Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 4/9/2013 18:13:23
Citazione:

alroc ha scritto:

Non sono d'accordo, Invisibile.

Lo immaginavo, perché nemmeno io ero d'accordo, un po' tempo fa.

Citazione:

Tutti noi siamo giunti a certi traguardi passando dalla ricerca, qualunque essa sia. Non sto parlando di lauree, ma di impegno e lavoro in qualunque campo. Quando si dice che il lavoro nobilita l'uomo, secondo me si travisa il senso di questo detto. Lavorare in questo caso io lo intendo come impegno su qualcosa che si è scelto di approfondire, come volontà di agire secondo le proprie attitudini allo scopo di comprendere al meglio l'esperienza che si è fatta sul campo. In quel caso ci nobilitiamo, cioè miglioriamo noi stessi, evolviamo e i risultati raggiunti saranno permanenti. Ogni errore o vittoria insegna qualcosa, ma prima devi "sporcarti" le mani nell'impegno, nella "fatica" giornaliera della ricerca. Altrimenti giungerai a verità che non sono tue, verrai imboccato da una "spirito" (non il vero spirito) che ti manovrerà, che ti consiglierà di non studiare perchè lui può darti tutto quello che ti serve sapere, ma in quel caso non sarà mai un lavoro consapevole, sarà un assorbimento passivo.

Non intendevo questo. Io intendevo qualcosa di più semplice, molto semplice.

Il sapere.
Il sapere è un accumulo mentale, un fermare nel tempo qualcosa che esiste solo nel divenire (come tutte le cose), un possedere con la mente.
Questo uso della mente, tipico dell'ego, non serve quasi a niente, quasi. Invece tutta la nostra civiltà e di conseguenza la nostra educazione, è basata sul sapere: prima sai, poi fai.
Quello che volevo comunicarti è che grazie alle pratiche ho scoperto che in questo modo l'essere umano funziona malissimo, non meno bene, malissimo. Questo succede perché il centro di comando di una data azione, di un fare, é nella mente e segue le tracce del sapere. Queste tracce non esistono, non sono la realtà perché la realtà è già cambiata rispetto al sapere: abbiamo fermato qualcosa, come una foto, e ci muoviamo in base a quella "mappa" ma il territorio non è più lo stesso, tu non sei più la stessa, cambi in ogni istante.
E' chiaro che per fare un acquedotto devi sapere delle cose, le devi fissare nella mente, ma qualsiasi professionista ti confermerà che vale solo come uno schizzo, una traccia perché quando inizi a fare veramente vengono fuori mille variabili, cambiamenti, trasformazioni di cui non puoi non tenerne conto se vuoi fare il tuo acquedotto.
Se parli con il grande e famoso architetto (il sapiente) per lui è tutto sotto controllo. Quando parli con il capo mastro vedrai che se la ride sotto i baffi, perché lui si che "sa": sa che non si può sapere fino a quando non inizi a lavorare, e sa che saprà veramente a fine lavori. Prima è impossibile.
Spero di essermi spiegato meglio.

Citazione:

Sul conseguire la consapevolezza è necessario che ci sia prima un lavoro attivo, poi si può lasciar fare allo spirito.

No. E' insieme. Tu fai guidato dallo Spirito, insieme, ma serve la FIDUCIA. Ma sei tu che hai deciso cosa fare e sei sempre tu che devi essere presente nel fare durante tutto il percorso, perché se ti alzi dalla sedia per andare a bere un bicchiere d'acqua e nel tragitto cambi idea e vai in bagno, lo Spirito, alla lunga, ti abbandona, perché non si fida più: "questa non sa quello che vuole". Si ritira e aspetta che tu ti chiarisca le idee.
Non è lo Spirito che fa, sei TU che fai guidata dallo Spirito.
Ogni azione avviene nel futuro. Noi non lo conosciamo, lo Spirito si. Ecco perché è (anche) la guida perfetta.

Tu decidi di andare a bere un bicchiere d'acqua:
lo Spirito ti guida ad alzarti dalla sedia, girare il corpo (la cucina è dietro di te), camminare, aprire il pensile, prendere il bicchiere, chiudere il pensile, spostarti davanti al lavandino, aprire l'acqua, mettere il bicchiere sotto il getto, chiudere l'acqua, portare il bicchiere alla bocca, bere, respirare (si respira sempre dopo), posare il bicchiere nel lavandino (lo laviamo dopo).

