Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  mc il 30/7/2014 13:28:37
Citazione:
Infine, cosa ne pensi di questo articolo:
http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-programma-sublime/ ?
Sempre che tu abbia tempo da dedicarmi, si intende.


L'articolo l'ho letto... (ho saltato alcune parti troppo specifiche ... sulla chimica molecolare, per esempio...) e l'ho trovato abbastanza interessante, ma...

Ad una prima analisi superficiale, non ho potuto non notare la caratteristica arroganza umana derivante dalla totale impossibilita' nel rimanere con dei misteri irrisolti.
Da cio' si evince chiaramente la vera necessita' dell'essere umano (predisposto - dagli eventi!!! - alla ricerca) di creare una meta filosofica che gli permetta di placare il vortice di valutazioni e di speculazioni (potenzialmente infinite) sul principio della vita... sui suoi significati...
Questo depone a sfavore in relazione alla imparzialita' del giudizio umano, in generale.
Una necessita' richiede una soluzione, non importa se parziale e/o sommariamente raffazzonata, basta che si riesca interrompere il continuo sperpero di energie mentali ed emotive impiegate per risolvere il bisogno in questione.

Ed ecco che, ad un certo punto, si afferma che:
"Questa apertura è un’emozione estetica, non un predicato razionale, ma ci dà l’intuizione di trovarci possibilmente di fronte all’indecidibile. Nel sublime anche, dopo la percezione della nostra piccolezza con sensi di smarrimento e frustrazione, in un sussulto di razionalità ci riconosciamo comunque superiori al resto della Natura, stante il nostro essere umani, cioè le uniche creature dotate di autocoscienza e capaci così di trascendere la Natura ed ogni sua potenza.
ANche questa, se mi permetti, e' una affermazione (data per scontata!!!) del tutto sommaria e assolutamente antropocentrica. Si sente "puzza" di "corruzione" del pensiero secondo le direttive culturali imperanti.
"L'uomo, unico animale dotato di ..." ... "Trascendere la Natura..." ... tutte affermazioni non condivisibili secondo il mio punto di vista, ma soprattutto che spostano inspiegabilmente (si fa per dire, nel senso che e' molto chiaro l'intento "illusorio", in realta') il livello di ragionamento da universale - totale a terrestre - particolare, ponendo l'uomo come centro di riferimento.
Cosa c'e' di meno convincente che auto definirsi "punto di riferimento" superiore per Natura (in Natura). Lo trovo, anche filosoficamente improbabile. E anche in questo caso i livello su cui ci si sposta per ragionare sono continuamente scambiati e confusi, e mi appare tutto abbastanza insoddisfacente...

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Riguardo alla divinita':
Ce lo hai presente "mentire per buoni motivi"... una piccola bugia per evitare disguidi o sofferenza... Ecco perche' dio :
e' una grande bugia (se non altro e' difficile che sia una "verita'") per evitare una grande sofferenza a se stessi, il tutto organizzato a livello di massa, ma applicato individualmente in relazione alla propria singolarita'.
E questo, per l'ennesima volta, definisce dio come una scorciatoia, al contrario di quello che i "credenti" amano affermare, piu' o meno convinti della cosa, a seconda di chi lo affermi.

Un'altra cosa che notavo (e cazzo questa la dice lunga, secondo il mio punto di vista...) e' che facendo una rapida scorsa sulla ricerca degli ultimi secoli, i maggiori esponenti risultano essere di estrazione prevalentemente teosofica (cioe' che " sostiene che tutte le religioni hanno un'unica origine. Tale dottrina afferma di poter condurre l'uomo alla verità tramite una conoscenza esoterica della divinità" da wikipedia). Il cio' impone, naturalmente la necessita' (dogmatica per lo piu') di non poter uscire dai recinti della divinita'... il che' introduce una limitazione alla razionalita', come accennavo.


Molto "Simpatica" la sequenza cronologica dei "tentativi" significativi in relazione alla ricerca sull'abiogenesi fino ai giorni nostri della pagina di wiki che snocciola una lista di teologi e teosofi fino ad arrivare a Pasteur... passando per Agostino.
Vabbe'...

Tornando all'articolo, e' anche interessante che in conclusione affermi questo:
"Io non condivido la perentorietà del giudizio d’indecidibilità sull’abiogenesi. Davanti alla gratuita organizzazione della vita e all’evidenza sperimentale (infalsificata) che la vita nasce solo da vita pre-esistente, provo come Kauffman un “magico incanto”. Però, con Kant (e Galileo prima di lui) distinguo il “giudizio determinante”, proprio della fredda attività razionale, dal “giudizio riflettente” che postula un’unità della Natura con i mondi umani del sentimento e della libertà e così si rifugia tra le calde braccia della teleologia. Una cosa è affermare che esistono problemi indecidibili: questa è una verità dimostrata dal primo teorema di Gödel; altro è affermare che uno specifico problema P è indecidibile: per il momento, noi conosciamo per indecidibili con certezza ben poche questioni (l’ipotesi del continuo di Cantor, il problema della tassellatura di Wang, ecc.). Per l’abiogenesi io non vedo né tocco una verità, perché nulla è stato (ancora) dimostrato con la ragion pura e nulla di determinante può essere partorito dal giudizio estetico."

Termini usati a parte, che lasciano trasparire una certa avversione per la razionalita' (definita "fredda", "perentoria" quando parla di indecidibilita', etc...), fino ad arrivare all'outing, peraltro palesemente conscio della natura illusoria e confortante della propria scelta (questa definizione "... e così si rifugia tra le calde braccia della teleologia" e' molto significativa), trovo il tutto TROPPO orbitante attorno alla teoria del "disegno divino".
Sprizza voglia di "credere ad un Architetto divino" da ogni lettera.



mc

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