Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  mc il 31/10/2014 15:28:10
Daniele77
Non ti avevo risposto, perche', per l'ennesima volta, mi e' stato attribuito qualcosa che non sostengo e non ho continuato a leggere il post perche' non avevo voglia di ricominciare a dire la, comprensibilmente, semplice regola che non devi leggere i pareri filtrati da altri o il riassunto di essi e rispondere a quelli per conoscere una opinione... (questa si roba da blog ... dell'asilo).

Se hai voglia di continuare sul discorso ben contento, ma ti prego, non provare ad estrapolare da altri cio' che intendo. Leggilo dai miei post o chiedimelo, perche' chi cerca di spiegare le mie ipotesi (o si rende ridicolo nel cercare di spiegare il perche' delle mie ipotesi) e' qualcuno che non ha argomenti per spiegare le sue di ipotesi, o non ha argomenti per andare oltre quello che ho detto.

Quindi:
Fai tutto quel bel discorso sulla musica... ma poi ti spingi molto in la' rispetto a quello che hai realmente detto:
" io vi porto un esempio di REALTA’ accettata da tutti ma NON DIMOSTRABILE."

Cosa trovi che non sia dimostrabile?

Le domandine che poni?
Che non sai perche' le scale siano costruite in determinati modi? Quella occidentale nella fattispecie?
Non ti scomporre, e' tutto dimostrabile...

La musica, poi, al contrario di tutta la fuffa spirituale che ci si possa inventare:
E' concreta, e' ascoltabile quindi valutabile, ha una ampiezza, ha una forza propria, e' riproducibile, registrabile, reinventabile, modulabile... e' visibile addirittura.
Ed e' tutte queste cose e molte altre insieme.
Il resto rimane fuffa: a volte c'e' della fuffa senza nemmeno una di queste qualita' "inconfutabili", e, a volte, nonostante l'insipienza inutile, accentra interessi presso qualcuno.
Gia' in partenza, il tuo discorsino inopportuno e' fuori portata:
il parallelo che volevi suggerire non rappresenta l'argomento secondo quasi nessun aspetto.

Inaspettamente, ma mica tanto perche' provavo ad accennarlo anche nell'altro forum che la musica sia un'ottima chiave di lettura della vita, secondo la mia personale ipotesi, ritrovo invece proprio il filone del discorso che porta alla dottrina, alla sua importanza in queste discipline spirituali (che fiondamentalmente ritengo rappresenti l'accezione "misterico"), ed infine, all'attuazione di queste dottrine tramite l'indottrinamento culturale.

(nota: se dico che altre ipotesi sono fuffa, non sto dichiarando che la mia sia per forza la Verita'... diciamo che per le mie motivazioni ritengo la mia piu' plausibile, al contrario di dire "e' cosi' e lo sanno tutti che e' cosi'").

Vediamo di essere piu' precisi:
Citazione:
Vediamo adesso cos’è una scala. Una scala è una successione di suoni nel tempo.
Per esempio, io produco sul mio strumento queste note, a distanza di pochi decimi di secondo una dall’altra: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do. Questa è una scala maggiore o “di Do” (dipende se usiamo il sistema occidentale o il sistema modale, ma qui non hai importanza).

Nella inopportuna partenza, parti male a tua volta, con questa definizione che non e' minimamente la definizione di scala ma e' semmai la "descrizione dell'esecuzione di una scala". Il tempo non c'entra una cippa. Pronto a spiegare la differnza qualora ti sfuggisse questa puntualizzazione.

La scala per quello che ne so io ha un senso ... v'e' pure una teoria a supporto di questo "senso" che, in buonissima parte, lo esplicita decentemente.
Vado a memoria:
la successione (non nel tempo) delle note di una scala e' regolata dalle armoniche della tonale. Quelle che, per lo piu', costituiscono la componente armonica della nota stessa che solo in teoria e' rappresentabile come un impulso ad unica frequenza.

