Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  zeppelin il 23/10/2014 0:48:39
Si sa che tutte le teorie moderne hanno come caratteristica comune il cercare di ridurre la religione a qualche cosa di puramente umano, il che equivale a negarla, coscientemente o inconscientemente, poiché c'è un rifiuto nel tener conto di quel che ne costituisce l'essenza stessa, e che è precisamente l'elemento "non umano". Queste teorie possono, nel loro insieme, ricondursi a due tipi: l'uno "psicologico", che pretende di spiegare la religione attraverso la natura dell'individuo umano, e l'altro "sociologico", che vuole vedervi un fenomeno d'ordine esclusivamente sociale, il prodotto di una sorta di "coscienza collettiva".
[...]
Quel che possiamo chiamare "psicologismo", cioè la tendenza a ricondurre tutto sistematicamente a spiegazioni di ordine psicologico, non è affatto una cosa del tutto nuova nel mondo occidentale; non è, in fondo, che un semplice caso particolare dell'"umanesimo", inteso secondo il senso proprio della parola, come riduzione di tutte le cose ad elementi puramente umani. Sempre questo "psicologismo" implica una percezione assai ristretta dello stesso individuo umano e delle sue possibilità, perché la "psicologia classica" si limita a considerare alcune delle manifestazioni più esteriori e più superficiali del "mentale", quelle che sono in rapporto più o meno diretto con la modalità corporea dell'individuo.
[...]
Ma, al giorno d'oggi, la situazione si è ulteriormente aggravata a seguito dell'invasione del "subcosciente" nella psicologia che, estendendo il suo dominio unicamente verso il basso, rischia di mescolare a tutto ciò che essa tocca le peggiori manifestazioni dello psichismo più inferiore.
[...]
Si potrebbe dire che il periodo del materialismo non costituisce che una sorta di preparazione teorica, mentre quella dello psichismo interiore che gli succede comporta una "pseudo-razionalizzazione", diretta in senso contrario a quello di una vera realizzazione spirituale, e che in questo imita, nella misura in cui glielo permette l'esistenza del mondo profano come tale, la realizzazione propriamente "infernale" che è quella della "contro-iniziazione", costituendo dunque pressapoco quello che è la parte exoterica di una tradizione in rapporto all sua parte esoterica. Si potrebbe anche concludere da ciò, fra le altre cose, che la "contro-iniziazione", dopo aver preparato il mondo inculcando in esso mediante suggestione tutte le idee false o illusorie che formano la mentalità specificatamente moderna, stima giunto il momento di chiamarlo ad una "partecipazione" più diretta, se non più cosciente, e di costruire così una "contro-tradizione" completa, mediante la quale essa stessa sarebbe quel che è l'iniziazione per ogni autentica tradizione, con la differenza, beninteso, che la spiritualità fa qui totalmente difetto.
[...]
Vi è certamente molto più che un semplice problema di vocabolario nel fatto, assai significativo di per sé stesso, che la psicologia attuale non considera mai altro che il "subconscio", e mail il "superconscio" che dovrebbe esserne logicamente il correlativo; c'è in questo senza dubbio ed anche se coloro che utilizzano una tale terminologia non se rendono affatto conto, l'espressione di un'estensione che opera esclusivamente verso il basso. Certuni adottano perfino, come sinonimo o equvalente di "subconscio", il termine "inconscio", che, preso alla lettera, sembrerebbe riferirsi ad un livello ancora più basso, ma che, a dire il vero, corrisponde meno esattamente alla realtà; se ciò di cui si tratta fosse veramente inconscio, non vediamo bene come sarebbe persino possibile parlarne, e sopratutto in termini psicologici. Come che sia, quel che è ancora degno di nota è la strana illusione in virtù della quale gli psicologi giungono a considerare tanto più "profondi" certi stati quanto più essi sono semplicemente inferiori; non vi è forse giù in questo come un indice della tendenza ad andare in senso opposto alla spiritualità, la sola che possa essere detta veramente profonda, poiché soltanto ad essa appartiene al principio e al centro stesso dell'essere?
[...]
Il dominio della psicologia non essendosi affatto steso verso l'alto, il "superconscio", come dicevamo poc'anzi, le rimane così completamente estraneo e più precluso che mai; e anche quando le capita di incontrare qualcosa che vi si riferisce, invece di riconoscere la propria ignoranza a tale riguardo, essa pretende di annetterlo puramente e semplicemente assimilandolo al "subconscio"
[...]
Sappiamo bene che certuni potrebbero qui obiettare invocando una similitudine con la "discesa agli inferi", come si ritrova nelle fasi iniziali del processo iniziatico; ma una tale assimilazione è completamente falsa, perché il fine non ha niente in comune, del resto non più di quanto lo abbiano le condizioni del "soggetto" nei due casi; si potrebbe parlare solamente di una sorta di parodia profana. La verità è che tale pretesa "discesa agli inferi" non è seguita da nessuna "risalita", è semplicemente nient'altro che una "caduta nel pantano", secondo il simbolismo in uso in certi antichi misteri; si sa che questo "pantano" appariva chiaramente sulla strada che portava ad Eleusi e coloro che vi cascavano dentro erano dei profani che pretendevano l'iniziazione senza essere qualificati per riceverla, e che erano vittime della loro stessa imprudenza.



René Guenon, "La Tradizione e Le Tradizioni"

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=42&topic_id=7424&post_id=263359