Re: R.i.p. Witney Huston

Inviato da  Notturno il 17/2/2012 13:05:51
Noi siamo uomini, non dei.

Cercare la perfezione in un essere umano porta alla frustrazione e al “benaltrismo”.

Il benaltrismo è una malattia che non infetta solo i professionisti dei forum, tipo Calvero, ma anche belle persone, belle menti, come Flo.

Il benaltrismo ti toglie la capacità di vedere il bello nelle persone e, per meglio dire, quella parte di bello che c'è in noi e negli altri, anche quando è una parte grande o persino enorme e ti porta, come un binario “deviato” a concentrarti esclusivamente sui suoi difetti o sulla maggiore bellezza altrui.

Withney Houston non era né una divinità perfettissima, né un'eroina dei fumetti.

Era una donna che ha avuto un grandissimo “dono” (la sua voce), un'enorme sensibilità nell'esprimerla e una vita di alti e bassi spinti all'eccesso.

Ma, più di ogni altra cosa, ha donato splendide emozioni a molti di noi.

Quando ascolti Mozart non pensi alla sua disabilità relazionale o ai suoi difetti.

Pensi alle emozioni che la sua musica è riuscita a regalarti.

Perché è quello che ti ha reso migliore.

E' quello che ti ha fatto stare bene.

Quando guardi un quadro di Toulouse Lautrec non pensi alla sua pedofilìa.

Pensi alla sua arte, che ti ha incantato.

Mozart è “benaltro” rispetto a Withney Houston.

Toulouse Lautrec è “benaltro” rispetto a Withney Houston.

Etta James era “benaltro” rispetto a Withney Houston.

Ma ciascuno di loro, Withney compresa, lo era anche rispetto a me, a Flo e a Calvero.

Che senso ha concentrarsi su questo aspetto, magari anche reale, in questo momento?

In questo momento sono addolorato perché ho perso una donna che ha saputo regalarmi splendide emozioni e ho perso la speranza di vederla risorgere dalle sue ceneri, come ha tentato di fare.

La sua guerra persa è una perdita anche per me e mi addolora.

Quello che oggi provo è questo dolore per quella donna e per me stesso.

Anche perché io vivo la sua stessa guerra di vivere e ho paura di perderla, com'è successo a lei.

E questo vale per ciascuno di noi.

Chi non aveva un sogno, da ragazzino, sul suo futuro?

Per quel sogno noi combattiamo ogni giorno, tra alti e bassi e sempre con la paura più o meno latente di perdere la guerra.

Quella donna ha combattuto e ha perso, e sempre a viso aperto.

25 anni fa, da esordiente, venne a Roma (la mia compagna la vide) e cantò come un flauto.

Due anni fa è tornata quando ha tentato di riprendersi dalle botte del marito.

Cantava male? Certo. Ma è stata un'esperienza splendida lo stesso per me, la mia compagna e tutti quelli che hanno gremito il Palalottomatica erano commossi, entusiasti e innamorati.

Perché quella donna stava lottando coi denti e non stava dissimulando o fingendo nulla.

E tutta quella gente ha sentito l'identità tra quella sua guerra e quella di ciascuno di noi e ha fatto il tifo per la sua vittoria.

Che cosa c'è di fallace in questa logica, da essere trascurata e misconosciuta fino a preferirle, invece, un'escalation di graduatorie con altre cantanti o con altri dolori patiti da altri esseri umani?

Nulla.

E' solo la logica perversa del “benaltrismo”.

Non c'entra nulla, non perché non si abbia il “diritto” di pretermettere altri dolori a quello per la morte di WH e nemmeno perché non si abbia il diritto di preferirle Etta James o Gigi D'Alessio.

Non c'entra nulla solo perché questi discorsi sono semplicemente fuori luogo, hic et nunc.

Badate che fare discorsi “fuori luogo”, come questo maledetto “benaltrismo” impone, non è questione da poco, non è un aspetto minimale o trascurabile, no.

E' una sorta di depistaggio mentale, una deformità logica che ha cause profonde e non piacevoli da esaminare: cinismo o complesso di inferiorità o a volte persino volontà cosciente di depistare.

E ha pessime conseguenze anche sulla qualità della discussione sul deteriorarsi dei rapporti.

Entrare in una discussione, in cui si commemora una persona, per dire che ce ne sono state altre migliori (Etta James et similia) è come andare a un funerale e dire che il caro estinto era una mezza sega rispetto a Padre Pio.

1) chi se ne fotte (sempre hic et nunc).
2) Contate i secondi che passeranno prima che vengano stampigliate le orme delle suole dei presenti sui vostri onorevoli derrière.

Ecco.

Ora, di grazia, fate conto che la mia misera orma di suola sia stampigliata lì dov'è giusto che sia: sul vostro onorevole derrière.

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