Quindi, nella scala di DO, esiste una stretta relazione tra la nota tonale (il DO) e tutte le altre note di tipo matematico. Questa e' la proporzione che esiste tra le varie armoniche componenti la nota tonale:

armonico n.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
rapporto
1:1 2:1 3:2 2:1 5:4 3:2 7:4 2:1 9:8 5:4 11:8 3:2 13:8 7:4 15:8
nota (appross.)
Do Do Sol Do Mi Sol Si♭ Do Re Mi Sol♭ Sol Lab Si♭ Si

Il tutto calcolabile per ogni tonale differente traslando i valori delle frequenze relative.

La scelta poi e' convenzionale ed e' basata sulle preferenze culturali. Non e' nulla di universale. La sua componente oggettiva universale risiede nella vibrazione: tutto qui.
La scelta delle note di una scala e' del tutto relativa ai gusti particolari delle zone di provenienza.

Altro spunto interessante:
E' una speculazione il definire "cagata" la scelta di intervalli non convenzionali.
E' solo l'accettazione di una convenzione (proprio come accettare e subire l'idea di divinita' indipendentemente dalla divinita' scelta per tradizione o per appartenenza).
Non spiega nulla di nulla in se' quel tipo di scelta, se non il fatto di fissare uno standard ben preciso, al di fuori del quale ci si sente "stonati".
Anche su questo punto la tua osservazione sulla musica si dimostra una speculazione non condivisibile in nessun modo, da parte mia.
Esistono parecchi studi (e addirittura anche strumenti) che propongono intervalli diversi da quelli convenzionali.
Citazione:
Se io volessi per esempio creare una scala nuova, potrei pensare che basta spostare queste note fra loro e avrò fatto qualcosa di bello: Fa, Si, Mi, Do, La, Re, Sol. Provo a suonarla sul mio strumento e…CHE SCHIFO! Mai sentita una cosa tanto STONATA…le orecchie non la sopportano.

A parte che non funziona cosi' la costruzione di una scala ... quello che dici e' parzialmente errato ed e' come spiegavo, poco sopra, riferibile ad un imposizione culturale:
una di quelle non negative per una volta (anche se non posso escludere nulla!!).

Mio fratello stesso, per un breve periodo ha lavorato su un prototipo di scala "pentadecafonica..." (... ahahah... gli era presa cosi') e approfondendo s'e' accorto che non era una idea cosi' originale vista la massiccia presenza di alternative alla dodecafonica... per esempio.
Le note in piu' (e per forza di cose quelle modificate in frequenza) non eran per niente orripilanti come credi, e se si fosse adottata in partenza e presa convenzionalmente in considerazione da subito adesso parleresti di "cagata" ascoltando la pitagorica o la naturale... o quella che sei abituato ad ascoltare di solito.


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La tradizione...
Nella cultura spiritualistica dov'e' che c'e' scritto che la "tradizione" e' (per forza) verita'? Che la "moda" imperante e' la via per trovare la Verita' sempre?
Ditemi dove andare a leggere queste assurde affermazioni cosi' potro' insultare quegli autori, e non voi che ripetete senza motivo queste baggianate.
(se e' farina del vostro sacco ... beh... parliamone).

E' una distorsione della realta' molto frequente tra i credenti.
E nessuno sembra chiedersi il perche'?

E' la stessa che fa dire che "una cosa scritta nella pietra e' per forza credibile"?
Da chi viene "inculcata" questo tipo di cultura?
E' possibile che richiami ricordi passati incosciamente schedati come "tramandare la tradizione"? Ed e' possibile che si tenda a valorizzare la tradizione perche' si valorizza cio' che per noi e' tradizione, cioe' l'esperienza passata con chi ci ha tramandato il suo sapere (parenti)? ... ed e' possibile che tutto evolva sulla scia delle proprie emozioni legate proprio a quei ricordi significativi (se ci aggiungi il "piccolo" accorgimento di spegnere il cervello prima di iniziare ad usare la logica, magari, si sarebbe pure in gradi di farla questo tipo di analisi)?

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mc

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