Re: ROTHSCHILD - I VERI PADRONI DEL MONDO

Inviato da  redna il 21/4/2011 15:17:22
Citazione:
La madre di Hitler era ariana al 100 per cento.


della madre di Hitler si sa ben poco delle sue origini. Questo è quello che occorre dire.

Citazione:
Inoltre il padre Alois non era figlio illegittimo di un ebreo, dal momento che nella zona d'Austria dove si sarebbe verificato l'adulterio non vivevano notoriamente famiglie ebree.


la madre di Alois era a servizio dei Rothishild e proprio in Austria a quel tempo c'erano moltissimi ebrei.


Citazione:
Himmler non trovò nulla sulle origini ebree di Adolf Hitler: non si sarebbe fatto certo problemi per affossarlo.


non trovò nulla nessuno sulle origine ebraiche di Hitler solo perchè lo steso bombardo proprio l'anagrafe del suo paese si nascita, del padre e della madre.
Nessuno seppe il motivo di questo ma è evidente che le prove della sua origine sono state sepolte dalla bombe per sempre.
Ma noto che non sai che MOLTI nazisti di quel periodo erano di origini ebraiche e che lo fosse stato anche Hitler non è una novità.
Gli attentati ad Hilter cominciarono quando i tedeschi capirono la realtà delle cose , ma ormai era tardi.

