric Arthur Blair, oltre al primo e lampante strato di lettura, ne veicola un altro. Infatti, verso l'epilogo, gli animali stessi vanno a cercar residenza nella casa del despota (l'uomo = il Potere) e ne acquisiscono i suoi stessi meccanismi, al punto che trascendono agli animali stessi e al punto tale che essi si trasfigurano in "uomini". Essi divengono anche loro «Potere» e tutto va a puttane (La mitica frase finale che chiude il racconto non la ripeto nemmeno, tanto è geniale nella sua semplicità.).

Allo stesso modo per quel che concerne la ricerca del benessere, accade nella nostra collettività che, essendo comunemente accettato che il Potere non è a favore dei cosiddetti "comuni mortali", l'aspirazione degli stessi sia quella di cercare un Potere migliore. Errore prospettico: massima espressione di questa debolezza è l'esigenza che, sotto svariate forme, si faccia sì che l'uomo si privi della ricerca di una nobile - autodeterminazione -. Il bisogno di essere comandati è imposto, e viaggia in parallelo a quello di volersi immedesimare in una Fiction a cielo aperto. Ergo (e ovviamente) il senso profondo del Grande Fratello è proprio questo. Indi da qui; dalla comprensione di questo inganno, può, potrebbe (io direi: dovrebbe) discendere un - a sua volta nobile - concetto Libertario/Anarchico. Ma questi stessi termini andrebbero rideterminati, sono già vecchi in un certo senso. Nuovi significati/significanti dovrebbero essere forgiati.

L'equazione, questa di cui parlo, si sposta a livello collettivo/psicologico giocando comunque sul medesimo albero della percezione di - ricerca di vita migliore - (quella a cui furbamente si è appellato, mancandone il bersaglio, Odifreddi) ... così come il Gossip riesce a calamitare in primis gli annoiati e coloro che riescono ad esistere come dei « NON-IO » ambulanti; così la massa legittima inconsciamente i Pifferai Magici ... essendo i medesimi non precisamente identificabili con il "male del Potere". I Pifferai si pongono, grazie ad un autorevolezza (spesso, appunto, finto anticonformista) comunemente accettata, come fossero uno scivolo per far faticare di meno quella macchina che chiamiamo cervello. Qualcuno appunto (il Pifferaio) che nella sua "neutralità" (così interpretata dal popolo in generale) possa intercedere a determinate "spiegazioni" che -edit- la gente, da sola (e i manipolatori lo sanno), non avrebbe voglia di andarsi a cercare. Da qui (in linea generale) l'accettazione di una "cospirazione impossibile".

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