Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  Daniel77 il 21/10/2014 13:05:19
Citazione:

mc ha scritto:

Caro Daniele...


Questo è il tuo primo intervento in questo 3d, pag.52 n°1551:
cit.
Dio e' il limite mentale per eccellenza. E' una creazione umana e rappresenta i confini filosofici dell'umanita' stessa. Proprio perche' e' la creazione di un essere limitato come l'uomo rappresenta una costruzione-una realta' abbastanza imperfetta e piena di incongruenze.

Tutte le "prove" esperite individualmente rappresentano differenti espressioni dell'essere umano e, percio', del tutto umane (non divine, o tantomeno trascendentali) che ricorsivamente, pero', vengono incasellate ed inglobate nel blob informe dell'alibi per eccellenza: la divinita', appunto. Vanno ad alimentare i sogni di onnipotenza ipotizzando una discendenza improbabile, riempiendo i vuoti esistenziali di speranze mal riposte che, allo stesso tempo, nutrono ma non permettono la crescita mentale necessaria all'evoluzione umana.


Per concludere, non e' un caso che proprio la razionalita' sia posta al banco tra gli imputati come limite all'essenza umana, perche' accettare il concetto di Dio e', fondamentalmente una pratica irrazionale.
Va accettato, non capito ne tanto meno, scoperto in se stessi.

Tutto cio' che ne deriva una volta accettato e', e continua ad essere puramente umano al 100%.


fine cit.

Questo è il secondo intervento, pag.56 n°1657:

cit.

Dio e' l'incarnificazione (o meglio antropomorfizzazione) di questa separazione convenzionale puramente umana.

La dimensione inconscia di rivelazione, ascesi, non ha nulla di divino.
Si confonde una convenzione comunicativa con l'effettiva realta' dei fatti.
L'uomo ha bisogno di usare il concetto di dio per veicolare alcune emozioni agli altri, e, facendolo, non sta trattando eventi, entita' e situazioni straordinariamente esistenti, ma bensi sta trattando di situazioni inconscie del tutto umane ... e' piu' semplice di quanto si possa immaginare il discorso.

Fine cit.

Questo è il terzo, pag.52 n° 1667:
Non che ne faccia una cosa personale con te, Incredulo, ma e' personale contro chi davvero non intenda le mie "ragioni" razionali, e contro chi, proprio perche' non intese, le disprezzi.
Fine cit.

Successivamente, a questa mia richiesta:
Vorrei chiedere a mc e djgiostra (e ovviamente a tutti gli altri che ancora non l'hanno fatto) quali studi hanno intrapreso che li hanno portati ad avere un atteggiamento di questo tipo verso l'idea di un eventuale "dio" che risponde (anche indirettamente) alla domanda del topic.

Hai risposto così (post 1837 pag.62):
cit.

Dio e' un artefatto umano e l'unico motivo per cui si nomina ancora e' perche' e' semplicemente accettato bovinamente (in altri modi non puo') ed e' inculcato occultamente dalla cultura imperante.

Fine cit.

Infine, in risposta alla mia richiesta di opinare sull’articolo di Critica Scientifica, hai risposto questo (post n°1858 pag.62):
cit.

Riguardo alla divinita':
Ce lo hai presente "mentire per buoni motivi"... una piccola bugia per evitare disguidi o sofferenza... Ecco perche' dio :
e' una grande bugia (se non altro e' difficile che sia una "verita'") per evitare una grande sofferenza a se stessi, il tutto organizzato a livello di massa, ma applicato individualmente in relazione alla propria singolarita'.
E questo, per l'ennesima volta, definisce dio come una scorciatoia, al contrario di quello che i "credenti" amano affermare, piu' o meno convinti della cosa, a seconda di chi lo affermi.

Un'altra cosa che notavo (e cazzo questa la dice lunga, secondo il mio punto di vista...) e' che facendo una rapida scorsa sulla ricerca degli ultimi secoli, i maggiori esponenti risultano essere di estrazione prevalentemente teosofica (cioe' che " sostiene che tutte le religioni hanno un'unica origine. Tale dottrina afferma di poter condurre l'uomo alla verità tramite una conoscenza esoterica della divinità" da wikipedia). Il cio' impone, naturalmente la necessita' (dogmatica per lo piu') di non poter uscire dai recinti della divinita'... il che' introduce una limitazione alla razionalita', come accennavo.


Termini usati a parte, che lasciano trasparire una certa avversione per la razionalita' (definita "fredda", "perentoria" quando parla di indecidibilita', etc...), fino ad arrivare all'outing, peraltro palesemente conscio della natura illusoria e confortante della propria scelta (questa definizione "... e così si rifugia tra le calde braccia della teleologia" e' molto significativa), trovo il tutto TROPPO orbitante attorno alla teoria del "disegno divino".
Sprizza voglia di "credere ad un Architetto divino" da ogni lettera.

Fine cit.

Ho riportato solo i passaggi che riguardano la concezione del “divino” spirituale contrapposta all’ “umano” materiale, altrimenti il papiro non ci stava nel post.
Io non sono certo una cima quanto a dialettica, ma faccio veramente TANTA fatica a individuare alcunché di diverso dal semplice ateismo nelle tue convinzioni.

Tutte le frasi che fanno riferimento al “divino” sono permeate da una razionalità ben ferma che lo rigetta quasi in toto, salvo voler riferire alcune faccende spirituali al cervello umano, il che comunque riporta sempre all’ateismo.

Se nei passaggi riportati qui sopra c’è una minima apertura verso qualcosa che non sia puramente riconducibile all’uomo di carne o ossa (e alla sua mente), allora devi dirmi dove guardare perché io non l’ho vista.

Se questa apertura c’è in altri tuoi post successivi, allora dimmi dov’è e poi però dovrai spiegare in parole povere la coesistenza nel tuo pensiero di quell’apertura e allo stesso tempo di tutto quello che ho riportato qui sopra, che ti pone senza ombra di dubbio fra i cosiddetti “atei esistenzialisti” che danno all’uomo (di sola carne ossa e pensieri) il ruolo di “Dio di sé stesso”. (Forse con una sfumatura di Oggettivismo, ma qui potrei sbagliarmi, e comunque non fa nessuna differenza ai fini dell’oggetto di questo topic).

Scusate per il papiro.

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