Re: L'angolo di Orwell e dei Pifferai magici

Inviato da  Makk il 8/3/2011 0:11:08
Citazione:

Calvero ha scritto:
Essi divengono anche loro «Potere» e tutto va a puttane (La mitica frase finale che chiude il racconto non la ripeto nemmeno, tanto è geniale nella sua semplicità.).

ma perché no:
Non c'era da chiedersi ora che cosa fosse successo al viso dei maiali. Le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.

Solo che non capisco quale sarebbe il senso secondo, ulteriore.
A questo punto la fattoria è bella che "umanizzata", Orwell ha dichiarato inutile la "presa del potere" da un pezzo.

C'è chi vuole vedere solo antistalinismo ne La Fattoria, supponendo che chissà come sarebbero andate le cose se il maggiore (Marx o Lenin?) e Palladineve (Lenin o Trotskij?) fossero sopravvissuti.
Ma questo più che il senso primo, è un contorsionismo critico, un tentativo di offuscare la critica radicale di Orwell, di recuperarlo alla sinistra (un po' come i grotteschi tentativi di sottrarre Guareschi all'area del conservatorismo).

Ridicolo. Orwell non fu mai "di destra" ma era reduce dalla Guerra di Spagna: aveva visto gli stalinisti pretendere il comando, i socialisti spaccarsi e gli anarchici addirittura presi a fucilate dai "compagni" per non accettare il verticismo. Questo senza neanche bisogno del successivo tradimento dei russi e abbandono degli spagnoli al loro destino.

Aveva visto il potere all'opera, la inarrestabile deriva della brama di supremazia che non si arresta neanche davanti al rischio di perdere tutto. Litigare e indebolire il proprio schieramento durante una guerra non erano significativi rispetto a esigere Il Comando.

La figura del corvo (la religione), l'assassinio di palladineve, la malfede dei maiali che si manifesta ben prima della metà dell'opera...

Diavolo, non riesco a credere che qualcuno possa pensare che il senso primo del libro sia la critica della burocrazia sovietica (ha fatto fallire la rivoluzione ma la prossima volta andrà meglio).


In verità, se voglio tentare una lettura ulteriore, magari sarà roba vecchia ma a me viene in mente che Orwell andrebbe d'accordo con Santaruina: il potere attira irresistibilmente gli psicopatici, quelli privi di sentimenti e capaci solo di freddi calcoli.
E solo loro suggeriranno la necessità che la rivoluzione abbia una guida (combinazione, loro stessi).
Il valoroso Gondrano non ci pensa proprio, non ostante il rispetto di cui gode fra gli animali.

I maiali. Una razza a parte rispetto agli altri animali della fattoria, che sono un tutt'uno fra loro. I maiali sono una casta. Lo stesso maggiore è fin troppo lungimirante per le povere menti degli animali della fattoria, palladineve idealista e inconcludente. Sono l'eccezione, perché tutti gli altri maiali sono inclini al sotterfugio e al male.

E i maiali sono intelligenti.
Ma non hanno "l'anima": l'altruismo, la forza, il coraggio, la perseveranza, l'umiltà degli altri animali. Persino i cani hanno queste caratteristiche, ma i maiali no, ne hanno altre: i maiali sono potenti perché osano concepire l'impensabile: uccidere un animale.


p.s.:
però non vedo il pifferaio, nella Fattoria.
OT?

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