Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  TAD il 11/9/2013 19:12:21
Estratto da:

A scuola dallo stregone - Carlos Castaneda

Sabato, 7 aprile, 1962
Durante le nostre conversazioni don Juan usava o citava coerentemente
l'espressione 'uomo di conoscenza', ma non spiegò mai che cosa
intendesse con questa. Glielo domandai.

"Un uomo di conoscenza è un uomo che ha seguito fedelmente i
sacrifici dell'imparare", rispose. "Un uomo che, senza affrettarsi e senza
esitare, è arrivato fin dove ha potuto nello svelare i segreti del potere e
della conoscenza".

"Chiunque potrebbe diventare un uomo di conoscenza?".

"No, non chiunque".

"Allora che cosa deve fare un uomo per diventare un uomo di
conoscenza?".

"Deve sfidare e sconfiggere i suoi quattro nemici naturali".

"Dopo aver sconfitto questi quattro nemici sarà diventato un uomo di
conoscenza?".

"Sì. Un uomo può dirsi uomo di conoscenza solo se è stato capace di
sconfiggerli tutti e quattro".

"Allora, chiunque sconfigga questi nemici può essere un uomo di
conoscenza?".

"Chiunque li sconfigge diventa un uomo di conoscenza".

"Ma ci sono dei particolari requisiti a cui un uomo deve soddisfare
prima di combattere con questi nemici?".

"No. Chiunque può tentare di diventare un uomo di conoscenza; in
realtà pochissimi riescono. I nemici che si incontrano sulla strada
dell'imparare a diventare un uomo di conoscenza sono davvero formidabili;
la maggior parte degli uomini vi soccombe".

"Che tipo di nemici sono, don Juan?".

Rifiutò di parlare dei nemici. Disse che doveva passare molto tempo
prima che l'argomento avesse per me un qualche significato. Tentai di
tener viva la questione e gli domandai se pensava che io potessi diventare
un uomo di conoscenza. Disse che nessun uomo poteva forse dirlo con
certezza. Ma io insistei per sapere se esisteva qualche indizio che egli
potesse usare per determinare se avevo o no una possibilità di diventare
un uomo di conoscenza. Rispose che sarebbe dipeso dalla mia battaglia
contro i quattro nemici — se riuscissi a sconfiggerli o fossi sconfitto da essi
— ma era impossibile predire il risultato di tale battaglia.
Gli chiesi se poteva usare la stregoneria o la profezia per vedere il
risultato della battaglia. Affermò recisamente che i risultati della lotta non
potevano essere previsti con nessun mezzo, perché diventare un uomo di
conoscenza era una cosa temporanea. Quando gli chiesi di spiegare
questo punto, rispose:

"Essere un uomo di conoscenza non ha carattere duraturo. Non si è
mai un uomo di conoscenza, non realmente. Piuttosto si diventa uomo di
conoscenza per un brevissimo istante, dopo aver sconfitto i quattro nemici
naturali".

"Dovete dirmi, don Juan, che tipo di nemici sono".

Non rispose. Insistei ancora, ma lui lasciò cadere l'argomento e
cominciò a parlare di qualcos'altro.


Domenica, 15 aprile, 1962

Mentre mi stavo preparando a partire decisi di interrogarlo ancora una
volta in merito ai nemici di un uomo di conoscenza. Immaginavo di non
poter ritornare prima di un certo tempo, e sarebbe stata una buona idea
trascrivere quello che diceva e poi ripensarci mentre ero via.
Esitò un poco, ma poi cominciò a parlare.

"Quando un uomo comincia a imparare, non sa mai con chiarezza
quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto; il suo intento è vago.
Spera in una ricompensa che non si concreterà mai, perché non sa nulla
delle difficoltà dell'imparare.
"Comincia lentamente a imparare, dapprima a poco a poco, poi a
grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara
non è mai quello che ha sperato o immaginato, e così incomincia ad
aver paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passe
dell'imparare è un compito nuovo, e la paura che l'uomo prova comincia a
salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di
battaglia.
"E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: la Paura! Un
nemico terribile, traditore, e difficile da superare. Si tiene nascosto a ogni
svolta della strada, in agguato, aspettando. E se l'uomo, atterrito dalla sua
presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca".

"Che cosa accadrà all'uomo che fugge per il terrore?".

"Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà
mai un uomo di conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o
spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico
avrà messo fine ai suoi desideri".

"E che cosa può fare per vincere la paura?".

"La risposta è semplicissima. Non deve fuggire. Deve sfidare la sua
paura, e a dispetto di essa deve compiere il passo successivo nell'imparare,
e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa,
e tuttavia non si deve fermare. Questa è la regola! E verrà il momento
in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L'uomo comincia a sentirsi
sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare non è più un
compito terrificante.
"Quando arriva questo lieto momento l'uomo può dire senza
esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale".
"Ciò avviene tutto in una volta, don Juan, oppure a poco a poco?".
"Avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e
rapidamente".

"Ma l'uomo non avrà ancora paura se gli succederà qualcosa di
nuovo?".

