Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  mc il 23/8/2014 11:53:02
Benvenuti nella realtį complessa.
Si puņ spegnere il cervello quanto si vuole ma la realtį č quella che vi create nella vostra individualitį (per fortuna per voi, aggiungerei).

La partecipazione al 3d č solo un tentativo di confrontare le proprie.
Io* rimango con i miei dubbi, voi con le vostre certezze.
Io con la mia convinzione (un pochino pił rafforzata) di artificialitį divina, voi con le vostre sospensioni logiche rivelatorie.
Io alla ricerca di strumenti nuovi per capire meglio ciņ che ci circonda, voi con le certezze misurate sulle capacitį analitiche di uomini di migliaia di anni fa.
Un pņ come pretendere di misurare la distanza dal sole con un calibro invece di usare (senza andare troppo oltre) un metro o magari il kilometro.

Dio č anacronistica come teoria e non č pił soddisfacente. E non lo sarebbe solo per pochi se non ci fosse tutta una societį adagiata su questi standard conoscitivi cosģ inadeguati che impone sin dall'infanzia vincoli mentali usando emotivitį e terrorismo.
Non si dovrebbero "accettare" le teorie spegnendo il cervello e cercare risposte non č scegliersele tra le opzionali in dotazione, ed inventarsele č un bluff che serve poco alla lunga.
Se proprio si č costretti a farlo almeno si eviti di usare esse stesse (le teorie) come conferma e dimostrazione di bontį perché, per chi non usa spegnere il cervello, sono insostenibili (e se nemmeno questo vi ferma, evitate di provare a spiegarle logicamente perchč č dal ridicolo all'impossibile ... E non funzionerebbe nemmeno con "se non credi non puoi capire" ... Che acutezza).

Usare come unitą di misura credenze "pił moderne", con tutti i limiti e gli errori di valutazione che ci possano essere, e ci sono, mi sembra pił accettabile che inseguire miti millenari che, oltre ad essere altrettanto parzialistici, sono in pił analizzati da conoscenze obsolescenti.
Spiegarsi la realtį con credenze di qualche millennio fa č semplicemente inaccettabile senza una struttura emotiva che la necessiti. La divinitį č un bisogno pił che una affermazione della realtį.


Magari sarebbe stato interessante esplorare meglio i meccanismi umani piuttosto che incartarsi in "accettazioni" sterili (almeno creativamente) di miseri spunti teorici che non portano da nessuna parte.
Quello che potremmo conoscere meglio, l'uomo, perchč concretamente osservabile e analizzabile, sarebbe migliore se solo non ci lasciassimo distrarre da veritį e paure instillate ad arte che hanno il solo scopo di depotenziare socialmente l'individuo manipolandolo nella sua individualitį. Creando divisioni sociali e interiori.

Siamo alle porte di un nuovo ENNESIMO conflitto in nome del divino e ancora mi si rompe il cazzo che dio č amore e vita... Con la convinzione che il proprio dio č pił buono dell'altro si avvallerį la morte in preda alla scia emotiva decretata dalle proprie convinzioni interiori. Manipolabili e manipolate allo scopo.
Invece di pensare all'uomo che uccide l'uomo ci si conforta con il volere del proprio dio che inevitabilmente punisce gli infedeli (bidirezionalmente).
"Ma non č dio, č il libero arbitrio che uccide" ...
Andatevene divinamente affanculo.

Ecco cosa ci guadagnerei io con l'abbattimento del concetto di divinitį:
Una umanitį pił umana. Che pretese egomaniache, eh?
"Ma se credessero in dio e lo incontrassero non ci sarebbero guerre" ... Bell'auspicio ma totalmente infondato visto che quasi la totalitį delle popolazioni crede in una divinitį e non siamo nell'epoca illuminista che si vuole far credere esista (almeno non psicologicamente). E mentre i poveracci che muoiono (e che uccidono) lo fanno con i comfort psicologici divini, le elite che organizzano i conflitti umani se ne fottono altamente delle minchiate divine, quelle che spacciano alla massa (tramite istituzioni culturali e sociali e media) su dio & co. e gongolano sul quanto la manipolazione di massa sia semplice da perpetrare.

Le popolazioni subiscono tutto ciņ solo per sentirsi parte di qualcosa che non č loro, per un pņ di misero conforto psicologico che č ben poca cosa di fronte a quello che subiscono direttamente ed indirettamente per questo, e solo per paure esistenziali pił o meno complesse (come la fine della vita e lo scopo della vita).

*) IO, perché parlo per me e non faccio parte di nessun gruppo o squadra di pensiero... O setta, o religione, o...

mc

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