Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 26/11/2014 21:55:49
Citazione:

mc ha scritto:

Ci si identifica con l'immagine che si ha di se' stessi.

Ci si identifica con quello in cui si decide di identificarsi, che questa scelta sia consapevole o meno, volontaria-cosciente o indotta-incosciente non cambia questo fatto. Abbiamo la volontà e il libero arbitrio, non si può ignorare come e quando ci pare e piace.

L'io può essere interpretato in molti modi diversi. Molti in occidente credono che sia la mente razionale o addirittura una piccola sovrastruttura di essa, l'Ego.
Se per "Io" si intende il "Sé", l'Essere nella sua essenza e/o totalità, questa identificazione di cui parli è errata.

Citazione:

Un minimo (... UN MINIMO) di introspezione e si scoprono cose sulla propria persona inimmaginabili.

E chi lo avrebbe mai detto...

Citazione:
Confondere questa naturale esperienza esplorativa interiore con un qualcosa di ultraterreno e' quantomeno una mistificazione nei confronti di se stessi.

Se parli SOLO di INTROSPEZIONE, sono d'accordo.
Ma fai una grande confusione, dopo.

Citazione:
L'io e' l'origine di tutto finche' e' palesemente e concretamente dimostrato nei fatti (non dalle mie parole).

Continui a dichiarare il tuo CREDO.
Di fatti non ne hai portati nessuno, se non vogliamo considerare "fatti" i tuoi ragionamenti circolari.

Citazione:
In contrapposizione ci sono sensazioni personali uniche ed individuali che non possono dimostrare molto e che per essere prese in considerazione devono cercare conferme al di fuori di se stesse (e' un cliche' che si ripete: come per l'ultraterreno, o per la divinita', ci si impiega nel cercare palliative coincidenze, forzate nella dottrina, magari, per delineare un fasullo "set" di conferme oggettive che esistono solo come soggettivita' indipendenti, mantenendo il tutto il piu' possibile lontano dalla reale origine interiore).

Esattamente come la dimostrazione del pensiero.
Tu non sai se il pensiero esiste. Lo sperimenti e cerchi conferme al di fuori di te per vedere se la tua esperienza è una cosa solo tua o c'è qualcuno che descrive esperienze simili.
Applichi i tuoi ragionamenti sempre e solo a senso unico, non è onesto.

Citazione:
]Il mio presupposto e' che non siano distinguibili, perche' l'essenza spirituale e' forgiata su esperienze e sui ricordi.

Altroché se sono distinguibili. Ma è necessario compiere un serio e profondo lavoro su se stessi per poterlo fare, non basta ragionarci o fare un po' di introspezione, perché l'essenza spirituale è anche altro, non solo quello che descrivi. L'introspezione e l'analisi corrispondono solo a preparare i bagagli prima del viaggio, il viaggio è un alto paio di maniche.


Citazione:

E non ci sono situazioni reali che mi possano convincere del contrario, ma solo che mi persuadono in questo senso.

Se non esci dallo sgabuzzino, non potrai mai vedere il parco di Versailles, che è l'unico fatto che ti può far prendere consapevolezza della sua esistenza.
Tu non ci vuoi nemmeno provare, e sono millenni che molte persone indicano la stessa identica cosa, ma anche queste indicazioni tu non le vuoi ascoltare.

Nel tuo personale sgabuzzino non troverai mai qualcosa che possa convincerti del contrario, perché quello sgabuzzino lo hai creato tu e ci hai messo dentro solo le cose che ti tornano e che ti rassicurano.

Citazione:

Per esempio cio' che si sperimenta con la meditazione-introspezione-preghiera non e' legato a cio' che ci si possa immaginare causi lo shock emozionale (nell'ordine estasi, focalizzazione, incontro con la divinita') ma e' proprio l'emozione stessa (o meglio un vortice emozionale) l'attrice unica di simili esperienze.