"No. Una volta che un uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il
resto della sua vita perché, invece della paura, ha acquistato la lucidità:
una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l'uomo
conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i
nuovi passi dell'imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa.
L'uomo sente che nulla è nascosto.
"E così ha incontrato il suo secondo nemico: la lucidità! Quella
lucidità mentale, che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma
acceca anche.
"Costringe l'uomo a non dubitare mai di se stesso. Gli dà la sicurezza
di poter fare tutto quel che gli piace, perché vede chiaramente in tutto. Ed
è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a nulla perché è
lucido. Ma tutto questo è un errore; è come qualcosa di incompleto. Se
l'uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e
sarà maldestro nell'imparare. Si affretterà quando dovrà essere paziente, o
sarà paziente quando dovrebbe affrettarsi. E sarà maldestro nell'imparare
finché non cederà, incapace di imparare più nulla".

"Che ne è di un uomo sconfitto in tal modo, don Juan? Muore come
risultato?".

"No, non muore. Il suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato
impedendogli di diventare un uomo di conoscenza; l'uomo può, invece,
trasformarsi in un allegro guerriero o in un: pagliaccio. Tuttavia la
lucidità pagata a così caro prezzo non si trasformerà mai più nella tenebra
e nella paura. Avrà la lucidità finché vivrà, ma non imparerà, o bramerà,
più nulla".

"Ma che cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?".

"Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità
e usarla solo per vedere, e aspettare con pazienza e misurare con cura
prima di fare nuovi passi; deve pensare, dopo tutto, che la sua lucidità è
quasi un errore. E verrà un momento in cui comprenderà che la sua
lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi. E così avrà superato il suo
secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla potrà mai nuocergli.
Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi
occhi. Sarà vero potere.
"A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così a lungo è
realmente suo. Può fare tutto quel che vuole. Il suo alleato è al suo
comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quel che è intorno a lui.
Ma si è anche imbattuto nel terzo dei suoi nemici: il Potere!
"Il potere è il più forte di tutti i nemici. E naturalmente la cosa più facile
è arrendersi; dopo tutto, un uomo a questo punto è veramente invincibile.
Comanda; comincia col correre rischi calcolati e finisce col creare
regole, perché è un padrone.
"A questo stadio difficilmente l'uomo si rende conto che il nemico lo
sta circondando. E improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente
perduto la battaglia. Il suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele
e capriccioso".

"Perderà il suo potere?".

"No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere".

"Allora che cosa lo distinguerà da un uomo di conoscenza?".

"Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente
come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino. Un tale
uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando come
usare il suo potere".

"La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta
definitiva?".

"Certo che è definitiva. Una volta che uno di questi nemici ha avuto il
sopravvento su di un uomo non c'è nulla che questi possa fare".

"È possibile, per esempio, che l'uomo sconfitto dal potere possa
vedere il proprio errore e correggersi?".

"No. Quando un uomo cede è spacciato".

"Ma che cosa accadrebbe se fosse accecato temporaneamente dal
potere e poi lo rifiutasse?".

"Significherebbe che la sua battaglia ancora continua. Significherebbe
che sta ancora cercando di diventare un uomo di conoscenza. Un
uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare".

"Ma allora è possibile, don Juan, che un uomo possa abbandonarsi per
anni alla paura, ma alla fine vincerla?".

"No. Questo non è vero. Se cede alla paura non la vincerà mai, perché
avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di
imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è
mai veramente abbandonato a essa".

"Come può sconfiggere il suo terzo nemico, don Juan?".

"Deve sfidarlo, deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il
potere da lui apparentemente conquistato in realtà non è mai suo. Deve
stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò
che ha imparato. Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando
manca il suo proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori,
raggiungerà un punto in cui tutto è tenuto sotto controllo. Saprà allora
come e quando usare il suo potere. E in questo modo avrà sconfitto il suo
terzo nemico.
"L'uomo sarà, ormai, alla fine del suo viaggio di apprendimento, e si
imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell'ultimo dei suoi nemici:
la Vecchiaia! Questo nemico è il più crudele di tutti, il solo che non potrà
essere sconfitto completamente, ma solo scacciato.
"Questo è il momento in cui l'uomo non ha più paure, non più un'impaziente
lucidità mentale; un momento in cui il suo potere è tutto sotto
controllo, ma anche il momento in cui prova un irresistibile desiderio di
riposare. Se si arrende totalmente al desiderio di lasciarsi andare e dimenticare,
se si adagia nella stanchezza, avrà perduto l'ultimo combattimento,
e il suo nemico lo ridurrà a una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio
di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere, e la sua
conoscenza.
"Ma se l'uomo si spoglia della sua stanchezza, e affronta il proprio destino,
può allora essere detto uomo di conoscenza, pur se soltanto per il
breve momento in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico.
Quel momento di lucidità di potere e di conoscenza, è sufficiente".


***


Personalmente vedo un mondo dominato da esseri ottenebrati dalla brama di Potere e, soprattutto, dalla Paura di perderlo.

Per quanto mi riguarda... il nemico attuale... è proprio la Lucidità.

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