Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  mc il 26/11/2014 11:33:45
Citazione:
La memoria, ciò che determina la coscienza dell’io.

Vero.
Citazione:
Ci si identifica con la propria biografia.

Ci si identifica con l'immagine che si ha di se' stessi. Che non necessariamente ricopre la propria biografia. Questa idea e' riduttiva e tende a sminuire cio' che in realta' e' un tutt'uno con gli eventi esperiti. Non dipende solo da cio' che ricordiamo e raccontiamo, ma anche (e soprattutto) da cio' che non ricordiamo di sapere. E non sto parlando di quello che si possa credere di sapere, ma proprio cio' che si "e' saputo" direttamente perche' esperito.
Un minimo (... UN MINIMO) di introspezione e si scoprono cose sulla propria persona inimmaginabili. Confondere questa naturale esperienza esplorativa interiore con un qualcosa di ultraterreno e' quantomeno una mistificazione nei confronti di se stessi. L'io e' l'origine di tutto finche' e' palesemente e concretamente dimostrato nei fatti (non dalle mie parole). In contrapposizione ci sono sensazioni personali uniche ed individuali che non possono dimostrare molto e che per essere prese in considerazione devono cercare conferme al di fuori di se stesse (e' un cliche' che si ripete: come per l'ultraterreno, o per la divinita', ci si impiega nel cercare palliative coincidenze, forzate nella dottrina, magari, per delineare un fasullo "set" di conferme oggettive che esistono solo come soggettivita' indipendenti, mantenendo il tutto il piu' possibile lontano dalla reale origine interiore).

Citazione:
Questo mostra come sia illusoria la rappresentazione che abbiamo della nostra entità: noi diciamo "io" ai nostri ricordi, non al nostro essere interiore, alla nostra Essenza spirituale.

Il mio presupposto e' che non siano distinguibili, perche' l'essenza spirituale e' forgiata su esperienze e sui ricordi.
E non ci sono situazioni reali che mi possano convincere del contrario, ma solo che mi persuadono in questo senso.
Per esempio cio' che si sperimenta con la meditazione-introspezione-preghiera non e' legato a cio' che ci si possa immaginare causi lo shock emozionale (nell'ordine estasi, focalizzazione, incontro con la divinita') ma e' proprio l'emozione stessa (o meglio un vortice emozionale) l'attrice unica di simili esperienze.
La meditazione offre possibiita' introspettive e analitiche tali e quali a quelle che offre la preghiera, e i benefici che ne derivano sono (o possono esserlo) analoghi in entrambe le esperienze.

Citazione:
Un percorso iniziatico conduce invece a ricercare il "vero soggetto", il quale è piu di un patrimonio di ricordi: ne è l'artefice.
L'Io non è ciò che ha fatto: è ciò che è come natura interiore, come somma di talenti e qualità.

Ecco la mistificazione che poi e' il limite stesso di tale ipotesi esistenziale:
cercare al fuori qualcosa che e', e' stato, e sara' sempre all'interno, e che si sviluppa e si orgina autonomamente nello stesso ambito.
Va da se' che cercandolo fuori non potra' mai essere trovato l'io che si cerca cosi' avidamente ad un certo punto della propria esistenza.

L'io non e' rappresentato solo da cio' che si e' fatto e' anche cio' che si intende fare, ma anche rappresentabile da cio' che facciamo nell'intento di fare altro. Da tutte le manifestazioni attive e passive dell'individuo.
Questo e l'Io, e molto di piu'. Per esempio: E' anche cio' che e' per gli altri. Il come veniamo percepiti varia sensibilmente (dipende dall'individuo) il nosotro modo di essere.

E' molto piu' complesso di una antidiluviana creatura divina fotocopia o pet divino e ora che i mezzi per capirlo sono un po' piu' a disposizione e' "inconsueto" continuare su quella linea.

Insomma.
Scappare dalle responsabilita' non e' mai una soluzione e proiettarle all'esterno, delegando o condividendo con le divinita' e' praticamente scappare.

mc

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