Se unisci queste tre pratiche come se fossero la stessa cosa, non ci capirai mai niente.
Queste tre pratiche hanno dei punti in comune ma la maggioranza delle esperienze e delle conoscenze che si ottengono, sono anche profondamente diverse.
Nel tuo sgabuzzino sono quasi uguali.
Non è così ma per saperlo devi uscire dalla tana e bagnarti il culetto, in prima persona.

Citazione:

La meditazione offre possibiita' introspettive e analitiche tali e quali a quelle che offre la preghiera, e i benefici che ne derivano sono (o possono esserlo) analoghi in entrambe le esperienze.

Questo è estremamente riduttivo. Rivela la tua ignoranza in materia.
Considerare la Meditazione solo come uno strumento introspettivo ed analitico, significa non avere a minima idea di cosa sia la Meditazione.
Considera solo questo: la Meditazione non è una pratica nemmeno minimamente descrivibile a parole.
La devi FARE, la devi PRATICARE, nel modo giusto e seriamente almeno per un po' di tempo, solo per iniziare a comprendere di cosa si tratta.
E non la comprendi con la mente, o per meglio dire la comprendi con la mente solo in piccolissima parte.
A me sembra che tu parli di introspezione ed analisi, che è qualcosa di molto diverso.
L'introspezione è compresa nella Meditazione, ne è una parte, mentre l'analisi no, è antitetica, anche se, come è già stato detto, questa è possibile farla una volta ritornati ad uno stato dell'Essere "normale".
Da quello che scrivi appare evidente che tu non abbia mai avuto una esperienza meditativa volontaria e consapevole.
Non sai cosa è.

In realtà la conosci, come tutto ciò che esiste, inconsapevolmente. Perché la Meditazione è uno stato dell'Essere, assolutamente indispensabile per poter vivere, progredire, crescere.
E' come l'ossigeno, senza muori in breve tempo.
Tu non te ne accorgi, come la maggior parte delle persone, ma spesso sei in quello stato dell'Essere ("qualcosa" in te respira quell'ossigeno), ma non ne sei consapevole.

Osserva i gatti, un bambino piccolo, un uccello (con loro è più difficile perché sono in genere molto attivi), con pazienza e con calma; li vedrai meditare, ma vedrai solo l'effetto esteriore. E' solo un indizio di cosa stiamo parlando.

Citazione:

Ecco la mistificazione che poi e' il limite stesso di tale ipotesi esistenziale:
cercare al fuori qualcosa che e', e' stato, e sara' sempre all'interno, e che si sviluppa e si orgina autonomamente nello stesso ambito.
Va da se' che cercandolo fuori non potra' mai essere trovato l'io che si cerca cosi' avidamente ad un certo punto della propria esistenza.

Questa è una teoria, che accetto in quanto tale ma che non condivido.
La mia esperienza mi ha mostrato che la realtà non è affatto così e tu non puoi provare il contrario con ragionamenti circolari.
La mia esperienza mi ha mostrato che io esisto solo nel mondo e che l'origine della mia esistenza non è mia.

Io esisto, ma non sono io il creatore dell'esistenza.
Questo è il miracolo: individualità e unicità con il Tutto nello, per così dire visto che le parole non possono esprimere la realtà dell'esistenza, stesso spazio-tempo (in realtà nell "eterno presente").

E la mente razionale va in tilt, come è normale che sia.

Se lo accetti, se accetti di avere la mente razionale in tilt, forse avrai la possibilità di andare oltre il tuo sgabuzzino e scoprire "cose sulla propria persona inimmaginabili", scoprire che tu sei molto "altro" di quello che credi di essere e che questo "altro" è immensamente più vasto e profondo della tua mente e del tuo ego e che questo "altro" è, come indica la fisica quantistica, una unità in Sé ma anche una parte indissolubile dall'Universo allo "stesso tempo".

Tu esisti.
Tu non esisti.

Sono vere entrambe.

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