Questo è bere un bicchiere d'acqua.

Basta saltare un passo e non lo hai fatto, non lo hai fatto TU.

Questo per dirti che sapere tutto questo prima di fare non serve e che, al contrario è dannoso. Perché per farlo in modo armonico deve essere, come tutto nell'esistenza, un flusso, un movimento, una trasformazione continua.
Se tu ti concentri sul sapere, invece che sul fare, lo Spirito si mette da parte perché tu hai deciso che sai, che puoi fare da solo.
Così facendo tutto diventa meccanico, a scatti si può dire. Il corpo soffre, la mente fa un lavoro enorme (che non serve) e che non potrà mai essere perfetto perché le cosa da saper,e per fare tutto questo, sono miliardi di miliardi di miliardi e la mente non può acquisirle e gestirle in quel tempo a disposizione, e il Cuore è triste, perché non ci sei. Inoltre la maggioranza delle cose che facciamo sono totalmente automatiche, inconsapevoli, e questo genera grande tristezza e frustrazione, perché non siamo li, non stiamo vivendo; stiamo "sapendo" e l'esperienza ci passa accanto senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Citazione:

Nel caso delle religioni per esempio, il dogma è qualcosa a cui devi credere per fede, ma non è un passaggio consapevole. E' solo una scorciatoia per giungere alla meta. Giungi lì dove è già tutto indicato, senza che ci sia una compartecipazione evolutiva. Un po' come fare un compito in classe conoscendone già i risultati. Quel compito è inutile perché la partecipazione all'evento è guidata e non vissuta.

Concordo. Infatti nelle pratiche spirituali la cosa più importante è fare, fare esperienza. Fare esperienza non è sapere, è imparare. E' molto diverso perché l'esperienza ha come risultato la crescita e la crescita (quella vera, quella che ti rimane per tutta la vita) non si "registra" nella mente, anche ma solo in minima parte. L'esperienza va dritta nell'essere, e tu sei contento, ti senti meglio perché il tuo Spirito ti conferma che è così che si vive.

Citazione:

Nell'essere autonoma in tutto quello che faccio, mi sento molto Yang e non potrei immaginare altre strade. Tu mi dirai che è una costruzione della mente o dell'ego,

In questo mondo credo anche io che non ci siano altri modi, per mantenere la barra nella direzione che si è scelto.
In un mondo equilibrato ne basterebbe molto meno, di Yang. Un po', giusto quel che serve.

Citazione:
ma una buona dose di cautela è necessaria in certi passaggi esistenziali.

Assolutamente. Ma la cautela non è sapere, è il contrario: non-sapere.
Io so che non so, e siccome mi voglio bene, sono cauto.

Citazione:
Affidarsi senza prima aver studiato sul campo mi sembra davvero da incoscienti. E qui non si tratta di mente che distorce, ma di semplice buon senso.

Te l'ho detto che ci vuole coraggio (e secondo me tu ce l'hai).
I bambini imparano grazie alla non-sapienza, e quello che imparano in genere non lo dimenticano mai. Non ce lo mettono il dito sul fuoco una seconda volta.
Cautela assolutamente, tanto più che siamo adulti, ma il metodo giusto è quello dei bambini, anzi, è l'unico metodo: toccare.
Prima tocchi e poi sai.
Non il contrario. E' il contrario che ci fa vivere male. La nostra assurda civiltà è fatta al contrario.
Lo so che è difficile da comprendere ma ti posso dire che per me, dopo molti anni di pratiche, è assolutamente chiaro; lo vedo tutti i giorni, in ogni azione umana, mia e degli altri, che fare con la mente piena di sapienza è sbagliato.
La mente deve essere il più vuota possibile, ma tu ci devi stare, devi essere li.

Tutto questo succede proprio per il fatto che ci identifichiamo con l'ego, con la mente. Per cui uno matto tipo me, che ti dice di fare senza usare la mente (o pochissimo) sembra assurdo.
Invece funziona, funziona non solo meglio, è perfetto.
Ci hanno insegnato a funzionare all'incontrario con un addestramento lungo, violento e crudele.
Hai visto quel signore che a 117 anni non ha traccia della tipica debolezza alle gambe degli anziani? Riguarda quel video, magari a te è sfuggito, io l'ho notato subito.
Perché funziona, ha capito come funzionare bene, nel modo che dovrebbe essere normale per tutti noi.

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