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La storia è storia di famiglie che si rinnovano nel tempo. Esistenze che diventano discendenze. Figli di grandi re che si mostrano inetti, illustri sconosciuti che hanno figli celebri in tutto il mondo. Ad esempio una guardia di confine – un doganiere – dell’impero austriaco ha un figlio di nome Adolf. Purtroppo il padre ha origini oscure, non si sa di preciso chi l’abbia generato. Avesse avuto una discendenza ‘’normale’’ questo non avrebbe costituito un problema, ma se suo figlio Hitler diventa il leader della purezza della razza, questo comincia a costituire un problema. Negli anni ’30, prima che i nazisti occupassero l’Austria, nel paesetto di origine della famiglia Hitler era tutto un susseguirsi di strane figure che andavano a consultare i registri parrocchiali per ottenere notizie sui nonni del Furer. Hitler se ne irritò al punto che quando invase l’Austria nel 1938, destinò tutto il territorio del suo comune di origine a ‘’Campo di esercitazione per l’artiglieria”. Espropriò e cacciò tutti gli abitanti dell’oscuro borgo e riempì il territorio circostante di innumerevoli crateri e bombe inesplose, tale che il flusso di investigatori prestò scemò del tutto. Insolito destino per chi parlava tanto di patria, di terra tedesca e di sacro suolo. La terra di origine della sua famiglia doveva diventare un deserto.
«Al centro di tutti questi presunti intrighi e immaginarie tresche amorose del romanzo familiare di Hitler vi è il punto, quasi cancella to sulla carta geografica, che indica lo scomparso villaggio di Dòller sheim. E al centro degli intrighi di Dòllersheim vi è la cancellazione di qualcosa di sacro: l’ormai dimenticata chiesa parrocchiale nella quale furono celebrate, a distanza di anni l’una dall’altra, tre ambigue ce rimonie relative alle controverse origini di Hitlér. Quella chiesa fu innanzi tutto, nel 1837, il luogo nel quale venne rilasciato a Maria Schicklgruber il certificato di battesimo del bambino che sarebbe poi diventate il padre di Hitler, il documento con quella penosa riga bian ca. E in quella stessa chiesa, cinque anni dopo, fu celebrato un curioso matrimonio fra Maria, allora quarantasettenne, e il quarantatreenne Johann Georg Hiedler, il mugnaio ambulante che più tardi avrebbe assunto — senza prove molto convincenti — un ruolo di primo piano nelle genealogie ufficiali di Hitler in qualità di nonno paterno.
Fu un matrimonio curioso per quel che implicò. Il mugnaio ambulante non riconobbe legalmente il figlio di cinque anni di Ma ria, Alois, il futuro padre di Adolf, come invece sarebbe stato logico attendersi se Johann Georg fosse stato realmente il padre naturale del ragazzo. Alois non andò a vivere con i due nuovi sposi, la madre e il padre putativo Johann Georg, bensì con il fratello di quest’ulti mo, Johann Nepomuk Hiedler, un contadino un po’ più agiato e meglio sistemato.
Poteva sembrare un matrimonio di convenienza. Ma convenienza per chi? Retrospettivamente, ciò che rende ancor più curioso quel ri to nuziale è una terza cerimonia, celebrata trentacinque anni dopo nella parrocchia di Dòllersheim, una transazione di dubbia legitti mità, basata su una dichiarazione giurata molto discutibile: la ceri monia del cambiamento di cognome. Il quarantenne figlio di Maria Schicklgruber, che fino a quel momento aveva portato il nome di Alois Schicklgruber, riapparve all’improvviso nella sua parrocchia natale per sostenere, retroattivamente, che il mugnaio ambulante Johann Georg (da tempo deceduto) — il quale, in vita, non l’aveva mai formalmente riconosciuto come figlio — era stato il suo padre naturale. Aggiunse, poi, che il suo povero babbo aveva sempre ar­dentemente desiderato che lui, Alois, portasse il cognome di Hiedler (anche se poi, dopo il cambiamento, Alois lo modificò in «Hitler»).
Le discutibili circostanze in cui si svolsero queste tre cerimonie, e lo strano destino del villaggio di Dòllersheim, non avrebbero alcun interesse se la persona che aveva assunto il nuovo nome di Alois Hitler non fosse diventato il padre di un figlio di nome Adolf e, for se, se lo stesso Adolf non avesse mostrato un’esagerata sensibilità per questi aspetti del suo retroterra natale.
Ma, poco tempo dopo che Hitler — con il fallito putsch del novem bre 1923 — ebbe fatto il suo ingresso sulla scena della storia mondia le, altri stranieri misteriosi cominciarono ad apparire a Dòllersheim, frugando nei registri parrocchiali per scoprire quale segreto si na­scondesse in quelle pagine. Dapprima furono giornalisti dell’oppo sizione a recarsi in pellegrinaggio alla chiesa del villaggio, poi agen ti dei servizi segreti, investigatori privati, e infine la Gestapo che, su ordine di Himmler, fece non meno di quattro spedizioni in Austria per verificare se si potevano appu rare le irregolarità relative alle origini di Hitler.
In un memoriale scritto a Norimberga prima di essere giustiziato, Hans Frank, l’ex avvocato personale di Hitler, ha affermato di aver scoperto nuove prove a sostegno della tesi che il nonno paterno di Hitler, lo «straniero misterioso», fosse ebreo. Nel prendere in esame una così controversa affermazione, Jetzinger cita un «curioso fatto, che po trebbe essere interpretato come una conferma del racconto di Frank»:
Neppure due mesi dopo l’invasione dell’Austria da parte di Hitler nel maggio 1938, l’Ufficio del Catasto rurale ebbe l’ordine di eseguire una pia nimetria dei villaggio di Dòllersheim (il luogo di nascita di Alois Hitler) e dei suoi dintorni, per accertare se la zona fosse idonea a diventare un’area di esercitazioni militari della Wehrmacht. L’anno dopo, gli abitanti di Dòller sheim furono evacuati a forza, e il villaggio e il territorio circostante furono colpiti e distrutti dall’artiglieria e dalle armi da fuoco della fanteria tedesca. In tal modo, il luogo di nascita del padre di Hitler e quello in cui era sepolta la nonna del Fuhrer furono resi irriconoscibili, e tutta la regione che era stata, un tempo, una terra fertile e rigogliosa è oggi trasformata in un arido deserto disseminato di bombe inesplose. Ma sarebbe stato impossibile un’area così strettamente associata alla famiglia di Hitler come campo di esercitazioni mi litari senza la conoscenza e il permesso di lui. Perché, allora, egli dette quell’autorizzazione? O addirittura fu lo stesso Hitler a impartire l’ordine di distruggere Dòllersheim, per odio insano nei confronti di suo padre e per il desiderio di cancellare la «vergogna» dei suo sangue ebraico?
Ron Rosenbaum, “Il mistero Hitler”, p. 60


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